casellati

CSM, LE MANOVRE PER LE RACCOMANDAZIONI. IL PM CORROTTO: ''HO INCONTRATO CASELLATI E LEGNINI'' - LONGO, CHE HA PATTEGGIATO 5 ANNI, TIRA IN BALLO IL PRESIDENTE DEL SENATO: ''LA INCONTRAI IN UN BAR NEL 2016. VOLEVO DIVENTARE CAPO DELLA PROCURA DI RAGUSA''. IL RUOLO DI FILIPPO PARADISO, EX CONSIGLIERE DI PALAZZO MADAMA, OGGI INDAGATO. ''L'ESPRESSO'' NON MOLLA SULLE TOGHE

GIANCARLO LONGO

Emiliano Fittipaldi per www.lespresso.it

 

In pochi ricordano che l'inchiesta della procura di Perugia che ha travolto il Csm, il pm Luca Palamara, i Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri, e partita da lontano. In particolare, da una piccola procura siciliana, quella di Siracusa. Dove lavorava un pm, Giancarlo Longo. Accusato di aver venduto - come lui stesso ha ammesso patteggiando una condanna a cinque anni di carcere - la sua funzione pubblica agli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore. I due imprenditori, elargendo mazzette e favori, come è noto hanno pilotato le sentenze del pm, che proteggeva i loro interessi e quelli dei loro clienti.

 

La storia dello scandalo giudiziario, pero, ogni giorno ha il suo colpo di scena. L’Espresso nel numero in edicola da domenica 30 giugno e già online su Espresso+ ha adesso scoperto che il pm corrotto nei suoi verbali ha fatto il nome anche del presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. E quello dell’ex vicepresidente del Csm Giovanni Legnini.

 

 

Giuseppe Longo parla degli incontri con la presidente di Palazzo Madama «per una promozione». E spunta il ruolo chiave del suo consigliere. Nei verbali anche il nome di Legnini, ex numero 2 del Csm: «L'ho visto nel suo ufficio»

piero amara

Longo ha raccontato ai magistrati di Messina (e poi a quelli di Perugia) che lui - nella primavera del 2016 - sarebbe riuscito a incontrare sia la Casellati, allora potente membro del Csm in quota Forza Italia, sia l’allora numero due di Palazzo Marescialli, esponente del Pd. E che a entrambi ha chiesto una raccomandazione per essere promosso a capo di una procura. Non di Gela (per raccomandare Longo in quella sede, secondo, i pm di Perugia, Palamara – allora membro del Csm - avrebbe ottenuto da Calafiore e Amara 40 mila euro). Ma quella di Ragusa.

 

«L’incontro e avvenuto nel bar fuori al Csm», conferma Longo all’Espresso, spiegando di voler parlare solo di contenuti «attinenti» ai suoi interrogatori. «Ho parlato con la Casellati della mia candidatura a Ragusa. Lei ha preso copia della mia domanda con i pareri di professionalita».

 

GIUSEPPE CALAFIORE

Ma come ha fatto Longo a entrare in contatto con la Casellati? Il pm ha raccontato che all’appuntamento non ando da solo. Ma che fu accompagnato da un uomo assai vicino all’attuale presidente del Senato. Si tratta di Filippo Paradiso, un dirigente della polizia di Stato che ha rapporti di alto livello con il mondo della magistratura italiana. E qualche guaio con la giustizia: Calafiore – in altri verbali consultati da L'Espresso - ha dichiarato che aveva in uso la carta di credito di Amara. Oggi il poliziotto risulta indagato a Roma per traffico di influenze.

 

la presidente maria elisabetta alberti casellati (2)

Fu Paradiso, dice dunque Longo, a organizzare il meeting tra i tavolini del bar tra lui e la Casellati. E fu sempre Paradiso, e questa e una certezza, che riusci a entrare nell’ottobre 2018 nello staff del gabinetto della presidente del Senato. Le dimissioni, spiegano dal Senato, sono arrivate a gennaio 2019. In concomitanza con le prime notizie su un'inchiesta di di lui.

 

Per ottenere l’appoggio della Casellati «sono andato insieme a Paradiso, che mi era stato presentato un paio di settimane prima da Giuseppe Calafiore. Con la Casellati, (Paradiso) era in ottimi rapporti... lei comunque non mi ha garantito nulla», chiosa Longo. E al cronista che gli chiede se davvero non fu preso alcun impegno dalla Casellati e da Legnini per la sua sponsorizzazione per la promozione, Longo chiarisce: «Guardi, e evidente che promesse esplicite non ne sono state fatte. Ma se organizzo un incontro con dei consiglieri (del Csm, ndr) attraverso persone considerate a loro vicine, diciamo che qualche aspettativa poteva essere implicita».

 

giovanni legnini

Legnini - secondo quanto ha raccontato l’ex pm - avrebbe incontrato l’uomo di Amara «nel suo ufficio al Csm». Anche in questo caso Longo non si e mosso da solo: a preparare il rendez-vous con l’allora vertice del Consiglio superiore della magistratura e stato un altro intermediario. «Ha organizzato l’incontro il professor Dell’Aversana», ribadisce. Siamo sempre nella primavera del 2016. Legnini, Longo e Pasquale Dell'Aversana, stavolta, si incontrano non in un bar, ma in una sede ufficiale. «Neppure Legnini mi ha garantito alcunche. A lui e alla Casellati ho parlato di Ragusa perche Gela era stata assegnata».

 

Un associazione presieduta da Dell'Aversana ha avuto stretti rapporti con i sodali di Longo Amara e Calafiore.

 

«Il coacervo di manovre nascoste» di cui parla Mattarella parte da lontano.

 

Leggi L'articolo integrale su Espresso+

pm Giancarlo Longo

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…