brexit

SEGNATEVI QUESTA DATA: ALLA MEZZANOTTE DEL 30 MARZO 2019 LA BREXIT DIVENTERA’ REALTA’ – NEL PIANO DI BRUXELLES PER L’USCITA DEL REGNO UNITO DALL’UE DIRETTIVE ANCHE SUI DIRITTI DEI CITTADINI E SUL CONTO DA SALDARE (IN EURO) FINO ALL’ULTIMO CENTESIMO

theresa may  firma la richiesta secondo l articolo 50theresa may firma la richiesta secondo l articolo 50

Marco Bresolin per la Stampa

 

Dieci pagine, quattro capitoli, quarantasei punti e un paio di princìpi molto chiari: i diritti dei cittadini vengono prima di tutto e i conti andranno saldati fino all’ultimo centesimo. In euro. Ricevuto il “mandato politico” dal Consiglio Europeo di sabato, la Commissione ha preparato la sua direttiva con i dettagli “legali” per i negoziati con il Regno Unito che regoleranno l’uscita dalla Ue. Sarà presentata domani mattina dal capo-negoziatore Michel Barnier, ma La Stampa – che ha preso visione della bozza del documento - è in grado di anticiparne i contenuti.  

 

Due fasi distinte  

BREXIT PASSAPORTOBREXIT PASSAPORTO

C’è un aspetto che balza subito agli occhi leggendo i primi punti del testo: la Commissione non prende minimamente in considerazione, per ora, gli aspetti legati alla futura partnership. Il Consiglio ha deciso che si comincerà a parlare di questo solo quando saranno stati raggiunti “sufficienti progressi” sulle questioni del divorzio e per rafforzare questo concetto il team Barnier ha messo nero su bianco soltanto le direttive relative al divorzio. “Quando il Consiglio deciderà che saranno stati fatti sufficienti progressi – si legge – ci sarà un’altra serie di direttive”. Che riguarderanno la futura partnership e gli accordi transitori.  

 

L’ora della Brexit  

theresa may firma la richiesta secondo l articolo 50theresa may firma la richiesta secondo l articolo 50

Il documento fissa anche l’ora in cui la Brexit diventerà realtà. E cadrà in due giorni diversi. A Bruxelles sarà il 30 marzo del 2019, a Londra il 29 marzo. Già, perché le direttive fissano il momento dell’addio definitivo alla mezzanotte in punto del 30 marzo, sottolineando “ora di Bruxelles”. Il che vuol dire che saranno le 23.00 del 29 marzo a Londra. Dettagli, rispetto al resto. Ma un segnale di quanto l’Ue voglia considerare tutta la questione da un punto di vista Bruxelles-centrico. Idem per quanto riguarda il pagamento del “Brexit Bill”: il conto dovrà essere saldato in euro. 

 

I cittadini  

I diritti degli europei che vivono nel Regno Unito e quelli dei britannici che vivono nei Paesi Ue (si parla di “garanzie reciproche”) sono “la prima priorità”. E la Commissione specifica che dovrà essere garantito il diritto di acquisire la residenza permanente dopo un periodo continuativo di cinque anni di residenza legale. In particolare Bruxelles dice che andranno garantiti i diritti e gli status derivanti dalla legge Ue “alla data del divorzio”, anche per quegli aspetti che si verificheranno in futuro (per esempio per le pensioni). Si parla sia dei cittadini “economicamente attivi” ma anche di quelli “inattivi”, che risiedono nel Regno Unito (o, se britannici, nell’Ue) al momento del divorzio. Tali diritti, spiegano le direttive, vanno estesi ai membri della loro famiglia che li raggiungono “in ogni momento, prima o dopo la data del divorzio”.  

BREXITBREXIT

 

Il conto da pagare  

Agli aspetti finanziari è dedicato un intero capitolo. Londra dovrà “onorare la sua quota di finanziamento per tutti gli impegni presi come Stato membro” nel bilancio dell’Ue, nelle istituzioni previste dai Trattati (per esempio la Bei) e nella sua partecipazione in specifici Fondi (per esempio il fondo di sviluppo europeo). Non solo, dovrà anche “coprire tutti i costi legati al processo di trasferimento delle Agenzie Europee”, come quella del Farmaco che fa gola a tante altre città, Milano in primis. Le modalità di pagamento dell’intero conto – stabilisce la direttiva – dovranno essere “concordate per mitigare l’impatto dell’uscita sul bilancio Ue”. L’accordo dovrà dunque stabilire l’ammontare esatto del “Brexit Bill” e le “modalità pratiche” per il pagamento, che dovrà essere “annuale”. 

 

Le questioni giuridiche  

C’è poi tutta la parte dedicata alle controversie giuridiche. E il documento dice che tutti i giudizi pendenti alla Corte di Giustizia al momento del divorzio continueranno il loro iter in quella sede. Ma anche che sarà possibile avviare procedure davanti alla Corte per fatti avvenuti prima del divorzio. 

MAY JUNCKERMAY JUNCKER

 

La frontiera irlandese  

Come già fatto sabato dai capi di Stato e di governo, viene rimarcata anche qui l’importanza della questione irlandese. Si dice che bisogna “evitare una frontiera rigida” e che per questo bisognerà cercare soluzioni “flessibili e fantasiose”. Dovranno essere riconosciuti gli accordi che già esistono a livello bilaterale tra Irlanda e Regno Unito, come l’area di viaggio comune, e le disposizioni legate al transito di merci. 

 MAY JUNCKER MAY JUNCKER

 

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON HA PER NULLA DIGERITO L’INTESA TRA USA E UCRAINA (MEDIATA CON TRUMP DA BIN SALMAN E STARMER) PER UN CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI: IL “MACELLAIO” DI MOSCA (CIT. BIDEN) VOLEVA I NEGOZIATI SUBITO, NON LA TREGUA, CHE INVECE RICALCA LE RICHIESTE DI ZELENSKY – “MAD VLAD” SI STA RENDENDO CONTO CHE IN GIRO C’È UNO PIÙ PAZZO DI LUI: L’INSOSTENIBILE BIPOLARISMO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO È LOGORANTE ANCHE PER MOSCA. UNO CHE DOPO AVER ANNUNCIATO DI AVER SOSPESO ARMI E CIA A KIEV, OPLÀ!, ORA HA RINCULATO. E MINACCIA “SANZIONI DEVASTANTI” SE PUTIN NON ACCETTERÀ L’ACCORDO…

wanna marchi stefania nobile davide lacerenza

CRONACHE DI CASA MARCHI – QUANDO WANNA DICEVA AL “GENERO” LACERENZA: “PORCO, TI DOVRESTI VERGOGNARE, MERITI SOLO LA MORTE” – TRA LE INTERCETTAZIONI DELL’ORDINANZA DI ARRESTO DEL TITOLARE DELLA ''GINTONERIA'' E DI STEFANIA NOBILE, SONO CUSTODITE ALCUNE FRASI STRACULT DELL’EX TELE-IMBONITRICE – LA MITICA WANNA RACCONTA UNA SERATA IN CUI DAVIDONE “TIRA FUORI LA DROGA”: “L’HA FATTA DAVANTI A ME, IO HO AVUTO UNA CRISI E MI SONO MESSA A PIANGERE” – LA DIFESA DI FILIPPO CHAMPAGNE E LA “PREVISIONE”: “IO CREDO CHE ARRIVERÀ UNA NOTIZIA UNO DI ‘STI GIORNI. ARRIVERÀ LA POLIZIA, LI ARRESTERANNO TUTTI. PERCHÈ DAVIDE ADDIRITTURA SI PORTA SEMPRE DIETRO LO SPACCIATORE..."

volodymyr zelensky bin salman putin donald trump xi jinping

DAGOREPORT – COME SI E' ARRIVATI AL CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI TRA RUSSIA E UCRAINA? DECISIVI SONO STATI IL MASSICCIO LANCIO DI DRONI DI KIEV SU MOSCA, CHE HA COSTRETTO A CHIUDERE TRE AEROPORTI CAUSANDO TRE VITTIME CIVILI, E LA MEDIAZIONE DI BIN SALMAN CON TRUMP - E' BASTATO L’IMPEGNO MILITARE DI MACRON E STARMER PER DIMOSTRARE A PUTIN CHE KIEV PUÒ ANCORA FARE MOLTO MALE ALLE FRAGILI DIFESE RUSSE - NON SOLO: CON I CACCIA MIRAGE FRANCESI L'UCRAINA PUÒ ANDARE AVANTI ALTRI SEI-OTTO MESI: UN PERIODO INACCETTABILE PER TRUMP (ALL'INSEDIAMENTO AVEVA PROMESSO DI CHIUDERE LA GUERRA “IN 24 ORE”) – ORA CHE MOSCA SI MOSTRA “SCETTICA” DAVANTI ALLA TREGUA, IL TYCOON E IL SUO SICARIO, JD VANCE, UMILIERANNO PUBBLICAMENTE ANCHE PUTIN, O CONTINUERANNO A CORTEGGIARLO? - LA CINA ASPETTA AL VARCO E GODE PER IL TRACOLLO ECONOMICO AMERICANO: TRUMP MINIMIZZA IL TONFO DI WALL STREET (PERDITE PER 1000 MILIARDI) MA I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI LO HANNO GIÀ SCARICATO…

elly schlein nicola zingaretti donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - CHE FIGURA DI MERDA PER IL PD MALGUIDATO DA ELLY SCHLEIN: A BRUXELLES, TOCCATO IL FONDO, IL PD HA COMINCIATO A SCAVARE FACENDOSI SCAVALLARE ADDIRITTURA DAL PARTITO DI GIORGIA MELONI – SE FDI NON POTEVA NON VOTARE SÌ AL PROGETTO “REARM EUROPE” DELLA VON DER LEYEN, I DEM, CHE ADERISCONO AL PARTITO SOCIALISTA, SI SONO TRASFORMATI IN EURO-TAFAZZI: 10 HANNO VOTATO A FAVORE, 11 SI SONO ASTENUTI (E SOLO GRAZIE ALLA MEDIAZIONE DEL CAPOGRUPPO ZINGARETTI I FEDELISSIMI DI ELLY, DA TARQUINIO A STRADA, NON HANNO VOTATO CONTRO URSULA) – I FRATELLINI D’ITALIA, INVECE, DOPO AVER INGOIATO IL SI', PER NON FAR INCAZZARE TRUMP, SI SONO ASTENUTI SULLA RISOLUZIONE SULL’UCRAINA. LA SCUSA UFFICIALE? "NON TIENE CONTO" DELL’ACCORDO A RIAD TRA USA E UCRAINA. INVECE GLI EURO-MELONI PRETENDEVANO UN RINGRAZIAMENTO DEL  PARLAMENTO EUROPEO A "KING DONALD" PER IL CESSATE IL FUOCO TRA MOSCA E KIEV (CHE, TRA L'ALTRO, PUTIN NON HA ANCORA ACCETTATO...)

philippe donnet andrea orcel francesco gaetano caltagirone

DAGOREPORT: GENERALI IN VIETNAM - LA BATTAGLIA DEL LEONE NON È SOLO NELLE MANI DI ORCEL (UNCREDIT HA IL 10%), IRROMPE ANCHE ASSOGESTIONI (CHE GESTISCE IL VOTO DEI PICCOLI AZIONISTI) - AL CDA DEL PROSSIMO 24 APRILE, ORCEL POTREBBE SCEGLIERE LA LISTA DI MEDIOBANCA CHE RICANDIDA DONNET (E IN FUTURO AVER VIA LIBERA SU BANCA GENERALI) – ALTRA IPOTESI: ASTENERSI (IRREALE) OPPURE POTREBBE SOSTENERE ASSOGESTIONI CHE INTENDE PRESENTARE UNA LISTA PER TOGLIERE VOTI A MEDIOBANCA, AIUTANDO COSI’ CALTA (E MILLERI) A PROVARE A VINCERE L’ASSEMBLEA - COMUNQUE VADA, SI SPACCHEREBBE IN DUE IL CDA. A QUEL PUNTO, PER DONNET E NAGEL SARÀ UN VIETNAM QUOTIDIANO FINO A QUANDO CALTA & MILLERI PORTERANNO A TERMINE L’OPA DI MPS SU MEDIOBANCA CHE HA IN PANCIA IL 13% DI GENERALI…

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...