DACCÒ, MAZZETTE SUL COMMÒ - IL SAN RAFFAELE AVEVA IL CANCRO DEL GIOCO DELLE SUPERFATTURAZIONI: LA RESTITUZIONE DEL CONTANTE MESSO NERO SU BIANCO NELLE TESTIMONIANZE AI PM - DALLA CASSAFORTE DI MARIO CAL, TUTTO FINIVA NELLE MANI DEL MEDIATORE DACCÒ E DELLA SUA RETE DI SOCIETÀ ESTERE - LA REGIONE LOMBARDIA PAGAVA BENE I SERVIZI DEL SAN RAFFAELE, MA COME MAI FORMIGONI SVACANZAVA SULLO YACHT DI DACCÒ?...

1 - APPALTI GONFIATI E BUSTE PIENE DI CONTANTI I TESTIMONI SVELANO IL SISTEMA SAN RAFFAELE
Walter Galbiati per "la Repubblica"

Una storia di bustarelle, faccendieri e commesse facili. Le carte della procura di Milano alzano il velo su quello che appare essere il più grande caso di malasanità nazionale. È la storia dell´ospedale fondato da Don Verzé, il San Raffaele, che dietro la fama (vera) di istituto all´avanguardia per la ricerca e la cura di numerose malattie ha lasciato fiorire sprechi e ladrocinii che lo hanno portato a un crac da 1,5 miliardi di euro. In dieci anni, non se n´è accorto nessuno, eppure il sistema era semplice.

La Regione Lombardia pagava, e bene, il San Raffaele. L´ospedale a sua volta pagava i fornitori. Fin qui un normale flusso di denaro, se non che poi alcuni fornitori erano "abituati" a gonfiare le loro fatture e a retrocedere parte dei pagamenti ricevuti in denaro contante a Mario Cal, il braccio destro di Don Verzé, morto suicida l´estate scorsa.

Un giro voluminoso di denaro che a Milano ha avuto come protagonista soprattutto la famiglia Zammarchi. Le società del gruppo fasi sono occupate della costruzione del complesso EdilRaf di Cologno Monzese, della manutenzione edilizia ordinaria del San Raffaele e dei lavori di completamento del corpo di collegamento tra i settori A, B, C e Q dell´ospedale milanese e dell´ospedale di Olbia. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, tra il 2006 e il 2011, la Fondazione ha elargito 73,2 milioni alla Diodoro e 67 milioni alla Metodo, entrambe del gruppo Zammarchi.

Il giochino lo ricostruisce in un interrogatorio l´ex direttore finanziario del San Raffaele, Mario Valsecchi: «Alcuni fornitori gonfiavano le fatture relative alle loro prestazioni. Sicuramente lo faceva Zammarchi e lo faceva anche Fernando Lora della società Progetti (una società di progettazione e realizzazione di impianti industriali ndr). Non so se tale sovrafatturazione fosse fatta anche dalla Dec e dalla Bergamelli».

Di certo la Dec, la società che fa capo alla famiglia De Gennaro, tra i più grandi costruttori del Sud Italia, e che ha realizzato (per 31 milioni di euro) e gestisce il parcheggio interno dell´ospedale di Milano, aveva diritto ai pagamenti preferenziali, come spiega un impiegato della contabilità.

«Le procedure - è stato messo a verbale - erano che per Zammarchi questo veniva in ufficio quando voleva e per le sue fatture le veniva data una priorità. L´ordine di dare preferenza ci perveniva dal ragionier Boccotti, il quale cassa permettendo dava priorità al pagamento. Le fatture erano vistate da Mario Cal e da Mario Valsecchi. Questa procedura era prevista per gli Zammarchi e le fatture della Dec».

Poi avveniva la restituzione del contante. Come, lo spiega, Stefania Galli, segretaria di Cal: «Le consegne delle buste da parte di Pierino Zammarchi al dottor Cal sono iniziate orientativamente nel 2005. La frequenza delle dazioni non era regolare. La consegna avveniva all´incirca una volta al mese, saltuariamente anche più volte. Buste voluminose alte tre o quattro centimetri e contenevano banconote da 500 euro». Venivano nascoste nella cassaforte del San Raffaele, poi, dopo l´avvio delle indagine della procura sulla Casa del Sonno, in quella dell´adiacente Hotel San Rafael.

«Del contante - dice la Galli - lo sapevano Valsecchi, Danilo Donati, Cal, la Voltolini e la Zoppei». Queste ultime, Gianna Maria Zoppei (sovrintendente sanitario) e Raffaella Voltolini (direttore generale dell´Università Vita Salute) sono state candidate da Verzé fino all´ultimo a far parte del nuovo consiglio, guidato da Giuseppe Profiti e sponsorizzato dal Vaticano.

Secondo la procura, parte del contante finiva poi nelle mani di Pierangelo Daccò, per ora l´unico fermato, faccendiere vicino a Comunione e Liberazione, sul cui yacht è stato fotografato il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni.

2 - DALL'IRLANDA ALL'AUSTRIA LA RETE DELLE SOCIETÀ DI DACCÒ
Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella per il "Corriere della Sera"

Galeotte furono le camicie della moglie di Pierangelo Daccò. A far afferrare ai pm il bandolo della matassa di società di mezzo mondo, tramite le quali il mediatore d'affari secondo il gip Tutinelli ha un ruolo «di primo livello nella gestione di capitali all'estero», è stata un'intercettazione banale del 19 settembre in cui Franco Cernigliaro, uomo di fiducia che riceve e smista le richieste di chi vuole parlare con Daccò, irrita la segretaria di un'immobiliare svizzera, la fiduciaria «Norconsulting».

L'autista, che Daccò spedisce in Svizzera quando dal Sudamerica vuole essere sicuro di poter parlare senza timori da un telefono estero a un telefono estero, riporta lo spazientirsi di una familiare di Daccò sul «dove sono queste benedette camicie?», e la segretaria sbotta: «Sono da me, sono da me (...) No, cioè, forse la signora non ha capito che mestiere facciamo noi... non sono la domestica... già le ho fatto un favore a prenderle in lavanderia... non è che questa cosa è normale, ecco, è stata un'eccezione!».

È da dettagli come questo che la Procura ha portato a galla parte delle società estere che in apparenza non appartengono a Daccò, ma «nella gestione delle quali si coglie l'interesse di Daccò», e che «sono coinvolte in operazioni di dissipazione del patrimonio» del San Raffaele. Se poco si sa degli interessi che spingono Daccò a soggiornare a lungo in Cile e Argentina, almeno si è capito che la Norconsulting è una di quelle società.

Assion è invece neozelandese, e per poter dire che il «beneficiario economico» è Daccò, Gdf e Polizia hanno dovuto scovare una mail addirittura del 4 giugno 2007 nella quale un avvocato richiede per un contratto «la copia della carta d'identità del dott. PD», che in una mail del 15 aprile 2008 si conferma essere «mister P. Dacco».

Poi c'è la Euroworldwide, che viene collegata a Daccò dalla mail che l'11 giugno 2009, in un documento interno al San Raffaele, motiva un pagamento come «rimborso a PD totale».

È invece in Austria la Harmann, cui il San Raffaele paga una labile consulenza di 510 mila euro per la soluzione del contenzioso legale in Paesi in via di sviluppo. In questo caso è l'ex direttore amministrativo dell'istituto, Mario Valsecchi, a ricordare «che tale società ci fu indicata da Daccò»: nesso provato dal fatto che alcune delle mail del 2008, tra quelle che il vicepresidente Mario Cal aveva riversato sul proprio pc prima di uccidersi, documentano come la «Harmann fosse gestita a Lugano dalla Norconsulting».

Eurosat è irlandese, e qui è la segretaria di Cal a testimoniare che «Daccò per la fatturazione ha utilizzato diverse società tra cui ricordo solo la Eurosat», che i pm aggiungono «sembra aver sostenuto alcuni costi per la gestione dell'imbarcazione di Daccò».

Infine ancora in Austria c'è la Mtb, «rappresentata in Italia da Manfred Hirscmann, arrestato per riciclaggio internazionale nell'indagine su Banca Italease»: qui «la prova inoppugnabile della riconducibilità di Mtb a Daccò emerge dallo scambio di mail» tra un avvocato e uno stretto collaboratore di Daccò.

 

FORMIGONI SULLO YACHT DI PIERO DACCO jpegFORMIGONI SULLO YACHT DI PIERO DACCO jpegFORMIGONI SULLO YACHT DI PIERO DACCO jpegFORMIGONI SULLO YACHT DI PIERO DACCO jpegFORMIGONI SULLO YACHT DI PIERO DACCO jpegDON VERZE Mario Cal SAN RAFFAELE FORMIGONI SULLO YACHT DI DACCO'

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”