GIULIETTO, L’UOMO DEI COMPUTER! - EPISODIO COMICO DURANTE LA PERQUISIZIONE DELLO STUDIO TREMONTI - UN SEGRETARIO APPICCICA UN FOGLIO SULLA PORTA DELLA STANZA DEI SERVER CON LA SCRITTA “UFFICIO PERSONALE DEL SENATORE TREMONTI” (E QUINDI NON PERQUISIBILE)

Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera

 

tremonti tremonti

Dov’è ubicato l’«ufficio personale» del senatore Giulio Tremonti nello studio tributario milanese di cui l’ex ministro dell’Economia è fondatore e socio? In un locale che comunica con un bagnetto, in una stanzetta dove c’è la sala server che giovedì scorso era proprio tra i bersagli della perquisizione dei carabinieri. Possibile? Sì, almeno stando al foglio bianco formato A/4 appiccicato in fretta e furia con il nastro adesivo il giovedì mattina della perquisizione da un collaboratore dello studio, nel pasticciato tentativo di segnalare agli investigatori che da lì in poi rischiavano di inoltrarsi nel terreno inviolabile protetto dall’immunità parlamentare del senatore Tremonti.

 

È il curioso retroscena della perquisizione ordinata dai pm Roberto Pellicano e Giovanni Polizzi non nell’inchiesta sull’ipotizzata corruzione dell’allora ministro Tremonti sotto forma di una consulenza da 2,4 milioni pagata nel 2009 da Finmeccanica allo studio tributario dal quale Tremonti era uscito nel periodo in cui era al governo, giacché per questa indagine la Procura ha dovuto arrestarsi e trasmettere le carte al Tribunale dei Ministri.

Computer Computer

 

La perquisizione è stata invece disposta in un altro fascicolo, nel quale due soci di studio di Tremonti, Dario Romagnoli e Enrico Vitali, risultano indagati per l’ipotesi di riciclaggio dopo che due imprenditori napoletani hanno dichiarato di essersi visti offrire da Marco Milanese, per ritrattare le accuse mosse all’ex consigliere di Tremonti a Napoli, una grossa somma di denaro custodita (a loro dire) nello studio Romagnoli-Vitali-Tremonti. Quando i carabinieri del Nucleo Operativo milanese entrano nello studio di via Crocefisso, chiedono al personale che indichi loro uffici e dotazioni di pertinenza del senatore Tremonti, in modo da rispettarne le prerogative parlamentari.

 

GIULIO TREMONTI E MARCO MILANESEGIULIO TREMONTI E MARCO MILANESE

Accompagnati, fanno un primo giro e non vedono nulla di strano. Ne fanno un secondo, e scorgono una persona che appiccica un foglio a una porta. È l’informatico che si occupa dei computer dello studio, e sul foglio c’è scritto «ufficio personale del dottor professor Tremonti Giulio». Solo che, dietro la porta, di certo non c’è lo studio del senatore, ma solo il server che custodisce i dati dei computer dello studio, dietro il quale un’altra porta comunica con un bagno privato, che a sua volta comunica con l’ufficio del senatore.

 

Resta da capire la ragione dell’estemporanea iniziativa del tecnico, che però si risolve presto: con parole chiave, che rispettano le prerogative del senatore, il server viene «perquisito», tutti i files sono trovati integri e senza manomissione, così come le email sequestrate. 

 

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