brunetta fitto

BUIO FITTO IN FORZA ITALIA - NONNO BERLUSCA SCIPPA LA POLI BORTONE A FRATELLI D’ITALIA E LA LANCIA IN PUGLIA CONTRO I FITTIANI - IL BANANA VUOLE CREARE UN PARTITO-SALO' DI CARTONE CON GLI ULTIMI FEDELISSIMI

1 - POLI BORTONE, SÌ A BERLUSCONI CONTRO IL CANDIDATO DI FITTO NASCONO LE DUE FORZA ITALIA

raffaele fitto silvio berlusconi raffaele fitto silvio berlusconi

Giuliano Foschini per “la Repubblica”

 

Nel giorno in cui Forza Italia si rivolta contro Forza Italia, Adriana Poli Bortone è a un passo dallo scendere in campo per la presidenza della Regione Puglia. Oggi l’ex senatrice di An dovrebbe ufficializzare il suo sì alla proposta di Silvio Berlusconi di essere il candidato di Fi. Un sì che però potrebbe costare un’implosione all’interno del suo partito, Fratelli d’Italia, che invece continua a essere dalla parte del candidato di Raffaele Fitto e Ncd, l’oncologo Francesco Schittulli.

 

La decisione della Poli Bortone è arrivata al termine di una giornata schizofrenica, cominciata con il più clamoroso dei colpi di mano da parte dei fittiani. In mattinata a Lecce e a Corato i parlamentari Roberto Marti e Luigi Perrone hanno autoconvocato le segreterie cittadine contro i commissariamenti di Vitali e dunque di Berlusconi: «Quello - hanno attaccato - è un atto incomprensibile e illegittimo politicamente prima ancora che statutariamente». Via dunque alle elezioni dei nuovi coordinatori, «una festa della democrazia» hanno gridato, provocatoriamente, i due parlamentari, annunciando che al voto avevano partecipato l’80 per cento degli iscritti.

Adriana Poli Bortone Adriana Poli Bortone

 

Mentre in Puglia si votava, nella tarda mattinata, da Roma, Fitto chiedeva un ticket Schittulli-Poli Bortone. «Solo se il ticket è Poli Bortone-Schittulli» ha risposto Vitali. A sbloccare il tutto è arrivata la Lega, che dopo aver arricciato il naso ha annunciato l’appoggio alla meridionalista per eccellenza, appunto la Poli Bortone: «Troviamo un programma comune per battere le sinistre» hanno detto Raffaele Volpi e Giancarlo Giorgetti per conto di Matteo Salvini.

 

giorgia melonigiorgia meloni

L’appoggio della Lega ha convinto la Poli ad accettare la proposta di Berlusconi. Anche se, per paradosso, il problema principale è ora all’interno del suo partito. La Meloni non vuole mollare Schittulli, fortemente appoggiato dai dirigenti regionali di Fdi. E il partito rischia di implodere: «Forza Italia - dice Ignazio La Russa - deve valutare ed evitare la frattura in Puglia e l'effetto domino che ne potrebbe derivare in altre Regioni». Ma ormai la strada sembra scritta.

 

E la Poli Bortone è pronta anche a uscire dal partito: «Dopo le dichiarazioni della Lega ci sono le condizioni per arrivare in Puglia alla composizione di un centrodestra nuovo. Il fatto che siano presenti nel progetto in primo luogo Forza Italia e la Lega di Salvini, che mostra attenzione anche alle problematiche del Mezzogiorno, ma anche i rappresentanti del Nuovo Psi, dei Socialdemocratici e della Democrazia Cristiana, mi fa pensare che può nascere un interessante laboratorio politico, pronto ad ampliarsi». Oggi alle 16 il faccia a faccia con la Meloni.

FRANCESCO SCHITTULLIFRANCESCO SCHITTULLI

 

2. LA SCELTA DELL’EX CAVALIERE

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

Si può promettere un partito nuovo di zecca al telefono? Silvio Berlusconi l’ha fatto ieri, illustrando a una stupita Poli Bortone l’ennesimo piano di rivoluzione azzurra. «Sai, Adriana, a 78 anni ho il diritto di non occuparmi di quegli ingrati che mi circondano. Per cortesia, accetta la candidatura. Farai parte della mia nuova squadra. Sto per cambiare tutto, ma ti prego di non dirlo in giro... ».

 

maria rosaria rossi e la testa di verdinimaria rosaria rossi e la testa di verdini

Il segreto, naturalmente, è durato metà pomeriggio. Il reset di Forza Italia, nell’aria da tempo, è alle porte. Reso ormai inevitabile dal rischio di una clamorosa sconfitta elettorale. «Prevedo un mezzo disastro. Sono di fronte a due strade: mi ritiro, oppure rilancio». Rilancerà il primo maggio, a liste elettorali ultimate. Per recuperare il recuperabile. Ed evitare di svegliarsi il primo giugno senza un partito alle spalle.

 

Ufficialmente, la scelta di inabissarsi è dettata solo dall’ennesimo fastidio giudiziario. «Dopo i servizi sociali, il Presidente attende il dispositivo di fine pena», dettano la linea da Arcore. E però c’è dell’altro, in questa assenza ostinata. C’è la voglia di mettere ordine nei dossier che più contano: il Milan e le aziende. Quanto al resto, meglio delegare ogni trattativa, riunione, mediazione a un gruppetto di fedelissimi. Sardegna o Brianza, l’importante è tenere lontani gli «scocciatori».

SELFIE ALESSIA ARDESI FRANCESCA PASCALESELFIE ALESSIA ARDESI FRANCESCA PASCALE

 

Non si tratta solo di Raffaele Fitto, «un nemico allevato in casa». Piuttosto dei fidati compagni di mille avventure. Come Denis Verdini, obiettivo numero uno dei centurioni che lo circondano: «Anche lui mi ha deluso». Solo il cerchio magico, ormai, può avvicinare un leader deciso a negarsi in pubblico. Ma fino a quando?

 

Non c’è più tempo da perdere, va ripetendo Alessandra Ghisleri. I dati sono sconfortanti e le elezioni di fine maggio possono trasformarsi in un incubo. Nella conta delle Regioni lo scenario peggiore è un tennistico “6-1” a favore del Pd. «E di fronte a un brutto risultato è possibile che il Presidente lanci un nuovo partito», confida il verdiniano Ignazio Abrignani. Solo il Veneto è giudicato “scalabile”, ma lì già governa la Lega. In Campania gli azzurri temono la rimonta di De Luca.

ALESSANDRA GHISLERI ALESSANDRA GHISLERI

 

In Liguria le divisioni della sinistra alimentano qualche speranza («possiamo farcela - giura Giovanni Toti - quel che arriva è tutto di guadagnato»), mentre per trovare un nome spendibile in Puglia Berlusconi ha dovuto marcare stretto Poli Bortone e mettere pressione agli alleati. Con Giorgia Meloni, ad esempio, ha chiarito chi comanda nel corso di una telefonata infuocata: «Non è il momento di creare problemi. Devi abbandonare Schittulli».

 

Il resto l’ha fatto Matteo Salvini, anche grazie alla mediazione di Licia Ronzulli. Sposando Poli Bortone e minacciando Fratelli d’Italia di rompere l’alleanza nelle altre regioni, infatti, il capo dei padani mette in campo una lista “verde” anche al Sud e rinsalda l’asse con l’ex Cavaliere. Solo un palliativo, però, perché la vera sfida si giocherà dal primo maggio.

Brunetta Salvini foto Lapresse Brunetta Salvini foto Lapresse

È quella la data scelta dall’ex premier per cambiare marcia, quando sarà concluso l’estenuante braccio di ferro per le candidature. L’idea è raccontare al mondo un film diverso. Non più rivolte interne degli autoconvocati fittiani e battaglie legali dei frondisti.

 

«Mi hanno schifato». Piuttosto un partito rinnovato, affidato a una «nuova classe dirigente». Trenta giorni per tentare una scalata «impossibile», insomma. E soprattutto per ridimensionare il risultato elettorale spostando l’asticella più in alto, oltre il 31 maggio. È la stessa data indicata dai suoi oppositori interni per la deflagrazione.

 

matteo salvini SILVIO BERLUSCONImatteo salvini SILVIO BERLUSCONI

L’attesa della battaglia finale consuma le energie dei duellanti. Verdini è pronto a uscire allo scoperto in occasione del passaggio parlamentare sull’Italicum, sfidando il parere dell’anziano leader. Fitto muove le pedine come giocasse a risiko, e intanto motiva i suoi trenta parlamentari: «Non è ancora successo niente. Dopo le Regionali esplode tutto. Li faremo impazzire».

 

TAJANI TAJANI

E in effetti Berlusconi, che non riesce a metterlo alla porta, sogna un nuovo partito proprio per escludere automaticamente i dissidenti. Lo scettro resterà in mano dei pochissimi eletti ammessi a corte: Toti, Deborah Bergamini, Maria Rosaria Rossi, Antonio Tajani, naturalmente la compagna Francesca Pascale e l’onnipresente Alessia Ardesi. Sono loro a preparare la lista dei dirigenti su cui poter contare. E di quelli da emarginare. D’altra parte, scandisce il leader, «anche per noi è arrivato il momento di rottamare». Vale anche quando il fondatore corrisponde al rottamatore?

 

 

 

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…