matteo renzi giuseppe conte giorgia meloni

ATTENTI A QUEI DUE: L'INEDITO ASSE CONTE-MELONI UNITI CONTRO RENZI - IL PROGETTO DI PEPPINIELLO APPULO: UN LEGGE PER VIETARE CHE UN PARLAMENTARE POSSA RICEVERE BONIFICI DA STATI ESTERI (COSI' FINIREBBE LA PACCHIA PER IL SENATORE SEMPLICE DI RIAD, MEGAFONO DEL "RINASCIMENTO ARABO") - PURE LA MELONI E CALENDA CI STANNO...

Domenico Di Sanzo per “il Giornale”

 

RENZI BIN SALMAN MEME

Parla del Qatargate ma punta alla legge ad personam contro Matteo Renzi. Giuseppe Conte ha cominciato una nuova campagna. Mediatica e politica. E anche se non lo menziona mai esplicitamente, il bersaglio è sempre il senatore di Italia Viva.

 

Ed eccolo, Conte, che prende le mosse dallo scandalo che sta terremotando la sinistra all'Europarlamento per mettere nel mirino l'ex segretario del Partito Democratico. «Di fronte allo scandalo del Qatargate, la politica non può limitarsi ad indignarsi a costo zero. È facile, oggi, prendere le distanze a parole. È arrivato il momento di fare la differenza con i fatti», esordisce l'avvocato di Volturara Appula in un'intervista al settimanale Tpi.

 

Poi l'ex premier gialloverde e giallorosso aggiusta bene la mira e colpisce. «Lancio un appello a tutte le forze politiche: mettiamo in campo una solida barriera contro corruzione e influenze di Stati stranieri spiega con tono accigliato i parlamentari italiani sono già ben retribuiti dagli italiani e debbono perorare esclusivamente l'interesse nazionale. Non devono fare i consulenti o i promoter per Paesi che non siano il nostro».

 

MELONI CONTE 2

Più che evidente il riferimento ai rapporti tra Renzi e l'Arabia Saudita. Alle conferenze ben pagate tenute dal fondatore di Iv per il governo di Riad. Un vecchio cavallo di battaglia pentastellato, che riemerge grazie alle valigette dell'inchiesta Qatargate. Così Conte ne approfitta per cementare l'elettorato anti-renziano e cavalcare la tigre di una nuova battaglia. Oltre al reddito di cittadinanza e al no alle armi all'Ucraina c'è la legge-anti lobby.

 

LAWRENZI D'ARABIA

Conte è esplicito è attacca Renzi a testa bassa, sempre senza nominarlo. «Molto semplicemente i parlamentari non devono più ricevere né un euro né prestare consulenze per Stati stranieri. La funzione pubblica, come recita l'articolo 54 della Costituzione, non deve essere un trampolino di lancio per un carrierismo parallelo», continua con il suo ragionamento.

 

Poi incalza Fratelli d'Italia e il centrodestra, invitando la maggioranza a seguire la sua iniziativa sulla legge anti-Renzi: «Non abbiamo contratto debiti con nessun finanziatore o gruppi di interesse. Vediamo chi ci sta fra gli altri leader, a partire dai patrioti che sono al Governo, per dare finalmente al Paese una solida legge sul conflitto di interessi». L'ex premier vuole posizionare il Movimento nel quadrante degli eredi della «questione morale» del Pci di Enrico Berlinguer.

 

MELONI CONTE

E infatti ha già tirato fuori più volte negli ultimi giorni la questione della legge contro le lobby dei Paesi stranieri. Martedì in un'intervista a Repubblica punta direttamente Renzi: «È inaccettabile che un senatore della Repubblica, pagato dai cittadini, vada in giro per il mondo a fare il testimonial di regimi autocratici dietro pagamento di lauti compensi. Non è una frase mia, ma di Calenda, pronunciata prima di allearsi con Renzi».

 

Stesso concetto ribadito giovedì in un post indirizzato direttamente al leader di Azione. «Vota con noi una legge per impedire ai parlamentari italiani di percepire anche solo un euro da Stati stranieri e regolamentare conflitto di interessi e attività di lobby. Ci stai?», questo il messaggio recapitato a Calenda.

 

RENZI FA UNA CONFERENZA IN ARABIA SAUDITA

Renzi non risponde, il frontman del Terzo Polo cerca di tenere il punto: «Conte, non provare a fare l'azzeccagarbugli con me. Come ho sempre dichiarato, ultima volta stamattina, sono pronto a votare una norma che vieti collaborazioni retribuite con Stati stranieri». Intanto il capo del M5s ha trovato un altro tema da cavalcare: la legge ad personam contro Renzi.

matteo renzi in arabia saudita 2matteo renzi in arabia saudita 9matteo renzi in arabia saudita 5matteo renzi in arabia saudita 7matteo renzi in arabia saudita 6

 

ARABIA VIVA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...