lu shaye

CINA, TE LI DO’ IO I CONFINI DELL’UCRAINA - L’AMBASCIATORE CINESE IN FRANCIA METTE IL DITO NELLA PIAGA. ALLA DOMANDA SUI CONFINI UCRAINI E SULLA CRIMEA OCCUPATA DAI RUSSI NEL 2014, HA RISPOSTO: “C’È LA STORIA. LA CRIMEA ERA PARTE DELLA RUSSIA, È STATO KRUSCIOV AD OFFRIRLA ALL’UCRAINA ALL’EPOCA DELL’URSS” - QUINDI, I CONFINI SONO UN CAVILLO E GLI STATI USCITI DAL CROLLO DELL’IMPERO SOVIETICO “NON HANNO STATUTO EFFETTIVO NEL DIRITTO INTERNAZIONALE PERCHÉ NON C’È STATO ACCORDO PER CONCRETIZZARE LA LORO SOVRANITÀ...”

 Guido Santevecchi per Corriere.it

 

Lu Shaye

Lu Shaye parla un ottimo francese, perciò non ci sono dubbi: ha espresso chiaramente il suo pensiero mentre discuteva del possibile ruolo di Pechino in una mediazione sulla guerra in Ucraina. E alla domanda sui confini ucraini e sulla Crimea occupata dai russi nel 2014, l’ambasciatore Lu ha risposto: «Dipende da come si percepisce il problema. C’è la Storia. La Crimea era parte della Russia, è stato Krusciov ad offrirla all’Ucraina all’epoca dell’Urss».

 

XI JINPING EMMANUEL MACRON

Poi, l’ambasciatore di Xi Jinping ha invitato la comunità internazionale a smetterla di «chicaner», cavillare sulla questione delle frontiere ex sovietiche: «Ora è urgente realizzare il cessate il fuoco». Quindi, i confini sono un cavillo e gli Stati usciti dal crollo dell’impero sovietico restano in una linea grigia, nella visione diplomatica di Sua Eccellenza Lu Shaye.

 

È seguita una pioggia di contestazioni. Il ministero degli Esteri di Parigi si è detto «costernato», sollecitando la Cina a precisare se le parole del suo ambasciatore riflettano la posizione del governo — e convocandolo.

Xi Putin Lu Shaye

 

La posizione francese è imbarazzata e imbarazzante, perché il presidente Emmanuel Macron a fine marzo è volato a Pechino dicendosi sicuro che Xi Jinping sia il leader giusto per mediare sulla guerra in Europa, offrendo la propria volta neutralità per la questione taiwanese.

 

Il discorso di Lu Shaye è «inaccettabile» anche per l’Europa, ha detto Josep Borrell, Alto rappresentante della politica estera della Ue: «Possiamo solo supporre che queste dichiarazioni non rappresentino la politica ufficiale della Cina», ha concluso.

 

EMMANUEL MACRON XI JINPING URSULA VON DER LEYEN

La domanda è arrivata a Pechino, durante il briefing quotidiano per la stampa del ministero degli Esteri. La portavoce Mao Ning ha spiegato che «dopo la disintegrazione dell’Urss la Repubblica popolare cinese fu uno dei primi Paesi a stabilire relazioni diplomatiche con gli Stati interessati e rispetta la loro sovranità». Le è stato chiesto ancora se il ministero intendesse ritrattare le parole incendiarie dell’ambasciatore Lu e la signora ha risposto: «Quel che posso dirvi è che la mia dichiarazione rappresenta la posizione formale del governo cinese».

 

XI JINPING E VLADIMIR PUTIN - QUASI AMICI - BY EDOARDO BARALDI

Mao Ning ha ripetuto anche la formula ormai di rito pronunciata dai cinesi a proposito della guerra: pronti a continuare a dare il nostro contributo alla comunità internazionale per la soluzione della crisi ucraina (senza chiamarla invasione, per non dispiacere Putin). Ha dovuto correggere il tiro anche l'ambasciata cinese a Parigi, che in una dichiarazione citata dalla France Presse ha affermato che le frasi pronunciate dall'ambasciatore rappresentano il suo punto di vista e non debbono essere interpretate in modo esagerato.

 

Una presa di distanza che però è arrivata solo il 24 aprile, mentre l'ambasciatore Lu ha esternato venerdì 21: ci sono voluti tre giorni per la precisazione, mentre in Europa si accumulavano le proteste.

 

XI JINPING VLADIMIR PUTIN

Lituania, Estonia e Lettonia, i tre Paesi Baltici tornati sovrani dopo la dominazione sovietica, hanno alzato la voce. «Se qualcuno ancora si chiede perché non crediamo che la Cina sia mediatrice di pace, ecco un ambasciatore cinese che nega la base giuridica per i nostri confini», ha detto il ministro degli Esteri lituano Landsbergis. Gli ambasciatori cinesi nelle tre capitali baltiche sono stati convocati per «chiarimenti urgenti». Proprio oggi a Lussemburgo si riuniscono i ministri degli Esteri dell’Unione europea e la questione sarà discussa, dice Borrell.

 

GUERRA IN UCRAINA - SCONTRI A BAKHMUT

Che cosa significa allora l’uscita di Lu Shaye? Si tratta di un ambasciatore esperto, basato a Parigi da quattro anni, fluente in francese e sempre pronto a battersi. Lo hanno definito «lupo guerriero», un soprannome assegnato ai diplomatici cinesi più duri. Lui si descrive «un soldato contro iene furiose». Se è da quattro anni in una capitale così importante per la strategia di Xi Jinping, significa che le sue esternazioni servono bene il gioco di Pechino.

 

putin che riunisce il vecchio impero sovietico

L’uscita sui confini degli Stati ex sovietici è evidentemente una forzatura. Ma non una gaffe. È possibile che Lu Shaye abbia voluto gettare un po’ di confusione nel campo europeo, mettendo in dubbio la legittimità dei confini e facendo un favore all’amico Vladimir Putin, per pareggiare i conti con gli occidentali sul fronte taiwanese. In sostanza, dopo che Josep Borrell ha affermato che la sicurezza e la libertà di Taiwan sono «cruciali» per l’Europa, Pechino avrebbe sguinzagliato il suo capobranco dei lupi guerrieri per lanciare un messaggio trasversale: vietato intromettersi negli «affari interni».

 

MAPPA URSS LIBRO DI GEOGRAFIA

L’ambasciatore Lu ha idee chiare anche su Taiwan. Lo scorso agosto, mentre l’esercito cinese conduceva le prime grandi manovre che simulavano un attacco all’isola, ha osservato che dopo l’inevitabile riunificazione «dovremo naturalmente rieducare la popolazione taiwanese al patriottismo cinese».

 

Conclusione: anche quando parlano di Ucraina, Xi Jinping e compagni cinesi hanno a cuore solo Taiwan.

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