CIPRO-VANO ANCORA: PRELIEVO SOLO AI RICCHI

1. CIPRO, PRELIEVO DEL 20% SUI DEPOSITI RICCHI TASSA MASSIMA PER LA BANCA PRINCIPALE, 4% PER LE ALTRE. L'FMI: NON BASTA
Giampaolo Cadalanu per "la Repubblica"

E' una corsa contro il tempo, per mettere a punto il piano che dovrebbe salvare Cipro dalla bancarotta. Domani notte scade la garanzia di liquidità della Banca centrale europea: in queste ore il governo di Nicosia sta discutendo i dettagli del piano con i rappresentanti dalla troika - Ue, Bce e Fondo monetario - dopo aver di fatto compiuto una scelta in favore dell'Europa e parzialmente sgradita a Mosca. Il prelievo forzoso, suggerito da Bruxelles e bocciato dal Parlamento, è tornato nei piani dell'esecutivo come strumento inevitabile per recuperare i 5,8 miliardi chiesti dall'Ue per varare il piano di aiuti di altri dieci.

Secondo le indiscrezioni trapelate in tarda serata e provenienti da «alti funzionari governativi », il sacrificio richiesto ai correntisti sarà mirato ai benestanti: più pesante, ma solo sui conti sopra i centomila euro. Non sarà più del dieci, ma del 20 per cento per i conti della Bank of Cyprus, uno degli istituti più esposti. Tirano un sospiro di sollievo i correntisti delle altre banche, che se la caveranno con un prelievo più modesto, pari al 4 per cento. I fondi pensione nazionalizzati non faranno parte del "pacchetto", hanno fatto sapere le stesse fonti alla tv locale.

Ma l'intesa - che alle 20 sembrava cosa fatta - alle 21:30 torna in alto mare a causa - scrive l'agenzia ufficiale cipriota, Cna - «delle sempre più alte richieste avanzate dai rappresentanti dell'Fmi ». Venerdì notte il Parlamento aveva già approvato diverse misure, fra cui la creazione di un "fondo di solidarietà" in cui verranno convogliate le risorse raccolte, limitazioni severe ai movimenti di capitale e la ristrutturazione delle banche più esposte (in particolare la Laiki, i cui dipendenti sono scesi in piazza).

In altre parole: c'è lo strumento tecnico per raccogliere i soldi, compresi quelli messi a disposizione dalla Chiesa ortodossa, c'è la garanzia che le riserve non verranno prosciugate d'improvviso al riaprirsi degli sportelli bancari, martedì, e c'è anche un primo robusto taglio al debito, con la vendita delle agenzie di banche cipriote in terra greca, sia pure cariche di titoli tossici. Manca ancora l'accordo politico, sia interno, sia internazionale: il via libera del Parlamento e l'assenso dell'Unione europea, che il presidente cipriota Nicos Anastasiades cercherà a Bruxelles oggi, dopo la riunione dei ministri delle Finanze europei dedicata appunto alla crisi dell'isola.

La spedizione di Anastasiades arriverà comunque al limite del tempo disponibile: la chiusura forzata delle banche sta ormai diventando intollerabile e rischia di strangolare l'economia dell'isola. Le code ai bancomat sono sempre più lunghe, anche perché le macchine non distribuiscono più di 260 euro a prelievo. Lunghe file di automobili si sono formate anche alle stazioni di servizio, mentre crescono le difficoltà nei negozi, che spesso rifiutano le carte di credito e devono affrontare i clienti più pessimisti, decisi a fare scorte massicce.

E' tempo di «scelte difficili», dunque «è essenziale», ha detto il vicepresidente della Commissione europea Olli Rehn, che le misure siano soddisfacenti per l'Europa. Altrimenti per Cipro si potrebbe aprire la via verso l'uscita dall'euro: strada che una buona fetta di cittadinanza considera ormai auspicabile.


2. CIPRO: SI TENTA ACCORDO, PRESIDENTE ARRIVA A BRUXELLES
(AGI) - Si tenta un accordo in extremis per scongiurare il 'default' di Cipro: il presidente Nikos Anastasiadis si riunira' oggi con gli esponenti dell'Fmi, per cercare una soluzione ed evitare cosi' il peggio, e cioe' che l'isola venga costretta a uscire dall'Euro. Cio' creerebbe un precedente troppo pericoloso: per questo motivo, a Bruxelles e' stata fissata una fitta scaletta di incontri con lo scopo di giungere ad un accordo. Alle 18 si riunira' poi l'Eurogruppo e non si esclude una lunga notte di trattative.

Innanzitutto, il presidente cipriota si incontrera' con il presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, e il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Durao Barroso, e poi con il presidente della Banca Centrale Europea (BCE) Mario Draghi, e il direttore generale dell'Fmi Christine Lagarde. Le trattative tra Cipro e la troika sono "in un momento molto delicato. La situazione e' difficile e i margini stretti", ha detto il portavoce del governo di Nicosia. Secondo indiscrezioni, l'accordo sarebbe stato trovato sull'ipotesi di un prelievo al 20% sui conti correnti superiori ai 100 mila euro per la Banca di Cipro e del 4% sui conti di altri istituti.

Ma su questa ipotesi di compromesso, l'Fmi ha alzato il tiro chiedendo che la Banca di Cipro si assuma anche il debito del Laiki Bank, che dovrebbe dividersi in una 'bad' banca scorporando cosi' le passivita'. L'obiettivo del cosiddetto 'piano B' prevede invece di raccogliere almeno 5,8 miliardi che chiede la troika in 'cambio' di un prestito da 10 miliardi, senza compromettere pero' la stabilita' del debito, un fattore che l'Fmi ritiene essenziale. Bisogna cosi' trovare un accordo, e non si esclude che si faccia notte: il limite massimo e' infatti lunedi' quando la Bce non fornira' piu' liquidita' alla banca cipriota, e gli istituti di credito e la Borsa di Nicosia riapriranno martedi'. Secondo il Commissario Ue agli Affari Economici Olli Rehn, e' ora il momento di trovare "soluzioni difficili" senza chiederne di "ottime e disponibili". (


3. COHN-BENDIT: IL PRELIEVO FORZOSO SUI CONTI È ASSURDO E ILLEGITTIMO

Andrea Tarquini per "la Repubblica"

«La signora Merkel non si rende conto che le sue parole - gradite in casa propria scatenano allarme e ostilità verso la Germania, diffidenza e problemi sui mercati». La dura accusa viene da Daniel Cohn-Bendit, ex leader del maggio ‘68, massima voce dei Verdi europei e della sinistra critica nell'eurozona. Merkel parla duro con Cipro: è il ritorno del tedesco cattivo? «Non solo il governo federale ma anche tutti i ministri delle Finanze dell'eurozona hanno preso verso Cipro decisioni assurde e incomprensibili. Hanno deciso tutti all'unanimità che l'isola dovrà intaccare i suoi depositi e conti».

Perché è assurdo?

«In ogni Paese, tutti i conti e tutti i risparmi al di sotto dei centomila euro sono o dovrebbero essere garantiti. Avrebbero dovuto aspettarsi, i ministri delle Finanze dell'eurozona, che una richiesta di "prelievo forzoso" avrebbe sollevato collera e protesta a Cipro. Ora la situazione è sfuggita al controllo, è come una barca alla deriva senza timoniere ».

In che senso?

«A Cipro non c'è chiarezza, tra i ministri finanziari dell'eurozona nemmeno, e sia i ciprioti sia noi altri europei siamo a bordo di treni che viaggiano verso l'abisso ».

Lei appare molto pessimista...

«La crisi può essere alla fine solo psicologica o invece, come temo, può consolidarsi come reale. Non si capisce dove gli attori del dramma vogliano arrivare: il governo tedesco, i ministri delle Finanze europei, Cipro stessa».

Non ha l'impressione che, nella posizione dura del governo tedesco, si riverberino anche i toni da campagna elettorale in vista del voto a settembre?

«Da tempo il governo federale e la signora Merkel lavorano in modo da dare l'impressione di voler salvare l'Europa quanto necessario, ma con il minimo costo possibile. E' la posizione della Merkel, che ritiene così di difendere gli interessi nazionali tedeschi. Ma in questa storia c'è anche un "massimo necessario" perché sappiamo che la Germania ha bisogno dell'Europa. Il massimo necessario, dunque, ma anche il minimo possibile».

Non c'è il pericolo che gli altri Paesi europei rivedano il volto del tedesco cattivo?

«Una volta Helmut Schmidt ha detto che, pur presumendo la politica del governo federale come giusta, se rifiutata ovunque essa fa emergere un errore di fondo nel sistema. Di fatto, la politica tedesca che dovrebbe salvare l'Europa la disintegra, producendo l'effetto opposto al desiderato. Ecco la conseguenza disastrosa della politica del governo federale».

In Italia, in Grecia, ovunque, cresce il malcontento anche di piazza contro Berlino e Angela Merkel, proteste populiste ma non solo. Quanto è pericoloso?

«La signora Merkel non capisce che quel che rafforza la sua popolarità in Germania assume una dimensione tale da indebolire l'Europa e da nuocere all'immagine della Germania in Europa. I manifesti con Merkel ritratta come Hitler sono somme idiozie, ma Frau Merkel nutre un'insensibilità verso la storia degli altri Paesi. Così si sviluppano comportamenti e scelte sbagliate che purtroppo si rafforzano a vicenda, a tutto danno della costruzione europea».

 

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