grillo di maio

LE BALLE DEI PENTASTELLATI MOROSI: MANCO ALBERTO SORDI! - DALL’IMPIEGATO DI BANCA UBRIACO CHE SBAGLIA IL BONIFICO ALLE AMNESIE ED AGLI IMPROVVISI SILENZI – I PRETESTI DEI POCO ONOREVOLI M5S – LA COLPA, COMUNQUE, E’ SEMPRE DEI COSTI ECCESSIVI DEI SERVIZI BANCARI…

 

Giuseppe Marino per il Giornale

 

GIARRUSSO TUTTI A CASA

«Ero senza benzina, con una gomma a terra, non avevo i soldi per il taxi, c'era il funerale di mia madre... le cavallette...». I cinque stelle beccati con le mani nella marmellata dei rimborsi sembrano tanti Blues Brothers, in ginocchio come John Belushi a piangere: «Non è stata colpa mia!». Il più comico è Michele Mario Giarrusso che, di fronte a un bonifico del 2015 con un inspiegabile timbro «eseguito» del 2014 dà dell'ubriaco all'impiegato di banca, «lo scellerato allo sportello che avrà fatto bisboccia la sera prima» (salvo poi fornire altri chiarimenti).

John Belushi Blues Brothers scuse

 

Ma in fondo si sa che i Cinque stelle ce l'hanno con le banche. E infatti Barbara Lezzi, al sorgere delle prime accuse, si affretta a dire che la mattina dopo andrà in banca a controllare, uscendo per un giorno dall'era del banking on line. Maurizio Buccarella, altro parlamentare nel tritacarne, si autosospende e dichiara fiero che non spiegherà nulla ai giornalisti (che hanno il brutto vizio di fare domande). Meglio un soliloquio via web per dare la colpa al «costo eccessivo delle operazioni applicato dalla banca», ecco spiegato perché faceva il bonifico, stampava la ricevuta da mostrare agli elettori creduloni, per poi revocarlo in attesa di cambiare banca.

MAURIZIO BUCCARELLA

 

I casi si moltiplicano e gli occhiuti registi della comunicazione a 5 stelle evidentemente non ci stanno dietro e spuntano le scuse più improbabili. Per i primi due accusati, i deputati Cecconi e Martelli, interviene la regia, come provano le scuse fotocopia postate da entrambi all'unisono per giustificare i bonifici mancanti: «Il ritardo è stato dovuto a motivi di natura personale». Frase identica per entrambi, parola per parola. Chissà se è lo stesso motivo personale, o ne hanno uno diverso a testa.

BARBARA LEZZI

 

Anche Roberta Lombardi, sfiorata dalle critiche, ne sforna una buona: «Mi manca solo il bonifico di dicembre, ho tardato perché ero in campagna elettorale». Eppure tra gli onorevoli grillini spicca per le spese dello staff più corpose.

 

Del resto, i furbetti pentastellati hanno avuto un buon maestro. Chi non ricorda cosa disse il capo Luigi Di Maio quando si scoprì che era stato informato per posta elettronica che Paola Muraro era già indagata quando fu scelta come assessore da Virginia Raggi? «Ho letto la mail ma ho capito male». Bel colpo per il leader del movimento della Rete.

Roberta Lombardi

 

Scuse improbabili buone per coprire l'ingloriosa caduta dei pilastri ideali alla base del Movimento stesso. Trasparenza, onestà, uno vale uno? Slogan buoni per le folle di elettori-nickname, traditi ogni volta che conviene. E a ogni tradimento mai una spiegazione sensata, politica. Sempre e solo pretesti imbarazzati e imbarazzanti. Come quando Di Maio viene sorpreso dai giornalisti mentre entra a una riunione di lobbisti e colto in contropiede, nega: «Ma quali lobbisti?», poi dice di voler regolamentare le lobby.

 

RAGGI MARRA

Poteva essere da meno Virginia Raggi? Appena il suo braccio destro Raffaele Marra viene portato via in manette non trova di meglio che liquidarlo così: «Solo uno dei 23mila dipendenti capitolini». Solo due dei quali però, lui e Salvatore Romeo, l'uomo dalla polizza facile, membri una chat con la sindaca dal titolo «Quattro amici al bar».

 

Lello Vitiello

Il vizio della scusa banale non è ingenuità, ma una facoltà riservata ai leader grillini, sempre più simili a una setta. E in una setta agli adepti non bisogna spiegare nulla. Non c'è figuraccia che li scalfisca, i fan sul web continuano a difenderli. Questione di fede. Ecco perché potevano tenersi pure Lello Vitiello, il candidato che, estromesso perché affiliato alla massoneria, si è giustificato così: «Per me era un hobby». Perfetto stile 5 stelle.

Ultimi Dagoreport

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…