IL DAZIO È TRATTO - IL SENATO AMERICANO PASSA LA LEGGE ANTI-YUAN E LA CINA PADRONA, CHE HA IN MANO IL DEBITO PUBBLICO USA, S’INCAZZA: “UNA BOMBA AD OROLOGERIA CHE PUÒ SCATENARE UNA GUERRA COMMERCIALE” - MA LE POSSIBILITÀ CHE LA NORMA PASSI ALLA CAMERA A MAGGIORANZA REPUBBLICANA SONO BASSE (“È PERICOLOSO” DICE LO SPEAKER BOEHNER) E LO STESSO OBAMA CHINA LA TESTOLINA: “POTREBBE NON ESSERE A SCELTA MIGLIORE”…
An. Man. per Sole24Ore.com
La guerra delle valute, silente ma mai assente negli ultimi anni, è tornata a galla nelle ultime 48 ore. Washington muove, Pechino reagisce. L'adozione da parte del Senato americano di una legge per penalizzare la Cina, sospettata di manipolare la propria valuta per rilanciare le esportazioni, può causare una «guerra commerciale» tra le due potenze, riporta l'agenzia di Stato Nuova Cina.
«Il Senato americano ha di fatto creato una bomba a orologeria che potrebbe innescare una guerra commerciale tra le due economie mondiali» scrive l'agenzia ufficiale in un commento.
La legge attualmente è stata approvata al Senato americano, se passasse anche alla Camera e fosse ratificata dal presidente Barack Obama, darebbe al dipartimento al Commercio e al Tesoro nuovi margini di manovra nel penalizzare i governi accusati di manipolare la propria valuta, in particolare la Cina con lo yuan. Il testo, che aveva nei giorni scorsi superato vari voti procedurali in Senato, è stato approvato con 63 sì e 35 no.
Pochissime tuttavia le speranze che la legge sia approvata alla Camera a maggioranza repubblicana: la settimana scorsa il presidente dell'aula John Boehner aveva definito il documento «pericoloso».
La stessa Casa Bianca si era mostrata scettica, sottolineando che portare avanti un testo dal valore simbolico sapendo che potrebbe andare incontro all'opposizione dell'Organizzazione mondiale del commercio, e «potrebbe non essere la scelta migliore».
La legge, più stringente rispetto a precedenti proposte volte ad aumentare i dazi doganali sui prodotti importanti, penalizzerebbe le esportazioni cinesi e consentirebbe al dipartimento al Commercio di annullare il vantaggio di una moneta sottovalutata attraverso i cosiddetti countervailing duties (diritti di compensazione, ovvero imposizioni fiscali che si aggiungono ai dazi doganali per riequilibrare il prezzo di prodotti esteri che nel Paese di provenienza godono di un regime fiscale più favorevole).
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