CRISI 2012 - IN GRECIA TORNANO LE “RICETTE DELLA FAME”. PER ESEMPIO, SE IL PREZZO DELLA CARNE È INAVVICINABILE, CI SI PUÒ ACCONTENTARE DI UNA MELANZANA E MASTICARE LENTAMENTE PER GARANTIRSI ALMENO LA SENSAZIONE DI AVERE LO STOMACO PIENO - A PARIGI È BOOM DI VENDITE DI PULCINI: SI DIFFONDE L´ABITUDINE DI ALLESTIRE POLLAI SUL BALCONE PER AVERE UOVA FRESCHE…
1- IN GRECIA TORNANO LE "RICETTE DELLA FAME"
Antonio Ferrari per Corriere della Sera
C'è da dire che i greci, pur entrando nel terzo anno di incubo-default, non hanno perso il gusto dell'ironia. Per Natale in tanti si sono scambiati un dono molto speciale: un libro di 200 pagine con un titolo appropriato, visti i tempi: Ricette della fame. Si tratta di una serie di consigli che la storica Eleni Nicolaidou ha trovato sui giornali di Atene nel periodo 1941-1944, durante l'occupazione nazista, e li ha riprodotti nel suo saggio.
Pubblicato all'inizio del 2011, quando i morsi della crisi erano già sanguinosi, il libro è diventato un best seller, come scrive Il Foglio. Realtà e ironia sembrano coniugarsi nel volumetto, che ha pescato sulle prime pagine dei giornali dell'epoca: tra i quali Kathimerini, che è rimasto anche adesso il giornale più autorevole del Paese, e Athinaikai Nea, che oggi è diventato Ta Nea ed è il quotidiano più venduto.
I consigli su come affrontare la fame sono dettagliatissimi. Per esempio, se il prezzo della carne è inavvicinabile, ci si può accontentare di una melanzana e masticare lentamente per garantirsi almeno la sensazione di avere lo stomaco pieno. In tempo di guerra, e anche successivamente, durante gli anni del sanguinoso conflitto civile, quando la gente moriva di fame e crollava per strada, i giornali elencavano con meticolosa serietà come raccogliere e conservare le briciole di pane o le estremità dei fagiolini per preparare la zuppa.
Ma se, settant'anni fa, il consiglio era una specie di quotidiano vademecum della sopravvivenza, oggi il libro della Nicolaidou rivela quello che molti ateniesi rassegnati temono come l'incubo prossimo venturo: un 2012 che potrebbe anche essere ancor più drammatico dell'anno che sta per chiudersi.
Qualche segnale di disperazione è palese. à drasticamente diminuito il consumo di carne, ed è cresciuto quello di verdura e ortaggi, magari comprati nei mercati rionali prima della chiusura; gli stipendi e le pensioni sono stati falcidiati; le case di proprietà sono state colpite da una nuova tassa, che arriva con la bolletta della luce; la tredicesima è evaporata; i negozi sono semivuoti; i consumi sono crollati. Per fortuna non è scomparsa l'ironia, diffusa a piene mani dal più seguito talk show serale. «Toglieteci tutto, non il sorriso», dicono i greci. Tutta la nostra comprensione.
2- UNA GALLINA PER AMICA L´ULTIMA FOLLIA DI PARIGI
Anais Ginori per La Repubblica
Ci sono stati gli orti dietro ai palazzi, sui terrazzi, nei giardini condominiali, pomodori e zucchine a chilometro zero. Poi qualche temerario ha pensato di prendere degli alveari, ce ne sono diversi a Parigi, uno anche in cima all´Opéra che produce barattoli di miele venduti a peso d´oro. Com´era prevedibile, ora è venuto il momento del pollaio. Le galline non sono più in fuga, ma sono diventate placidi animali di compagnia secondo quanto racconta il quotidiano Le Monde.
La nuova moda nella capitale francese, si spera non dilagante, è infatti allevare pollastre per avere «un uovo fresco ogni mattino» come ha raccontato al giornale Claire, una parigina che ospita nel suo giardino di Montmartre una giovane chioccia. Anzi, pardon, una gallina nana di razza bianca, molto più carina di quella con cresta marrone che si vede nelle aie delle fattorie.
Una delle più grosse catene di negozi di giardinaggio francese, Truffaut, con diversi punti vendita nella capitale, ha venduto più di 20mila pulcini e galline ovaiole nel corso del 2011, tutte destinate a clienti residenti nei centri urbani e non nelle campagne. Più del 50% rispetto al 2010. L´azienda alsaziana Eco-poule in due anni ha fabbricato e venduto più di 30mila mini pollai in kit. Anche qui i clienti sono concentrati nella regione parigina.
Presto cominceremo a chiederci qual è la campagna e quale la città , dove sta la differenza. Ma non è questo il punto. Allevare una gallina nel cortile o sul terrazzo è facile, assicura chi se ne intende, perché le galline hanno bisogno di poco spazio e mangiano rifiuti organici, proprio quelli che si buttano abitualmente nella spazzatura. Un gesto ecologico, insomma. La pulizia del pollaio si fa una volta alla settimana e sul web si trovano arredi per decorare le gabbiette, con vasi di fiori o grate colorate.
A gennaio uscirà in Francia anche un libro, "Et si j´élévais une poule" di Michel Audureau. Primo consiglio dell´esperto: limitarsi ad allevare galline e bandire dai propri balconi i galli, per via dei risvegli troppi bruschi e rumorosi che potrebbero creare guai con i vicini.
Attenzione, dunque, alle manie di grandezza. Una o due galline, non di più. Siamo pur sempre in città e i regolamenti comunali vietano gli allevamenti in batteria. Negli Stati Uniti, dove questa tendenza esiste già da qualche anno, ci sono state petizioni per autorizzare i pollai nelle grandi metropoli, finora senza successo.
A Parigi non si è ancora creato un movimento di cittadini zootecnici. Di questo passo, potrebbe succedere e magari il tema s´imporrà nel dibattito politico. Favorevoli o contrari alla gallina domestica? Ci faranno pure un referendum.
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