
NESSUNO PUÒ METTERE BERGOGLIO IN UN ANGOLO - DAL VATICANO PROVANO A FUGARE I DUBBI SULL’INCAPACITÀ DI “PROTEGGERE” IL PAPA FACENDOCI SAPERE CHE È SOTTOPOSTO A UNA RIGIDA ROUTINE FATTA DI RIPOSO, ESERCIZI FISICI, LAVORO E QUALCHE VASCHETTA DI GELATO – NON SOLO: CASA SANTA MARTA SAREBBE STATA ATTREZZATA PER LA DEGENZA DI FRANCESCO E I MEDICI PRONTI A INTERVENIRE NELL’EVENTUALITÀ DI UNA CRISI RESPIRATORIA ANALOGA A QUELLA VISSUTA AL GEMELLI - QUANTO RIUSCIRANNO A TENERE A BADA IL PAPA, ORA CHE SI AVVICINA LA PASQUA?
Estratto dell’articolo di Iacopo Scaramuzzi per "la Repubblica"
papa francesco in piazza san pietro con l ossigeno giubileo degli ammalati foto lapresse 14
Al gelato non resiste. Gusti: limone, mango e dulce de leche, accompagnati dalle cialdine a dischetto. A portarglielo direttamente a casa è Sebastian Padron, un gelataio argentino che otto anni fa ha aperto un locale in via Gregorio VII, vicino al Vaticano, e quasi subito ha iniziato a ricevere ordini dal cliente più prestigioso che potesse sperare. Il gelato è uno dei pochissimi piaceri che papa Francesco si concede in questo periodo di convalescenza. Lo mangia volentieri, lo offre ai collaboratori. Il gelataio consegna le vaschette alla reception di Casa Santa Marta, o direttamente nella cucina dell’albergo interno allo Stato Pontificio che Francesco ha eletto a sua residenza fin dal Conclave.
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Domenica Bergoglio è uscito a sorpresa in piazza San Pietro per affacciarsi al Giubileo dei malati, da quando è tornato in Vaticano due settimane fa si era chiuso in casa convalescente. Nella palazzina di sei piani costruita per ospitare i cardinali durante i Conclavi abitano abitualmente un centinaio di officiali della Santa Sede, oltre ai selezionatissimi ospiti, cardinali e vescovi che passano dal Vaticano per alcuni giorni.
Ma da quando è tornato il Pontefice argentino non scende alla mensa, dove era abituato a cenare, né nella cappella del piano terra, quella in cui per i primi anni del pontificato, e ancora durante la pandemia, ha celebrato messa la mattina presto. «Sta al secondo piano, non lo vediamo», raccontano i suoi coinquilini. Bergoglio vive confinato al livello dove c’è la sua suite, la 201, e per ovvi motivi di riservatezza e di salute l’intero piano è off limits per gli altri ospiti della Domus.
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La giornata del Papa è scandita dalle cure. La sveglia è fissata all’alba. Dopo la colazione, e una scorsa ai giornali, Bergoglio fa qualche passo verso la cappella che si trova al suo piano, e lì concelebra messa con i suoi segretari. Poi si sottopone ogni mattina a una doppia sessione di un paio d’ore: fisioterapia respiratoria, ossia esercizi che il Papa può fare anche allettato o seduto per recuperare l’uso autonomo dei polmoni, e fisioterapia motoria, passeggiate lungo il corridoio assistito dal tutore, ma anche movimenti con le braccia, per recuperare il tono muscolare dopo 38 giorni di ospedalizzazione.
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Francesco, da sempre molto metodico, alterna gli esercizi con il riposo, poi si dedica un po’ al lavoro, che da qualche giorno ha ripreso a svolgere alla scrivania: per lo più lettura di documenti, preparazione o approvazione di testi da diffondere, e poi le nomine, che vaglia con particolare attenzione.
Dopo il pranzo, che arriva dalla cucina del piano terra, e un pisolino, il pomeriggio segue lo stesso ciclo: esercizi, riposo, lavoro. Molto raramente prima di sera chiama qualcuno in video-collegamento (una nipote in Argentina, un amico), comunicazioni brevi durante le quali, però, Bergoglio non manca mai di fare qualche battuta. Ha anche ripreso a fare un saluto in video alla parrocchia di Gaza, la sera alle 20, tramite lo smartphone di un segretario.
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Cena piuttosto presto, un po’ di lettura, e poi va a letto per la notte.
Francesco vive con i naselli attaccati al concentratore di ossigeno ma nel corso dei giorni ha ridotto i flussi ed ha recuperato un po’ l’uso della parola […]
Il piano è stato adeguato alla situazione. Il Vaticano non lo conferma ma, pur senza ristrutturazioni o grandi lavori, Casa Santa Marta è ora allestita in modo da poter intervenire tempestivamente nell’eventualità di una crisi respiratoria analoga a quella che ha vissuto al Gemelli.
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A fornire la strumentazione, oltre al letto attrezzato adatto alla situazione, è la direzione igiene e sanità, una sorta di ministero della Salute del Vaticano, guidato dall’efficientissimo e discretissimo professor Andrea Arcangeli, anestesista rianimatore che faceva parte della squadra di medici che assistette Giovanni Paolo II negli ultimi anni. C’è poi Luigi Carbone, il dottore apparso in conferenza stampa al Gemelli, e un’altra decina, tra medici e infermieri, che gravitano attorno al Papa. A chi viene da fuori, e potrebbe portare germi o virus, è chiesto di indossare la mascherina.
[…] Oltretevere ci si domanda se in questi giorni Francesco farà altri strappi alla regola per ricevere qualche ospite, se si affaccerà dal loggione di San Pietro per l’ urbi et orbi di Pasqua. Sinora pochissimi hanno accesso al secondo piano. Francesco è circondato dai sanitari che si prendono cura di lui 24 ore al giorno, a partire da Massimiliano Strappetti, l’infermiere di fiducia che non lo perde mai di vista, e da un secondo infermiere fisso, Andrea Rinaldi.
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A fare da tramite con il mondo estero ci pensano i tre segretari: don Fabio Salerno e don Daniel Pellizzon, che abitano allo stesso piano del Papa, e don Juan Cruz Villalon, molto presente anche al Gemelli, che abita al piano di sotto. Sempre al secondo piano risiedono anche i due assistenti di camera del Papa, Piergiorgio Zanetti, ex gendarme, e Daniele Cherubini, ex infermiere. […]
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PAPA FRANCESCO SUL SAGRATO DI PIAZZA SAN PIETRO
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