QUANTI ISCRITTI STA PERDENDO LA CGIL NEL 2015? – PER “REPUBBLICA” LA CAMUSSO È SOTTO DI 700 MILA TESSERE, MA IL SINDACATO SMENTISCE E NE AMMETTE SOLO 110 MILA (-2,17%) – OVVIAMENTE LA VERITÀ NON SI SAPRÀ MAI, MA NEL DUBBIO I RENZIANI GODONO COME PAZZI

1. LA CGIL PERDE ISCRITTI, I RENZIANI ESULTANO

Laura Cesaretti per “il Giornale

susanna camussosusanna camusso

 

Settecentomila tessere in meno, fuga di giovani e precari, sempre più netta prevalenza dei pensionati rispetto ai lavoratori attivi: il quadro che emerge da un rapporto interno della Cgil, rivelato ieri da Repubblica, descrive una crisi profonda del principale sindacato italiano.

 

La Cgil naturalmente si difende, spiega che si tratta di dati parziali e che entro fine anno, a chiusura tesseramento, le cifre cambieranno, ma ammette comunque un calo progressivo di rappresentanza: 110mila iscritti in meno su giugno 2014, 220mila su giugno 2013. «Colpa della crisi», dice il dirigente Fiom prestato alla politica Giorgio Airaudo, oggi deputato di Sel.

 

cantone camussocantone camusso

Ma anche lui deve riconoscere il «campanello d' allarme» che risuona per il sindacato. E che si fa ancor più acuto proprio per la movimentista Fiom diretta dal telegenico Landini: nonostante la presenza fissa nei talk show, c' è il 12,5 % in meno di iscritti, che in Fiat sono passati da 12mila a 2mila.

 

Non è un caso se l' autocritica più decisa viene da Carla Cantone, potente leader dei pensionati e assai contraria alla linea ferocemente anti-governativa della Camusso, tanto da essere sospettata di filo-renzismo: «In generale - dice - si assiste ad una perdita della capacità di attrattività del sindacato», e promette che alla Conferenza organizzativa di settembre «se ne parlerà». Susanna è avvisata.

 

Matteo Renzi Maurizio LandiniMatteo Renzi Maurizio Landini

Nel Pd tace la minoranza che, in asse con la Cgil, ha fatto le barricate contro ogni riforma renziana invisa al sindacato, dal Jobs act alla scuola. Parla invece Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro ed ex Fiom: «Il calo sarà più contenuto a fine anno, qualcosa si recupererà, ma c' è comunque un segnale d' allarme.

 

C'è una crisi di rappresentanza del sindacato, una struttura vecchia incapace di includere i giovani, sentiti come un mondo a parte». Del resto, dice, «la Cgil ha un istinto conservatore, tutela lo status quo: non è necessariamente un dato negativo, ma bisogna anche saper aprirsi al cambiamento».

 

La Cgil paga i suoi errori, secondo il renziano Andrea Romano: «Ha voluto assumere una funzione sempre più politica, esasperandola da quando è al governo Renzi. Ma così facendo ha abdicato al proprio compito, perdendo contatto col mondo reale del lavoro. Si sono assurdamente schierati contro ogni riforma di questo esecutivo, a cominciare dal Jobs Act. Che invece, in quel mondo reale dimenticato dal sindacato, sta dando i suoi frutti: sono proprio i lavoratori che ora lo fanno capire alla Cgil, allontanandosene».

Cesare Damiano Simona Bonafe Cesare Damiano Simona Bonafe

 

Intanto su Twitter il povero Stefano Fassina, fuoriuscito dal Pd in cerca di sinistra e molto vicino alla Cgil, diventa bersaglio di sfottò per una sua valutazione non proprio azzeccata - visto il trend - di qualche giorno fa: «Almeno i sindacati le tessere le hanno, mentre mi pare che il Pd neanche a tessere, oltre che a idee, sia particolarmente in salute».

 

 

2. LA CGIL SUGLI ISCRITTI: “PER ORA UN CALO DEL 2%”

Matteo Pucciarelli per “la Repubblica

 

Andrea Romano Andrea Romano

I conti si fanno alla fine e c’è tempo di recuperare. È la risposta della Cgil a Repubblica che, citando un documento interno del sindacato, rilevava come ad oggi manchino all’appello oltre 700mila tessere rispetto all’anno scorso. «La differenza in negativo tra il numero di iscritti registrati al 30 giugno di quest’anno e quelli alla stessa data dello scorso anno è di circa 110mila unità, pari al 2,17 per cento», ricorda il responsabile dell’area organizzazione Cgil Nino Baseotto. Come peraltro era stato evidenziato nell’articolo in questione.

 

«È chiaro che — aggiunge il sindacalista — in una situazione in cui il Paese ha perso centinaia di migliaia di posti di lavoro, dove la legge Fornero comporta un rallentamento della dinamica pensionistica, si fa fatica a riconfermare i dati dell’anno precedente».

 

Ma il calo degli iscritti non colpisce solo la Cgil. Scorrendo i numeri della Cisl si nota come se nel 2013 i tesserati erano 4.378.629, nel 2014 sono diventati 4.302.352: una perdita di 76.277 unità. «Però sono numeri da analizzare nel dettaglio », è il commento di Giovanna Ventura, nella segretaria del sindacato anche lei con la delega all’organizzazione.

ANNAMARIA FURLAN
ANNAMARIA FURLAN

 

La Cisl a fine 2014 ha ridotto il numero di aderenti a 4,3 milioni Bilancio positivo per la Uil benché solo di 6200 unità.

 

Nella fattispecie, sono i pensionati ad aver perso più fiducia nella Cisl, mentre i lavoratori attivi iscritti sono aumentati: «I pensionati erano 2.006.515 nel 2013 e sono calati a 1.911.213 nel 2014, con una perdita di 95.302 iscritti. I lavoratori attivi invece sono passati dai 2.317.625 del 2013 a 2.340.119 dello scorso anno, registrando un segno più di 22.494 iscritti», spiega Ventura, analizzando gli ultimi numeri pubblici.

 

  Carmelo Barbagallo Carmelo Barbagallo

Diversa ancora la situazione della Uil. Qui le cifre parlano di un aumento costante che va avanti dal 2010, quando gli iscritti erano 2.184.911, fino ad arrivare ai 2.222.665 dello scorso anno. Fermo restando il segno positivo, però, anche qui c’è un rallentamento: tra 2013 e 2014, infatti, le nuove tessere sono state 6.222, mentre tra il 2010 e il 2013 aumentavano di 10mila circa di anno in anno.

 

Resta davanti la sfida futura che hanno di fronte i sindacati, cioè trovare adesioni nei settori nuovi del lavoro e tra i più giovani: «Tra i precari, i para subordinati, gli atipici e così via, dove ovviamente — chiosa Baseotto — è meno facile che il lavoratore si iscriva perché ha paura ».

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)