valentino hathaway

VALENTINO, PASSAMI L’OLIO! - FORSE VALENTINO NON SERVE, MA APPARECCHIA DA DIO - UN LIBRO SVELA COME “VESTIRE LA TAVOLA”, “OFFRIRE PIATTI PARTICOLARI”, “IL RISPETTO PER GLI OSPITI” – “GUAI A TENERE I CELLULARI SUL TAVOLO”

Antonella Amapane per "La Stampa"

 

valentino e anne hathaway at the emperor’s table 13valentino e anne hathaway at the emperor’s table 13

Tutti conoscono lo stile di Valentino nella moda, ma a pochi è nota l’altra anima dello stilista. Quella che sa trasformare in stile l’arte del ricevere, svelata nel suo nuovo libro: «Valentino: At The Emperor’s Table» (ed. Assouline), una raccolta di ricette segrete e immagini - scattate dal fotografo Oberto Gili - nelle sale da pranzo delle sue case a Roma, New York, Gstaad.


Il volume, appena presentato a New York, può essere una gran fonte d’ispirazione per molti, soprattutto adesso che torna il piacere di vivere la casa trasformandola in un luogo accogliente dove ricevere gli amici.

 

Anne Hathaway Valentino Garavani Anne Hathaway Valentino Garavani

«So fare bene due cose: i vestiti e la decorazione - racconta Valentino Garavani -. Sono usciti tanti volumi sul mio lavoro, questo è il primo sul mio hobby, vestire la tavola e offrire piatti particolari. Ho sempre amato le cose belle, ma la bellezza è anche una tovaglia di lino, l’aroma sprigionato dal buon vino in un bel bicchiere, il profumo di una salsa speciale, un centrotavola fiorito. Sono italiano e la maggior parte degli amici quando viene da me si aspetta un pranzo italiano. Il mio chef ha messo a punto e personalizzato menù ottimi. La scelta dipende dalle occasioni e non dalle case. Ci sono quelle formali che richiedono portate elaborate, e quelle dove la semplicità è la cosa migliore».

Kylie Minogue Valentino GaravaniKylie Minogue Valentino Garavani


Quali sono le caratteristiche di un buon padrone di casa?
«Deve avere grande rispetto per gli ospiti. Gli invitati sono la cosa più importante. Bisogna circondarsi sempre di oggetti che per te sono i più belli e condividerli. Non occorre un servizio di porcellane preziosissimo. Io amo molto il bianco e il blu. Ci sono ceramiche dai prezzi accessibili con disegni meravigliosi in queste tonalità. La decorazione della tavola deve riflettere il luogo dove il pranzo si svolgerà, armonizzarsi con l’ambiente. I colori dei piatti vanno in nuance con i fiori e le candele che creano subito un’ atmosfera calda. L’eleganza è l’equilibrio tra proporzioni, emozioni e sorprese».

valentino at the emperor’s table 7valentino at the emperor’s table 7


Lei è famoso per i suoi ricevimenti. È abituato ad avere ospiti famosi, da Jane Fonda a Madonna... Come si orchestra un pranzo di successo?
«La giusta lista di invitati è un mix di persone interessanti e differenti, così si crea curiosità fra i commensali, si condividono pensieri e aneddoti. E l’occasione diventa magica. Quando ero giovane, all’inizio dei miei viaggi a New York, Diana Vreeland (mitica direttora di Vogue America, ndr) diede un pranzo in mio onore e mi chiese chi volevo conoscere. Io dissi: Sophia Loren. “Bene, la invito”, rispose. Il giorno del pranzo però non c’era, era dovuta tornare in Italia. Al suo posto trovai Jackie Kennedy, all’epoca giovane vedova che stava traslocando in Fifth Avenue e aveva una grande voglia di divertirsi. Diventammo amici. È stato il più bel surprise dinner party. Diana mi presentò una donna speciale. Questo per dire che ognuno di noi nel proprio entourage conosce persone che potrebbero interessare per mille ragioni ad altre. Farle incontrare è un gesto di cortesia che può rendere una serata indimenticabile. Poi ci vogliono sempre un paio di invitati spiritosi capaci di alleggerire la conversazione. Insomma, i segreti sono: have fun, buon cibo, ottimo vino e.... i tuoi amici».

valentino at the emperor’s table 6valentino at the emperor’s table 6


Mai capitati momenti imbarazzanti?
«Una volta Liz Taylor arrivò indossando un mio abito e preziosi diamanti. Mentre eravamo a tavola con altri ospiti ricevette una telefonata e si allontanò. Poi tornò urlando: “Dove è il mio orecchino?”. Tutti ci inginocchiammo a cercarlo. Ma poi si scoprì la verità. In albergo aveva discusso animatamente con Richard Burton e il gioiello era scivolato sul comodino. La serata finì fra sorrisi e battute. Lei fu la prima a prendersi in giro».

valentino at the emperor’s table 5valentino at the emperor’s table 5


Gli errori da evitare?
«Non è educato arrivare a un pranzo quando tutti sono già seduti. E guai a tenere i cellulari sul tavolo. Sembrano banalità, ma capitano di continuo».

 

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