salvini e renzi

ROSATO E ROSATELLUM – IL PRESIDENTE DI ITALIA VIVA: “IL DIALOGO CON SALVINI? ORA C’È UN INTERESSE NAZIONALE” - TRA I DEM E I GRILLINI, MONTANO I SOSPETTI PER 'L'INCIUCIO' TRA RENZI E 'IL CAPITONE' – L’ASSE TRA I DUE SUL ROSATELLUM: UN SISTEMA ELETTORALE CHE GARANTISCE UNA SOGLIA DI SBARRAMENTO BASSA (AL 3%), UTILE AI RENZIANI. E UNA QUOTA MAGGIORITARIA DEL 37% IN CUI SALVINI PENSA DI POTER FARE IL PIENO – LA MOSSA DEL LEADER LEGHISTA PER BLOCCARE IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI

Monica Guerzoni per corriere.it

 

Ettore Rosato, presidente di Italia viva. Perché al vertice di Palazzo Chigi avete bloccato l’Autonomia differenziata?

boschi rosato

«Nessun blocco. Si vada avanti con la coesione necessaria in maggioranza. Dobbiamo tenere unito il Paese, valorizzando le autonomie regionali e la forza di uno Stato centrale che deve saper far sintesi tra i diversi bisogni».

salvini renzi

 

Chi ha stoppato la verifica di governo?

«Il presidente Conte ci ha proposto una verifica sull’agenda. Mi sembra utile farla, per garantire stabilità e concretezza all’esecutivo».

 

 

Fate ballare Conte perché Italia viva non decolla?

«Il nostro interesse coincide con quello degli italiani, oggi c’è bisogno di un governo che faccia le cose e non litighi. Poi, non abbiamo paura di suonare l’allarme se vediamo un pericolo. Lo abbiamo fatto con l’Iva e le microtasse e avevamo ragione, nell’interesse del governo».

 

Lo avete voluto per fermare Salvini e ora Renzi apre «governissimo»?

scontro renzi salvini prima e dopo

«Fantasie. Salvini lo abbiamo mandato a casa mentre ballava al Papeete».

 

Allora perché volete sedervi al tavolo con lui?

«Perché c’è un interesse nazionale e sui temi istituzionali è bene che tutti i partiti trovino il modo di dialogare».

 

Non volete andare al voto anticipato col Rosatellum?

«Lavoriamo per governare, non per andare al voto. Quando eravamo in maggioranza approvammo la legge elettorale anche con le opposizioni, Lega compresa. E se si va verso un proporzionale, la soglia del 5% non ci spaventa».

Renzi Salvini

 

Non puntate a defenestrare il premier Conte?

«Puntiamo a far funzionare il governo, dare risposte agli italiani e garantire stabilità, non al risiko della politica».

 

Come fate a stare al governo con il M5S, dopo gli attacchi su Banca Etruria?

«Resta l’ipocrisia di chi oggi mette un miliardo sulla Popolare di Bari per fare quello che noi facemmo su altre banche, senza denaro pubblico».

 

Lei teme la campagna acquisti della Lega nel M5S?

«Di Maio ha una bella fatica da affrontare. Riaccendere la polemica con Renzi è un’arma di distrazione, rispetto alle sue fibrillazioni interne».

 

ettore rosato

Anche Italia Viva ha i suoi problemi. Quanti sono gli scissionisti pentiti?

«Italia viva è compatta e cresce, il resto è gossip da osteria».

 

scontro renzi salvini

La manovra è quel miracolo che dice Gualtieri?

«Un buon lavoro di squadra. Resta l’ombra di qualche errore che si poteva evitare».

 

ettore rosato (2)

Seminate mine, o siete gli artificieri?

«Se la manovra avesse aumentato le tasse, più che una mina sarebbe stata una bomba per l’autodistruzione».

 

ASSE RENZI-SALVINI SUL ROSATELLUM

A.Gen. per il Messaggero

 

Per Matteo Renzi «sono tutte stupidaggini» ed «emerite sciocchezze». Eppure, tra i dem e i grillini, montano i sospetti per «l'inciucio» tra il leader di Italia Viva e Matteo Salvini. 

Nessuno esce allo scoperto, il veleno è dispensato dietro patti di anonimato, però sono in molti a temere che Renzi punti alle elezioni a breve per utilizzare l'attuale sistema elettorale. Esattamente come il capo della Lega.

SALVINI VESPA E RENZI

 

Il Rosatellum, infatti, garantisce una soglia di sbarramento bassa (al 3%), utile ai renziani. E una quota maggioritaria del 37% in cui Salvini pensa di poter fare il pieno, imponendo per di più un vincolo di coalizione (e di sudditanza) a Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. In più, Salvini starebbe lavorando sottotraccia per bloccare il taglio dei 430 parlamentari e dunque «incentivare» senatori e deputati a guardare alle elezioni anticipate senza eccessive paure. 

 

Come? «Sappiamo per certo», afferma un alto dirigente dem, «che il leader della Lega farà arrivare a inizio gennaio le firme necessarie, probabilmente anche di transfughi grillini, per indire il referendum confermativo. In questo modo avrà sei mesi in più di tempo per tentare la spallata e andare al voto anticipato».

 

Vero? Per saperlo bisogna attendere il 12 gennaio, quando scadrà il termine per la raccolta delle firme per il referendum confermativo del taglio dei parlamentari. Al momento ne mancano sette.

 

SALVINI VESPA E RENZI

Nel frattempo va avanti la trattativa sulla nuova legge elettorale che deve, in base all'accordo di governo tra dem e grillini, disinnescare gli «effetti distorsivi sulla rappresentanza» che verrebbero prodotti dalla sforbiciata dei 430 parlamentari se restasse l'attuale meccanismo di voto, il Rosatellum.

 

salvini renzi

Il Pd ha detto sì al sistema proporzionale spagnolo (collegi più piccoli in modo da ridurre la frammentazione) e in subordine è pronto ad accettare il proporzionale puro con sbarramento al 5%. I 5Stelle sono sulla stessa posizione. Renzi, invece, dice sì alla soglia del 5% e boccia il sistema spagnolo: «Non funziona, in Spagna ci sono state 4 elezioni in 4 anni perché non si riesce a fare un governo». Leu, infine, pone il veto sullo sbarramento al 5% e apre al meccanismo di voto iberico. Una situazione di stallo, insomma. Per di più rischiosa: uno strappo sulla legge elettorale, da cui dipende la vita o l'estinzione dei partiti più piccoli della maggioranza, innescherebbe una probabile crisi di governo.

SALVINI E LA SFIDA A PORTA A PORTA CON RENZI

 

L'ESPLORAZIONE In questo clima domani i rosso-gialli andranno a esplorare le opposizioni, secondo la regola (ultimamente disattesa) in base alla quale la legge elettorale non dovrebbe essere approvata a colpi di maggioranza. Al vertice, aperto ai rappresentanti di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, il Carroccio dovrebbe continuare a sostenere il sistema maggioritario: Salvini ha perfino promosso un referendum in questo senso.

 

SALVINI E RENZI

Ma viene ricordato che Giancarlo Giorgetti ha aperto al proporzionale spagnolo. 

La Meloni dovrebbe allinearsi ai leghisti, contando sul fatto che il maggioritario obbligherebbe Salvini (per poter vincere nei collegi) a stringere patti elettorali con gli alleati e dunque sarebbe costretto a garantire posti sicuri sia a Fdi che a Forza Italia. Berlusconi, invece, punterebbe al proporzionale per avere le mani libere e non doversi legare al capo della Lega.

 

Dopo aver annusato le opposizioni la palla tornerà nel campo della maggioranza per trovare quella che viene chiamata «una sintesi». Più facile a dirsi che a farla.

 

SALVINI - VESPA - RENZISALVINI - VESPA - RENZI RENZI E LA SFIDA A PORTA A PORTA CON SALVINILO SCONTRO SALVINI RENZI LO SCONTRO SALVINI RENZIettore rosato (1)SALVINI E RENZI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” - L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - 

PICCATISSIMA DI ESSERE STATA DEL TUTTO IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA. IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...”

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…