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CADONO TUTTI SULLA FESSA, PURE LE SPIE - FINISCE NEI CASINI L'AFFASCINANTE EX CAPO DEI SERVIZI SEGRETI ISRAELIANI YOSSI COHEN: AVREBBE SPIATTELLATO DETTAGLI TOP SECRET DI MISSIONI E OPERAZIONI POLITICHE A UNA HOSTESS CONOSCIUTA IN VOLO E CON CUI HA AVUTO UNA RELAZIONE - LE RIVELAZIONI SONO ARRIVATE DALL'EX MARITO DI LEI: "QUELL'UOMO È UN CHIACCHIERONE, SI VANTAVA. COME QUANDO RACCONTÒ DI QUELLA VOLTA CHE…"

Davide Frattini per il "Corriere della Sera"

 

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I capelli sempre impomatati, il sorriso lucido quanto quel ciuffo pettinato all'indietro. Gli israeliani hanno imparato negli ultimi cinque anni a conoscere il volto e gli atteggiamenti di questa ex spia che di anni ne ha compiuti 60 a settembre.

 

Dei predecessori sapevano a mala pena il nome e fino al 1996 neppure quello, il capo dell'Istituto veniva identificato con l'iniziale. A Yossi Cohen una semplice Y non sarebbe bastata.

 

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Anche prima di concludere il mandato da direttore del Mossad ha voluto costruirsi un profilo pubblico, riflettori accesi sull'ombra in cui l'organizzazione incaricata delle operazioni esterne cerca sempre di muoversi.

 

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Quando nel 2018 Benjamin Netanyahu - allora primo ministro, ha considerato Cohen un possibile successore alla guida della destra - annuncia che gli agenti segreti sono riusciti a recuperare i dossier del programma nucleare iraniano, ai reporter arriva la conferma da fonti anonime che il blitz dentro a Teheran sia stato pilotato in diretta da Cohen stesso (la fonte anonima secondo tutti).

 

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Ormai in pensione (dallo scorso giugno) è sempre lui a divulgare altri dettagli su quel raid durante un'intervista televisiva: la squadra - dice - era composta da 007 che parlavano diverse lingue straniere; l'archivio era nascosto in una zona industriale e a un certo punto le guardie e gli operai iraniani hanno cominciato ad arrivare mentre gli operativi stavano scassinando («non è che puoi saltare dall'altra parte del muro e scappare»).

 

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Sceglie un paragone hollywoodiano: «Lo stile è alla Ocean's Eleven con George Clooney, fiamma ossidrica per aprire la cassaforte». Avrebbe spiattellato ancora di più a quella che il programma investigativo del Canale 13 sostiene essere stata la sua amante, una relazione iniziata nel 2018 quando Cohen era il boss delle spie israeliane.

 

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I due si sarebbero conosciuti sull'aereo dove la donna lavorava come assistente di volo e di altri viaggi in giro per il mondo - che però avrebbero dovuto rimanere clandestini - Yossi si sarebbe vantato con lei e con il marito. Che ha deciso di rivelare la vicenda al giornalista Raviv Drucker in una lunga confessione trasmessa l'altra sera.

 

Ha spiegato di aver conosciuto Cohen attraverso la moglie, di averci cenato. «È un chiacchierone - dice Guy Shiker, noto nell'ambiente finanziario - e una volta ha raccontato che il Mossad controllava il medico personale di un leader arabo. Oppure di come avesse dovuto travestirsi da guida turistica per una missione. Si vantava del suo stile manageriale, che diventato direttore aveva cacciato sei capi divisione perché non gli erano leali».

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Shiker ha scritto sulla sua pagina Facebook di essere andato in tv per proteggere i due figli (Cohen ne ha quattro): «Il prezzo del silenzio è sempre più caro». L'ex 007 smentisce e la donna ha cercato di fermare la messa in onda attraverso un intervento del giudice: i suoi avvocati negano «la relazione con Cohen o che lui abbia parlato di azioni segrete alla coppia».

 

Sostengono «che il matrimonio non è finito a causa di Cohen come dichiarato da Shiker, la nostra cliente aveva presentato la domanda di divorzio già nel 2016». L'inchiesta di Drucker rivela anche che Cohen avrebbe sfruttato la posizione al Mossad per raccogliere informazioni sul marito e che lo stesso Shiker lo avrebbe sollecitato ad assumere la sua assistente personale offrendole un posto nella stazione dell'agenzia a Bangkok. La richiesta sarebbe stata accolta.

 

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