conte berlusconi letta

BANANA SPLIT - BERLUSCONI NON HA NESSUN INTERESSE AD AMMETTERE IL SUO SOSTEGNO AL GOVERNO CONTE PRIMA CHE SIA STRETTAMENTE NECESSARIO, OVVERO SE E QUANDO CI SARÀ IL VOTO SUL MES. PRIMA DI ALLORA, NON VUOLE INDEBOLIRE LA COALIZIONE DI CENTRODESTRA NEL PIENO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE PER LE REGIONALI - INOLTRE, VUOLE PRIMA RISOLVERE LA FACCENDA MEDIASET-VIVENDI - CERTO, LE PAROLE DI PRODI AIUTANO, ANCHE SE SONO ''RICONOSCIMENTO TARDIVO''

 

Virginia Piccolillo per il ''Corriere della Sera''

 

BERLUSCONI FINGE DI NON VEDERE CONTE E NON LO SALUTA

«Il problema è che il governo abbia una maggioranza solida e che quindi possa prendere delle decisioni. O noi diamo una spinta o il Paese si arrotola su se stesso». Romano Prodi depone le armi contro l'antico avversario. E alla domanda se il «sì» al Mes di Berlusconi, sia la premessa di FI al governo, dice: «Non è certo un tabù. La vecchiaia porta saggezza...». E, più tardi precisa: «La maggioranza con FI? Non è un problema mio». Infatti il problema, semmai, è del centrodestra. Che smentisce.

 

«Ho sentito Berlusconi mercoledì era: è, e rimane, convintamente nel centrodestra», dice Matteo Salvini. Punzecchiando: «Capisco la disperazione di Prodi e del Pd, che sentono scivolare la poltrona da sotto le natiche, però il centrodestra è unito e quando si potrà votare torneremo a governare in maniera più seria di quanto non stiano facendo gli amici di Prodi». Giorgia Meloni concorda: «Non ci credo. Berlusconi era molto divertito da queste ricostruzioni e da questo endorsement di Prodi». «Leggo - continua la leader FdI - di questo centrodestra diviso, ma in tutti gli appuntamenti importanti siamo stati sempre compatti, non solo sull'individuazione dei candidati per le elezioni di settembre, anche sull'invito di Conte agli Stati generali».

 

prodi berlusconi confronto tv

Ma ad accreditare l'ipotesi di una voglia di sinergia è lo stesso Berlusconi che a Il Fatto quotidiano distingue tra il «sostenere politicamente» l'esecutivo Conte («Né ora né mai», assicura). E la «collaborazione istituzionale». Per di più il Cavaliere fa trapelare la soddisfazione per «un giusto ma tardivo riconoscimento del ruolo storico e politico mio e di Forza Italia dopo più di 25 anni di demonizzazione e d'incitamento all'odio». Sia pure con la rassicurazione che non c'è possibilità di sostenere questo governo «delle quattro sinistre». «Qualcuno dirà che Prodi parla così perché punta al Quirinale, ma io non lo credo», dice Giorgio Mulè, portavoce FI. Carlo Calenda (Azione) twitta conciliante: «Prodi ritiene che per quanto il passato di B. sia indigeribile, e lo è, dato il disastro che si prepara abbiamo bisogno della più ampia condivisone».

 

giorgio mule foto di bacco

Per Andrea Marcucci (Pd) «le dichiarazioni di Prodi invitano tutti gli europeisti a stare dalla stessa parte». Matteo Renzi ironizza: «Berlusconi apre a Prodi? Meraviglioso come se Juve e Napoli facessero la pace». «Basta con questa fregola di FI al governo. Noi dobbiamo fare la legge sul conflitto d'interessi», stoppa D'Uva (M5S). Mentre il renziano Davide Faraone dichiara insoddisfacente la risposta del ministro Bonafede sulla vicenda della condanna di Berlusconi per il processo Mediaset e dice: «Valuteremo l'avvio della commissione di inchiesta». Intanto si riaprono i dossier autonomie. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, incontra il ministro per le Autonomie, Francesco Boccia, e annuncia che quello del Veneto è «pronto»: chiederà l'autonomia su 23 materie. Boccia replica: «Sul tema ci sarà una inevitabile mediazione».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…