IL BANCHETTO DELLA ROMA CRIMINALE SUL PATRIMONIO MESSO IN VENDITA DA ALE-DANNO

1 - FINMECCANICA PUNTAVA AL TESORO DEL COMUNE DI ROMA
Daniele Autieri per "la Repubblica - Edizione Roma"

Alcuni miliardi di euro. Non esiste una cifra esatta per fotografare gli asset fondamentali del patrimonio immobiliare del Comune di Roma. Tanti soldi che fanno gola a molti e si concentrano intorno ad alcuni centri di potere: Atac Patrimonio, l'azienda guidata da Gioacchino Gabbuti con una manciata di dipendenti ma sconfinate proprietà, che ha in pancia la dismissione delle rimesse dell'Atac;

il vertice del Comune di Roma e gli uffici di diretta competenza del sindaco chiamati a decidere sulla vendita dei beni demaniali come le caserme e dei beni immobiliari finiti nella delibera dell'ottobre scorso che ha dato il via a una vendita immobiliare da 230 milioni di euro; l'Eur spa, guidato fino a poche settimane fa da Riccardo Mancini, con il suo immenso bacino di progetti e speculazioni edilizie dalla Nuvola di Fuksas alla Lama di Renzo Piano, fino all'abbattimento del vecchio Velodromo per realizzare al suo posto abitazioni di lusso; e infine l'assessorato all'Ambiente che ha spartito la ricca torta dei punti verde qualità.

Intorno a questi centri di potere si è concentrato un grumo di interessi che ha coinvolto mondi criminali, ha acceso l'interesse di Finmeccanica e di Lorenzo Cola, e ha toccato alcuni uomini vicini al sindaco Alemanno.

Partiamo dalla fine: nel settembre del 2009 Cola e Mancini si incontrano a Roma nella sede di Ernst & Young. Cola è consulente della società e con l'ex-ad di Eur organizza una serie di riunioni dedicate ai nuovi progetti da lanciare nel quartiere del Fungo. Una fonte interna rivela che i due uomini hanno parlato a lungo del gran premio di Formula 1 e degli affari che ne sarebbero derivati, ma anche di operazioni edilizie di rilievo, dalla costruzione di parcheggi sotterranei alla vendita di terreni.

È in una di queste riunioni che nella mente di Cola comincia a partorire l'idea di costituire una società partecipata da Finmeccanica al 30%, dal Comune o da Eur spa con un altro 30% e, per le restanti quote, da un costruttore e da un fondo di investimento ancora da individuare. Finalità del nuovo soggetto economico: la gestione del patrimonio immobiliare, il business più importante a Roma dopo quello della metropolitana.

La faccenda si allarga e gli appetiti crescono quando il Campidoglio annuncia la dismissione del patrimonio. Nella trasmissione Report di domenica scorsa un imprenditore confessa: «il mondo criminale vicino agli ambienti di destra era molto interessato alle dismissioni patrimoniali, terreni agricoli da trasformare in edificabili, eccetera».

Il 4 ottobre del 2012 Alemanno decide di dare il via alla vendita del patrimonio comunale con la deliberazione n. 43. Nella lista ci sono oltre 370 edifici e abitazioni (tra residenziali e non residenziali) e 18 terreni che coprono una superficie di 56.300 metri quadri. Secondo le stime del Campidoglio il valore del pacchetto messo sul mercato è di 230 milioni di euro.

Infine la coda della partita si gioca nei punti verde qualità, le aree affidate ai privati verso i quali il Comune ha emesso garanzie fideiussore per 600 milioni di euro. In sostanza: se non pagano loro, paga il Campidoglio. Rispetto ai 67 progetti programmati, 17 sono finiti sotto inchiesta. Tra gli affidatari della gestione dei punti verde sono emerse vecchie conoscenze della destra come Andrea Munno (titolare della Edil House 80), Fabrizio Moro e la sorella di Gennaro Mokbel, il faccendiere che ha gestito i fondi neri di grosse aziende e ha fatto affari proprio con Lorenzo Cola.


2 - CENE E TANGENTI, GLI APPALTI DEI CANTIERI PER LA METRO C IL BANCHETTO SULLA PIÙ GRANDE OPERA PUBBLICA ITALIANA
Daniele Autieri per "la Repubblica - Edizione Roma"

Gli incontri tra Riccardo Mancini e Lorenzo Cola, i pranzi e le cene di Gianni Alemanno e Pierfrancesco Guarguaglini, la tangente pagata da Breda all'ex amministratore delegato di Eur spa e plenipotenziario del sindaco per i trasporti avevano un unico obiettivo: far entrare Finmeccanica nei cantieri della Metro C, prendere appalti, mettere mano sulla più grande opera pubblica italiana.

Dentro Metro C, Finmeccanica è parte del "contraente generale" (il gruppo di imprese vincitrici) con Ansaldo Sts, la controllata che realizza i sistemi di segnalazione. Una modesta partecipazione che vale il 14% dell'associazione di imprese. Troppo poco per un business potenziale da 3,5 miliardi di euro. Il primo a confermarlo è Lorenzo Borgogni, l'ex-responsabile delle relazioni istituzionali di Finmeccanica. Parlando delle mire del Gruppo sulla metropolitana, Borgogni allarga l'orizzonte e confessa: «La fornitura delle carrozze sarebbe stato un bel lavoro per una società come Ansaldo Breda, che non andava benissimo».

E le carrozze sono arrivate, con un maxi-appalto da 270 milioni di euro, concesso prima dalla giunta Veltroni, e poi sottoscritto da quella Alemanno con una nuova stipula del contratto registrato presso Roma Metropolitane in data 30 aprile 2009. È in questo momento che Riccardo Mancini entra in gioco e si siede al tavolo delle trattative. Il 16 maggio del 2012 Lorenzo Cola, il superconsulente di Guarguaglini, rivela agli inquirenti di un incontro con Mancini avvenuto a settembre del 2009 e dichiara: «In quella circostanza mi conferma di aver ricevuto tutte le somme pattuite, sicché si inizia a parlare di metropolitana di Roma».

Il primo ostacolo è cercare di ottenere per Ansaldo Sts condizioni migliori nella partecipazione all'Ati che avrebbe dovuto costruire la linea B1, per poi tornare a rivolgere l'attenzione ai cantieri della linea C. Nel 2010 Elsag Datamat, società allora guidata dalla moglie di Guarguaglini Marina Grossi, ottiene due contratti di subappalto dentro metro C, il primo da 500mila e il secondo da un milione di euro.

Non si tratta di lavori che Elsag svolge da sola, ma a sua volta ne subaffida una parte sostanziosa a due aziende, la Csi e la Engineering. Solo il primo dei due subaffidamenti vale 807mila euro. La società di Marina Grossi torna a lavorare per metro C nel 2011 ed è la stessa Ansaldo Sts che le subappalta parte delle commesse. Anche per quest'anno i contratti assegnati a Elsag ammontano a 1,5 milioni di euro.

Oltre alle controllate del Gruppo una piccola fetta della torta finisce nelle mani dell'anima nera di Finmeccanica, rappresentata da Cola, dal suo commercialista Marco Iannilli e da quel mondo legato agli ambienti della destra radicale che ha fatto affari anche nella vicenda delle tangenti Enav-Finmeccanica.

Un filo sottile ma significativo unisce il Consorzio Stabile Roma Duemila (la società che in Ati con Marcantonio Spa ha ottenuto appalti per 16 milioni di euro) con Marco Iannilli. Il presidente del Consorzio, Maurizio Marronaro, è membro della stessa famiglia di imprenditori di Lorenzo Marronaro, che fino al 9 febbraio del 2011 è stato socio di Marco Iannilli nella Arc Trade, la società finita in molti degli scandali che negli ultimi anni hanno coinvolto la multinazionale italiana.

 

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