ALFANIANI SOTTO SCACCO – OGGI LA GIUNTA PER LE AUTORIZZAZIONI DECIDE SULL’ARRESTO DI AZZOLLINI – IL PRESIDENTE STEFÀNO E IL PD ORIENTATI A DARE SEMAFORO VERDE INSIEME AI GRILLINI
Dino Martirano per il “Corriere della Sera”
Dopo mille rinvii è arrivata la proposta del presidente della giunta per le Immunità di dare il via libera agli arresti domiciliari per il senatore Antonio Azzollini (Ap-Ncd) sul quale pende un’ordinanza di custodia cautelare per il crac del polo ospedaliero pugliese della Divina provvidenza. Il parlamentare viene accusato dalla procura di Trani di aver manovrato a Roma, dalla commissione Bilancio di Palazzo Madama, di cui è presidente da molti anni, per amministrare dietro le quinte il colosso delle cliniche pugliesi.
ANTONIO AZZOLLINI EX SINDACO DI MOLFETTA
Il Senato ha atteso che facesse il suo corso la richiesta di annullamento della misura cautelare avanzata dal parlamentare: giovedì scorso, il tribunale della libertà di Bari ha respinto il ricorso di Azzollini che in precedenza si era difeso anche davanti alla giunta per le Autorizzazioni presieduta da Dario Stefàno (Sel).
Così, ieri sera il presidente Stefàno ha illustrato ai colleghi di giunta la sua relazione il cui approdo è lo stesso scelto dai giudici del Riesame. Per i magistrati, però, il centro del problema è la sussistenza dei presupposti per la misura cautelare. Per la giunta, invece, l’oggetto è l’esistenza o meno del fumus persecutionis , ovvero il pregiudizio del magistrato nei confronti del politico protetto dall’immunità per la richiesta di arresto.
La relazione di Stefàno favorevole agli arresti domiciliari non è dunque entrata nel merito del procedimento: e infatti il relatore/presidente ha puntato sulla debolezza delle argomentazioni portate in giunta dal senatore Azzollini in merito all’esistenza del fumus . E anche tra i senatori che hanno manifestato l’intenzione di votare in conformità con la proposta del presidente, pochi vogliono entrare nel merito dell’inchiesta di Trani.
Nella rappresentanza del Pd favorevole alla linea di Stefàno (Stefania Pezzopane, Claudio Moscardelli, Felice Casson, Giuseppe Cucca, Rosanna Filippin, Nadia Ginetti, Doris Lo Moro e Giorgio Pagliari) circolano mille dubbi sulla solidità dell’inchiesta che «in fin dei conti — sintetizza un parlamentare dem — non evidenzia il passaggio di mazzette o l’esistenza di atti corruttivi».
Soltanto Casson, ex pm, spiega che «il provvedimento del tribunale della Libertà conferma l’impianto dell’accusa». Sulla stessa linea i grillini Giarrusso, Crimi e Buccarella mentre la Lega, rappresentata da Erika Stefani, non ha manifestato di propendere per il sì all’arresto.Dopo la relazione di Stefàno è intervenuto Andrea Augello (Ap-Ncd) che ha tentato di smontare il perimetro delle esigenze cautelari nei confronti del suo compagno di partito. Augello ha attaccato l’inchiesta di Trani che ha voluto mettere sotto osservazione l’attività parlamentare di Azzollini. Poi è toccato a Carlo Giovanardi, anche lui di Ap-Ncd, difendere il collega.
Sul fronte del no all’arresto c’è Forza Italia (Lucio Malan, che è intervenuto, e Bruno Alicata) che ha perso il senatore Giacomo Caliendo: lui, ex magistrato, ha abbandonato la giunta dopo la decisione della decadenza di Berlusconi e non è mai stato sostituito. Contrario all’arresto il socialista Enrico Buemi che non risparmia un «apprezzamento» nei confronti dei magistrati di Trani: «Il loro obbiettivo non è sempre stato quello della giurisdizione».
stefania pezzopane raccoglie ciliegie
Ieri, prima che la giunta si riunisse, è morto per infarto all’età di 67 anni monsignor Luigi Martella che nel 2013 era stato nominato dal Vaticano come commissario apostolico per la Congregazione delle Ancelle della Divina provvidenza. La stessa per il cui crac è finito nei guai il senatore Azzollini che oggi attende con comprensibile trepidazione il voto della giunta e, in seguito, quello dell’aula del Senato.