di maio salvini mattarella

"SENZA UN ACCORDO SUL NOME PER PALAZZO CHIGI LA PAROLA TORNERA' A MATTARELLA" - DI MAIO E SALVINI NON HANNO ANCORA UN ACCORDO E SANNO DI DOVER LASCIARE LA 'PATATA BOLLENTE' DELLA SCELTA AL COLLE - ECCO I CANDIDATI DI M5S E LEGA PER I MINISTERI

 

Amedeo La Mattina e Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

SALVINI DI MAIO

«Né io né Di Maio», taglia corto Matteo Salvini. Il braccio di ferro continua. Il premier che dovrà guidare il governo giallo-verde ancora non c' è. Il leader leghista e il capo grillino ci proveranno ancora oggi in un incontro a Milano, dopo l' ennesima fumata nera di ieri. Ormai è una corsa contro il tempo. Ancora 48 ore, poi i due dovranno salire al Quirinale per comunicare al capo dello Stato l' intesa raggiunta sul prossimo inquilino di Palazzo Chigi. L' appuntamento con il presidente della Repubblica è previsto per lunedì.

 

SALVINI DI MAIO

Senza un accordo, spiega Salvini, «la parola tornerà al presidente Mattarella. Altro tempo non ne vogliamo portare via». Il M5S è più ottimista. «Adesso stiamo ragionando sul nome del premier. È la cosa che dobbiamo ancora dirimere, ma sono sicuro - assicura Di Maio - che troveremo una soluzione. Vi dico che sono molto fiducioso perché, creata la base del governo, il premier non sarà un problema».

 

I MINISTRI

DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIULIA GRILLO

Dunque, la squadra di governo è già pronta, i nomi sono stati messi sul tavolo. per M5S sono Luigi Di Maio, Vincenzo Spadafora, Danilo Toninelli, Alfonso Bonafede, Claudio Crimi, Riccardo Fraccaro, Giulio Grillo e Laura Castelli. La Lega mette in campo Salvini, Giancarlo Giorgetti, Gianmarco Centinaio, Roberto Calderoli, Giulia Bongiorno, Simona Bordonali. Esteri ed Economia verranno concordati con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

 

emilio carelli silvio berlusconi

Alla Farnesina potrebbe approdare il capo dei grillini, in alternativa Di Maio avrebbe intenzione di guidare il dicastero del Lavoro o dello Sviluppo economico. Salvini ha fatto rotta fissa sul Viminale per potere realizzare i suoi obiettivi di maggiore sicurezza nelle città e una più energica politica sull' immigrazione e i rimpatri. Chiuso il «contratto per il governo del cambiamento», fatta la lista dei ministri, manca la figura cardine. M5S insiste su Di Maio Per la premiership il Carroccio ha riproposto ai 5 Stelle Emilio Carelli, ex direttore di Sky Tg24, eletto nelle liste grilline.

 

vincenzo spadafora mattarella

Salvini lo considera una figura rassicurante, equidistante, gradito anche a Silvio Berlusconi anche per il suo passato di giornalista Mediaset. Di Maio continua invece a mettere sul tavolo nomi che sicuramente entreranno nell' esecutivo, ma non spendibili per il ruolo di presidente del Consiglio. Nell' incontro di ieri tra i due leader la rosa è stata ristretta a Spadafora e Bonafede. Ma sul primo nome anche dentro il Movimento i malumori sono forti perché non è un grillino della prima ora.

 

La verità, secondo i leghisti, è che si tratta di due nomi figurina per coprire quello vero, che è e rimane Di Maio. Salvini però ha puntato i piedi: «Va bene che il premier sia scelto dai 5 stelle, ma io non posso fare il ministro di Di Maio. È necessario che ci sia una parità di grado: entrambi ministri. Non avevano proposto il professor Conte al Capo dello Stato?».

giuseppe conte

 

Il capo M5S invece avrebbe ritirato il nome di Giuseppe Conte dal tavolo. Anche se non è escluso che il silenzio che avvolge l' avvocato e docente universitario in queste ore possa essere un ulteriore scelta tattica per proteggerlo e non bruciarlo. Lui per due giorni è rimasto a Firenze, dove insegna all' Università, e ha evitato qualsiasi contatto con la stampa.

 

In ogni caso, se non dovesse essere proprio Conte (già destinato al ministero della Pubblica amministrazione nel fantagoverno del M5S), il premier indicato da Di Maio dovrebbe avere un profilo molto simile: «Un professore che possa realizzare il nostro programma» filtra dal M5S. E anche il capogruppo leghista Centinaio non esclude che alla fine possa essere un nome terzo, «tecnico o politico, poco importa».

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