mario draghi

LA BUONUSCITA DI DRAGHI: UN NUOVO QUANTITATIVE EASING DA 20 MILIARDI AL MESE E TAGLIO DI TASSI. IL BAZOOKA LASCIATO IN DOTAZIONE ALLA LAGARDE E' SENZA SCADENZA - CROLLA LO SPREAD E IL LEGHISTA BORGHI, CHE PER MESI HA CHIESTO DI NON INTERROMPERE IL QE, ROSICA: ''CHI PARLA DEI MILIARDI PERSI PER LO SPREAD DURANTE IL NOSTRO GOVERNO, MANDI LA FATTURA A FRANCOFORTE''. AHO, PURE MARIONE HA ASPETTATO IL SILURAMENTO DI SALVINI PER FAR RIPARTIRE LA DROGA MONETARIA

 

 

SPREAD SOTTO 140 PUNTI, PRIMA VOLTA DA MAGGIO 2018

 (ANSA) - Lo spread tra Btp e Bund torna sotto i 140 punti base a 139, per la prima volta da maggio del 2018. Il rendimento del decennale italiano aggiorna i minimi storci a 0,75%.

 

BCE: PIAZZA AFFARI E BTP SVETTANO TRA BORSE E BOND EUROPA

MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE

 (ANSA) - Le Borse europee accolgono positivamente le decisioni della Bce, che non ha indicato una data di fine del nuovo Qe, compensando la delusione per un ammontare di 20 miliardi di euro di acquisti mensili inferiore alle attese. Milano avanza dello 0,9% davanti a Parigi e Francoforte (+0,6% entrambe) e a Londra (+0,1%).

 

Lo spread Btp/Bund scende a 139 punti base, con il rendimento del decennale italiano che tocca un nuovo minimo storico a 0,75%. I bond italiani sono quelli che in Europa stanno beneficiando di più delle misure annunciate dalla Bce, con un crollo di 21 punti base dei rendimenti, il doppio di quelli della Francia (-10 punti base) e il triplo di quelli della Germania (-7 punti base).

 

 

 

Riccardo Sorrentino per www.ilsole24ore.com

 

 

Un pacchetto complesso per contrastare la flessione delle aspettative di inflazione. La Banca centrale europea ha tagliato i tassi (con un sistema a “scalini”), lanciato un nuovo qe, e modificato le condizioni delle Tltro, le aste di liquidità finalizzate ai prestiti alle aziende, che saranno anche più lungo del previsto. Soprattutto, ha modificato la forward guidance: non sono più previsti termini precisi, come era accaduto finora: la politica ultraespansiva resterà in vigore finché necessario.

 

Tassi al -0,50%

MARIO DRAGHI E GIOVANNI TRIA

I tassi sui depositi presso la Bce sono stati portati al -0,50%, dal precedente -0,40%. L’autorità di Francoforte intende lasciarli ai livelli attuali, o anche più bassi, «fino a che non vedrà le prospettive di inflazione convergere a un livello sufficientemente vicino, ma al di sotto, del 2%» nelle sue proiezioni e ne avrà visto i riflessi anche sui dati effettivi di inflazione. Il taglio è affiancato da un tiering: la liquidità in eccesso resterà esente dai tassi negativi. Fermi il tasso di riferimento (a quota zero) e quello sulla marginal lending facility allo 0,25%.

 

Qe da 20 miliardi «aperto»

DRAGHI E MATTARELLA

Ha lanciato un quantitative easing da 20 miliardi al mese, a partire dal 1° novembre, senza termine definito: resterà in vigore per il tempo necessario «a rinforzare l’impatto dei tassi e fino a poco prima l’inizio del rialzo». Continuerà inoltre a reivestire totalmente i titoli in scadenza, fin oltre il rialzo dei tassi di interesse «e in ogni caso per il tempo necessario a mantenere condizioni di liquidità favorevoli» e orientamento ampiamento espansivo. Non saranno toccati gli attuali “limiti” agli acquisti: la Bce, ha spiegato in conferenza stampa il presidente Mario Draghi, ha ancora ampio spazio per acquistare titoli senza doverli modificare.

 

Tltro più favorevoli e più lunghe

claudio borghi 1

Ha inoltre esteso da due a tre anni la durata delle Tltro, le cui modalità cambieranno in modo da «preservare favorevoli condizioni per i prestiti bancari, assicurare una trasmissione senza intoppi della politica monetaria e sustenere ulteriormente l’orientamento espansivo della politica monetaria». I tassi applicati saranno pari alla media dei tassi di riferimento, oggi a quota zero, durante la durata dell’operazione, e più bassi per le banche i cui prestiti netti supereranno un livello di riferimento.

 

Una forward guidance più precisa ma senza termini

Il punto chiave del pacchetto integrato è sicuramente la modifica della forward guidance. Le indicazioni di tempo, presenti nel passato - fino a ieri i tassi sarebbero dovuti rimanere ai livelli attuali o più bassi almeno fino alla metà del 2020 - sono stati sostituiti da termini aperti. La minore “precisione” della guidance è stata sostituita da una sequenza più precisa - anche se non nuova - della fine dei vari interventi.

 

La sequenza della futura «normalizzazione»

claudio borghi 2

Il qe terminerà quando le proiezioni sull’inflazione si riavvicineranno al 2% e questa convergenza apparirà anche nei dati effettivi sulla dinamica dei prezzi. Attualmente le proiezioni Bce sulla dinamica del prezzi sono piuttosto basse: prevedono un’inflazione media dell’1,2% per fine anno, dell’1% l’anno prossimo e dell’1,5% per il prossimo, in flessione rispetto alle indicazioni di giugno (rispettivamente 1,3%, 1,4% e 1,6%). In ogni caso, gli acquisti cesseranno poco prima dell’aumento dei tassi, che dunque dovrà apparire già quasi “maturo”.

 

Un lungo orizzonte temporale

Sono in seguito, e dopo «un periodo prolungato» si potranno eventualmente ridurre i reinvestimenti dei titoli in scadenza. Le Tltro, che si succederanno a ritmo trimestrale, avranno invece durata triennale e non più biennale. La politica ultraespansiva ha dunque un orizzonte temporale che promette di essere piuttosto lungo.

 

I dubbi su efficacia e costi

matteo salvini claudio borghi

La Bce è andata al di là delle aspettative dei mercati, se non altro per la sua determinazione a mantenere l’orientamento espansivo per una durata indefinita. La decisione lascia però aperti tutti gli interrogativi non solo sull’efficacia di questi interventi - la Bce dà l’impressione oggi di tentare tutto il possibile per riportare in alto l’inflazione - ma soprattutto sui loro costi: se il tiering riduce il peso sulle banche, resta la compressione dei rendimenti dei titoli di Stato , che penalizzano assicurazioni e fondi pensione, la distorsione complessiva delle quotazioni e, non ultimo, il forte effetto redistributivo a vantaggio del settore finanziario.

 

Rischi continuamente monitorati

Draghi ha ricordato che la Bce monitora costantemente il rischio che i costi superino i benefici, ma con l’obiettivo di correggerli attraverso misure macroprudenziali (non ritenute più totalmente efficaci, però, dalla stessa Banca dei regolamenti internazionali che li ha proposti). Allo stesso tempo, Draghi ha ricordato che altri fattori, più incisivi - come un elevato rapporto tra costi e ricavi - pesano sulla redditività di diverse aziende di credito.

 

Una decisione non semplice

I rendimenti marginali e l’aumento dei costi delle misure di politica monetaria spiegano perché la decisione di oggi non sia stata semplice. Il consiglio direttivo - ha spiegato Draghi - era unanime sulla necessità di agire, ma alcune divergenze di opinione sull’effettiva severità delle prospettive economiche hanno spinto alcuni consiglieri a proporre un rinvio delle decisioni, mentre maggiori perplessità ha suscitato la decisione di riaprire il quantitative easing. Per Draghi, il pericolo era che le aspettative di inflazione si stessero ancorando a un livello compreso tra l’1% e l’1,5%, lontano dall’obiettivo del 2%. In ogni caso, ha aggiunto, «il consensus è stato talmente ampio che non è stato necessario votare».

ario Draghi e Christine Lagardee cf fc e df c a d

 

Ora tocca alla politica fiscale

L’unanimità, un po’ a sorpresa, ha riguardato la necessità che la politica fiscale prenda ora il timone della politica economica. «Deve diventare l’elemento chiave», ha detto Draghi, aggiungendo: «Ora deve assumere la guida» per sostenere la domanda, ma anche per riportare in alto i rendimenti. Un segnale chiaro del fatto che la politica monetaria sta ormai raggiungendo i propri limiti e occorrano sforzi sempre maggiori per ottenere risultati sempre più piccoli. Draghi ha anche escluso che questa indicazione comporti un sostegno alle proposte di riforma del Patto di stabilità. Solo i paesi con “spazio fiscale” - è l’idea della Bce - devono quindi introdurre una politica espansiva.

Ultimi Dagoreport

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...