LE BANCHE ITALIANE, INZEPPATE DI BTP, TREMANO PER I CONTROLLI DELLA BCE (BTP FATTI COMPRARE CON I SOLDI A GRATIS DELLA BCE DI DRAGHI PER SVUOTARE LE BANCHE TEDESCHE)

Tonia Mastrobuoni per "La Stampa"

Si fa presto a dire esame dei bilanci, quando le 130 banche che dal mese prossimo finiranno nel mirino della Bce appartengono a 18 paesi diversi. Ieri l'Eurotower ha svelato la tabella di marcia dei lavori che traghetteranno il sistema bancario dell'eurozona verso la supervisione unica, prevista per novembre dell'anno prossimo.

L'intento è chiaro, e Draghi lo ha detto più volte: prima di cominciare a funzionare, la nuova Autorità di vigilanza dovrà avere un quadro chiaro dinanzi, con le banche ripulite dei loro eventuali problemi attuali.

Uno dei problemi, tuttavia, è la lente attraverso la quale verranno letti i dettagli dei bilanci, che di solito varia, di Paese in Paese. Esempio: come verranno calcolati gli accantonamenti? O quanto peseranno sulla valutazione i titoli di Stato? Tanto più che Mario Draghi è stato tranchant, ieri, in un'intervista a Bloomberg Tv. Se le banche «devono essere bocciate lo saranno, non si discute», ha scandito.

Ma in vista di un esame che dovrà partire con regole omogenee per tutti, fonti vicine al dossier rivelano che «c'è una certa preoccupazione, nel governo italiano, su come verranno valutati determinate partite. Ad esempio: come sarà giudicata una banca che ha molti titoli tossici? Meglio o peggio di un'altra che ha l'equivalente in titoli di Stato?». Nello specifico, se questa è una preoccupazione del governo italiano, è perché come è noto gli istituti sono pieni di bond sovrani. E hanno sfruttato anche gli ltro dell'anno scorso per imbottirsi di Btp.

Le notizie che filtrano parlano della possibilità di introdurre filtri per valutare adeguatamente il peso dei bond sovrani. Ma è intenzione di Roma far sentire la propria voce per scongiurare giudizi troppo pesanti sul possesso di titoli di Stato, ad esempio rispetto a titoli tossici: «bisognerà battersi per criteri equi, nell'eurozona», sostiene la fonte.

Qualcosa è trapelato ieri anche sul fatto che in mancanza di dettagli che consentano una supervisione piena, la Bce farà fare stime da esterni. O che gli standard adottati sui crediti inesigibili saranno «elevati», leggi: severi. E un altro sintomo del rigore con il quale Draghi si sta predisponendo a un anno di controlli capillari è, ad esempio, che nella definizione in fieri di standard omogenei, si è deciso che se un'esposizione pericolosa è garantita da garanzie reali, sarà comunque giudicata «non performing loan». In tanti Paesi europei non è così.

Ieri sia il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, sia il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni hanno tentato di rassicurare il mercato sulla solidità delle banche italiane. «Non saranno penalizzate», ha osservato Visco, mentre Saccomanni ha detto che l'Italia «non ha nulla da temere».

Ma in vista del vertice di Bruxelles che comincia stasera, dalla Süddeutsche Zeitung è arrivata la notizia che Angela Merkel si presenterà al negoziato sull'Unione bancaria con una posizione favorevole al paracadute pubblico solo a tre condizioni: che coinvolga prima azionisti e creditori; che si limiti alle 130 banche dell'esame Bce e non alle 6.000 dell'eurosistema, infine che passi l'esame dei Parlamenti nazionali. Stasera, il primo round, con la cena alla quale parteciperà anche Draghi.

 

 

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