1- CHI NON MUORE SI RIVEDE: IL MAGO DALEMIX RICICCIA AL FIANCO DI MONTI E DI AMATO 2- LA FONDAZIONE ITALIANIEUROPEI SI FA “THINK TANK” CON IL NOBEL JOSEPH STIGLITZ 3- DAVANTI ALL’INOSSIDABILE SUDARIO MONTI STIGLITZ FA SUBITO SEPPELLIMENTO AL VOLO LA MERKEL: “L'AUSTERITÀ DA SOLA NON RISOLVE LA CRISI, ANZI PUÒ PERFINO PEGGIORARLA” 4- MA IL VERO “PUNTO DI SVOLTA” DELLA CRISI CI SARÀ SE FRANCOIS HOLLANDE VINCERÀ LE ELEZIONI DOMENICA PROSSIMA. SOLO COSÌ SI TROVERÀ LO SPAZIO PER INCALZARE BERLINO 5- E DOPO AVER ASCOLTATO IL PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA SAPETE COSA HA ESCLAMATO IL CATASTROFICO MAX: “HO PENSATO CHE LA SINISTRA ESISTE ANCORA” (CI FA O C’E’?) 6- PLATEA IN POMPA MAGNA: EUGENIO SCALFARI, PALENZONA, FORNERO, MAURO MORETTI, GIARDA, LIVIA TURCO, PAOLO PELUFFO, EPIFANI, CORRADO CALABRO’, MARTA DASSU

Foto di Mario Pizzi da Zagarolo

Li. P. per "Il Sole 24 Ore"

Un seminario a porte chiuse organizzato dai principali think tank del pensiero progressista - Feps (Foundation for European progressive studies), Fondazione Italianieuropei, Ipd (Initiative for Policy Dialogue) - e un titolo che sa di voglia di "riscossa" culturale e soprattutto politica: «Oltre l'austerità, politiche alternative per l'occupazione e la crescita». Il punto sta proprio qui, nell'alternativa alla regola dell'austerità che qualcuno ha addirittura chiamato «ideologia».

A tenere i fili del ragionamento Joseph Stiglitz che ha suggerito a un'Europa in crisi e a un'Italia altrettanto "depressa" alcuni punti (cinque) per intraprendere un'inversione di rotta innanzitutto sulla base di una premessa, «l'austerità da sola non risolve la crisi, anzi può perfino peggiorarla».

È stata questa la prima regola suggerita da Stiglitz anche al premier «che è un buon economista e sa l'importanza di stimolare l'economia in momenti di crisi come questo». Il ragionamento di Stiglitz è stato articolato ma, come si è ripetuto in tutti gli interventi del seminario a porte chiuse, il vero «punto di svolta» ci sarà se Francois Hollande vincerà le elezioni domenica prossima. Solo così si troverà lo spazio per incalzare Berlino.

Già, perché tra i punti "suggeriti" da Stiglitz, il ruolo della Germania è centrale sia su come dovrebbe stimolare la domanda - avendo lo spazio fiscale per farlo - sia sul dare il via libera a investimenti pubblici con i project bond o attraverso la Bei o addirittura la golden rule.

Su un tema però ha centrato il suo intervento Stiglitz sia nel seminario che nel convegno pubblico: «È l'eccesso di diseguaglianza una delle cause della crisi e da lì si deve ripartire». Ripartire quindi da una politica redistributiva, che trovi il suo perno nel welfare state o nel fisco, per attenuare i divari salariali e di reddito.

E dopo aver ascoltato Stiglitz, Massimo D'Alema dice di sentirsi «rincuorato: ho pensato che la sinistra esiste ancora» e suggerisce di inviare quell'agenda a «Berlino». L'ex premier è stato l'animatore del seminario di ieri insieme a Giuliano Amato in un appuntamento al quale hanno partecipato Hannes Swoboda, presidente del gruppo democratici e socialisti al Parlamento Ue, Alfred Gusenbauer, ex Cancelliere di Vienna, Peter Bofinger, tutti sostenitori della necessità di «un cambio di pagina dell'Europa». Ma D'Alema insiste su un fronte che appare troppo sbilanciato: «Quello di un rigore che ha le sue regole e sanzioni e di una crescita, invece, lasciata solo agli auspici».

Lo squilibrio è lì, fa notare D'Alema che, nel dibattito con Monti e Stiglitz, rilancia la tassa sulle transazioni finanziarie e l'idea di mutualizzare i debiti con gli eurobond. Punti di un'agenda che passa attraverso una reinterpretazione del fiscal compact. Ma, innanzitutto, di una vittoria del socialista Hollande

 

STIGLITZ DALEMA MONTI PIERO GIARDA MINISTRO GIARDA PAOLO PELUFFO MATTEO COLANINNO E D ALEMA PIZ STIGLITZ RICARDO LAGOS MAURO MORETTI E LUCIA ANNUNZIATA

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…