NONOSTANTE SI SIA SVENATA PER EVITARE IL FALLIMENTO DEL GRUPPO VISIBILIA, DANIELA SANTANCHÉ RESTA IN ROSSO (E CONTINUA A PERDERE SOLDI) - L’ALLARME DEL SUO MANAGER SECONDO CUI LE VICENDE GIUDIZIARIE HANNO FATTO ALLONTANARE QUALCHE CLIENTE INVESTITORE - L’INSIDIA DEL FALLIMENTO E PERFINO QUELLA DEL CONCORDATO SVENTATE GRAZIE ALL’AIUTO DELL’AMICA PAOLA FERRARI E L’INDEBITAMENTO DI 3,2 MILIONI DI EURO CON LE BANCHE
Fosca Bincher per open.online - Estratti
Nonostante la casa milanese data in garanzia per evitare il fallimento e l’accollo di alcuni debiti, va male l’ultima società intestata a lei: l’ex Visibilia concessionaria ora Athena pubblicità
Nonostante si sia nell’ultimo anno perfino svenata per evitare il fallimento del gruppo Visibilia da lei fondata, Daniela Santanché sembra non riuscire ad uscire dai guai dei suoi affari.
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Ma la ministra del Turismo per farlo ha dovuto dare in pegno perfino la sua bella casa milanese in cui abita da anni. Alcune sue quote societarie sono passate in mano al compagno Dimitri Kunz, quella nella Visibilia quotata non è più sua, ma resta ancora attiva la Visibilia concessionaria che dopo avere sventato l’insidia del fallimento e perfino quella del concordato grazie all’aiuto dell’amica Paola Ferrari De Benedetti ha mutato nome dall’aprile scorso in Athena pubblicità. Ma non ha invertito la rotta dei guai, continuando a perdere soldi e secondo gli amministratori anche clientela grazie all’eco mediatico delle inchieste sulla Santanché.
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All’improvviso approvati due bilanci in perdita. Salvata sul codice civile dal governo Meloni Athena pubblicità alla vigilia dell’estate ha approvato in assemblea (presenti la Santanché, la sua Immobiliare Dani e la Alevi srl di Paola Ferrari) i bilanci del 2022 e quello del 2023. Quello di due anni fa in forte perdita (3,6 milioni di euro solo parzialmente ripianati da un aumento di capitale, e restano ancora da coprire 914.578 euro), e quello del 2023 comunque in perdita per 61.938 euro.
Così alla fine il capitale sociale si è ridotto di oltre un terzo e sarebbe stata necessaria la convocazione di una assemblea per la sua ricostituzione. Questo però non è avvenuto perché nel frattempo il Consiglio dei ministri di Giorgia Meloni di cui faceva parte la stessa Santanché fra i suoi primi atti ha prorogato le norme societarie nate con il Covid che consentivano di rinviare al futuro la riparazione di questo tipo di guai. Messi sotto il tappeto, ma non scomparsi.
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L’allarme del manager della ministra: «Perdiamo clienti per il clamore delle inchieste»
L’amministratore della concessionaria che raccoglie pubblicità per le testate storiche di Visibilia, fra cui Novella 2000 e Visto, e per altre riviste di sport e soprattutto nautiche che via via si sono aggiunte in portafoglio, sostiene che le vicende della Santanché hanno fatto allontanare qualche cliente investitore.
«La Società, pur operando in un contesto di mercato reso estremamente difficoltoso», scrive Paolo Giuseppe Concordia, «sia a causa di congiunture macroeconomiche nonché per il risalto mediatico della diffusione di fatti e notizie riguardanti la stessa (che hanno anche allontanato qualche cliente), come sopra specificato, vuole portare avanti la sua strategia volta al riposizionamento delle testate gestite ed all’attivazione di clienti ad alta immagine con un’attenzione particolare allo sviluppo della piattaforma digitale, attraverso la razionalizzazione dei siti internet delle testate gestite con criteri assolutamente innovativi».
Indebitamento alto con le banche, assistito però dal Fondo di garanzia del Mediocredito
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Athena pubblicità ha anche un indebitamento di 3,2 milioni di euro con il sistema bancario che poggia soprattutto su un castelletto da 2,77 milioni di euro con la Banca popolare di Sondrio per incassare l’anticipo delle fatture per acquisto spazi pubblicitari non ancora saldate. L’amministratore lamenta però il peso degli oneri finanziari, spiegando che grazie alle scelte della Bce di Christine Lagarde «sono aumentati a dismisura gli interessi passivi, per via dell’aumento dei tassi di interesse a livelli nazionale ed internazionale». La linea di credito però è stata aperta con le regole Covid del decreto liquidità di Giuseppe Conte e quindi è assistita dal Fondo di garanzia presso il Mediocredito centrale.
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