IL CINEMA DEI GIUSTI – CON “SOTTO UNA BUONA STELLA”, VERDONE RIPOSIZIONA “LA CHIESA AL CENTRO DEL VILLAGGIO” E RIPORTA INTATTO IL PIACERE DI VEDERE UN GRANDE COMICO MUOVERSI LIBERAMENTE SULLA SCENA

Marco Giusti per Dagospia

"Sotto una buona stella" di Carlo Verdone

Il pellegrinaggio sulla tomba di John Keats. L'ombra mai scomparsa del Festival della Poesia di Castelporziano '79. "Mio padre si droga. Sti cazzi!". "Sei fuggito nella notte portandoti via la mia pornografia...". E l'ombra del celebre affanculo di Piromalli ("Me c'hanno mannato e non m'hanno voluto. Vacce tu che sei un cornuto. Affanculo a..."). Un vicino come Alex Infascelli che alleva pitoni che si muovono attorno alle persone come nelle performance di Marina Abramovic. La luce di Ennio Guarnieri, 83 anni, come ai tempi di "Un sacco bello" e "Borotalco".

Ah, quanta Roma c'è nei film di Carlo Verdone, quanta vera grande bellezza degli anni 60, 70, 80. Anche se poi, come dice Rudy Garcia "la cosa più importante è aver rimesso la chiesa al centro del villaggio". E in questo nuovo film di Carlo Verdone, "Sotto una buona stella", che ha diretto, interpretato e scritto con la collaborazione di Pasquale Plastino, Gabriele Pignotta e Maruska Albertazzi, la cosa che più conta è proprio che il suo personaggio sia tornato al centro del racconto, lo è anche visivamente al centro di ogni scena, e che quindi tutto ciò che avviene attorno e tutti ciò che fanno e dicono gli altri personaggi sia sempre e solamente in relazione a lui.

Rispetto pure a un film riuscito, ma corale come "Posti in piedi in Paradiso", dove Verdone divideva generosamente la scena e le gag con Marco Giallini, Piefrancesco Favino e Michela Ramazzotti, in questo "Sotto una buona stella", che ha forse una storia meno interessante, utile solo alla costruzione di una serie di situazioni e di sketch molto divertenti, averci riposizionato Verdone al centro del racconto e vederlo agire, con gag e battute con Paola Cortellesi o con Tea Falco, e con una serie di inediti volti verdoniani, ci riporta intatto il piacere di vedere un grande attore e un grande comico muoversi liberamente sulla scena.

Il piacere di vedergli costruire delle gag, spesso, improvvisate come quella della tazzina di caffè che non riesce mai a bere perché la Cortellesi lo disturba, o di quando cade perché c'è una palletta per terra. Probabile che l'aver girato, subito dopo "Posti in piedi in Paradiso", come attore il film di Paolo Sorrentino "La grande bellezza", abbia in qualche modo cambiato il percorso di Verdone, che ci sembra qui molto più attento di altre volte all'ambientazione romana e al suo stesso personaggio.

Come questo tutto scavare nella poesia metropolitana di Castelporziano, da sempre grande passione di Verdone, che trova qui momenti di gran divertimento, o l'incredibile numero dei provini dei nuovi musicisti, che vede un cafonissimo cantante esibirsi di fronte a due manager ancor più cafoni di lui. Anche se non è un film perfettamente costruito, "Sotto una buona stella" si permette da una parte dei numeri comici che non vedevamo da anni, che ci riportano al Verdone degli inizi, da un'altra delle sperimentazioni, sia comiche che strutturali, che indicano la sua voglia di cambiamento per non navigare nelle ripetizioni più facili.

Perfino il far coppia con Paola Cortellesi, fresca del successo di "Un boss in salotto" con Rocco Papaleo, mostra il suo desiderio di costruire situazioni comiche diverse e di volersi amalgamare con modelli più recenti di commedie. Ma funziona benissimo anche con i suoi due buffi figli, la Tea Falco di "Io e te" di Bernardo Bertolucci, che si trascina dietro una naturale freschezza ma anche una specie di vena comico-poetica anni '70 che Verdone rilegge subito in chiave di commedia, e il più televisivo Lorenzo Flaherty. Il film inizia con una festa in una terrazza romana proprio alla "Grande bellezza", interrotta dalla notizia della morte dell'ex moglie del padrone di casa, Federico Picchioni, cioè Carlo Verdone.

Come se non bastasse, Picchioni scopre di lì a poco che il suo socio in una holding finanziaria è un mascalzone, ha fatto una serie di impicci e la guardia di finanza ha scoperto tutto. Lui è innocente, ma si ritrova senza lavoro. E il mondo gli crolla addosso. Dovrà ospitare nella bella casa dove vive con la sua nuova donna, l'antipatica trentenne Gemma, Eleonora Sergio, i due figli scombinati e senza lavoro stabile, Lia, traduttrice, e Niccolò, musicista, cioè Tea Falco e Lorenzo Richelmy. E Lia si porta dietro perfino una bambina di tre anni.

La convivenza porterà i figli a far muro contro la compagna del padre, che molto presto deciderà di andarsene di casa con gran soddisfazione per tutti. Federico si trova così ad affrontare, da ex ricco borghese, una serie di problemi pratici legati ai figli e alla sua nuova condizione di precario. Nel pieno della disperazione troverà un aiuto e perfino l'amore nella bella nuova vicina di casa, Luisa Tombolini, cioè Paola Cortellesi, che fa la tagliatrice di teste per le industrie, anche se poi, ma qui si scivola un po' nel buonismo, cerca di trovar lavoro ai poveretti che ha dovuto licenziare.

Verdone immerge i suoi personaggi nell'Italia della crisi e della precarietà, dando molto spazio alle situazioni esterne che vedono Federico alla ricerca di un lavoro e Luisa che invece deve togliere il lavoro. Del resto proprio il crollo di ogni sicurezza borghese è la molla di partenza del film. Che alla fine troverà il suo centro nella commedia che si svolge quotidianamente tra le mura di casa Picchioni con Federico alle prese con i problemi dei figli e con quelli della vicina di casa Luisa. Come se nella famiglia e nella casa si condensassero tutti i problemi degli italiani. Questa situazione se da una parte fa procedere il film per lunghi sketch, destrutturandolo un po', da un'altra gli dà quella sostanza di commedia che non può che rafforzarlo comicamente.

Perché Verdone e la Cortellesi sono bravissimi nel gioco comico, ma anche tutti gli altri attori, dalla Falco e Richelmy alle buffe partecipazioni di Marco Capretti, il verduraio, o di Francesca Fiume, la poetessa cino-romana. E il lavoro del vecchio Ennio Guarnieri, operatore alla macchina della "Dolce vita" e poi direttore della fotografia per Mauro Bolognini ("Metello"), Federico Fellini ("Ginger e Fred"), Vittorio De Siva ("Il giardino dei Finzi Contini"), Luigi Zampa ("Il medico della mutua"), Pappi Corsicato ("Il seme della discordia") è di grandissima eleganza. Da non perdere. In sala dal 13 febbraio.

 

 

SOTTO UNA BUONA STELLA VERDONE x Sotto una buona stella Carlo Verdone SOTTO UNA BUONA STELLA VERDONE Sotto una buona stella Carlo Verdone e Paola Cortellesi Sotto una buona stella Carlo Verdone e Paola Cortellesi SOTTO UNA BUONA STELLA VERDONE

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