1. MA IL DEBITO E’ VERAMENTE UN MALE ASSOLUTO? LA MANCATA SFIDA DI RENZI ALL’UNIONE 2. IL GIAPPONE HA UN RAPPORTO DEBITO-PIL AL 240%, QUASI IL DOPPIO DEL NOSTRO. SONO IN BANCAROTTA? SONO ALLA CANNA DEL GAS? NON PARE PROPRIO. SOLO, NON HANNO L’APPROCCIO MORALISTA CHE LA GERMANIA HA IMPOSTO ALL’UNIONE, SECONDO IL QUALE “IL DEBITO È CATTIVO” (E IL CREDITO ANCHE, VISTO CHE DIETRO OGNI DEBITORE C’È UN CREDITORE?) 3. RENZI AVREBBE VERAMENTE “SFIDATO” L’EUROPA SE AVESSE AVUTO IL CORAGGIO DI DIRE PUBBLICAMENTE CHE CONFERMIAMO LA DISCIPLINA DI BILANCIO, MA CHE IL NOSTRO DEBITO PUBBLICO È AMPIAMENTE SOSTENIBILE. NON LO HA FATTO PERCHÉ MONTI, NEL 2012, HA CONSEGNATO L’ITALIA ALLA GHIGLIOTTINA DEL “FISCAL COMPACT”, IMPEGNANDOSI A FAR SCENDERE IL DEBITO PUBBLICO SUL PIL DEL 5% ALL’ANNO PER VENT’ANNI

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - MA IL DEBITO E' VERAMENTE UN MALE ASSOLUTO?
"Renzi sfida l'Europa sui conti" e "Renzi: niente compiti dalla Ue". La politica come slogan trionfa sulle prime pagine dei giornaloni di Lor Signori. Le nuove parole-chiave "sfida" e "niente compiti", giustamente adatte a un pubblico pre-adolescenziale quale noi siamo, coprono per ora un deserto di azioni concrete da parte del governo del Rottam'attore. Pare che nel giro di una settimana presenterà un adeguato pacchetto di riforme - dentro il quale ci si augura vi sia qualcosa oltre al polistirolo - sul lavoro, sulla spesa pubblica e...

Possiamo fin d'ora anticiparvi che la nuova parola d'ordine sarà "lotta alla burocrazia", che nelle gazzette sostituirà la meno simpatica locuzione "tagli alla spesa pubblica". Chi non è favorevole al "taglio della burocrazia"?

Ma mentre ci si balocca con l'ardito Pittibimbo che "sfida l'Europa" - solo con i giornalisti italiani però, perché al tavolo con Merkel, Hollande e Cameron se n'è ben guardato - passa come sempre in cavalleria il vero nodo del presunto "grave squilibrio economico" dell'Italia, almeno a sentire Olli Rehn e i suoi fratelli. Visto che il rapporto deficit-pil sarebbe attualmente intorno al 2,5-2,6%, par di capire che il problema sia il nostro debito pubblico.

Che è tanto, che è normale, che è poco? Boh! In realtà non esiste un criterio scientificamente sensato e "falsificabile", per dirla con Popper, per definire un debito statale eccessivo o meno. Quando si parla di debiti, in generale, l'unico aggettivo che dovrebbe contare è "sostenibile" o "non sostenibile".

Il Giappone, com'è noto, ha un rapporto debito-pil al 240%, quasi il doppio del nostro. Sono in bancarotta? Sono alla canna del gas? Non pare proprio. Solo, non hanno l'approccio moralista che la Germania ha imposto all'Unione, quello secondo il quale "il debito è cattivo" (e il credito anche, visto che dietro ogni debitore c'è un creditore?).

Allora, per tornare al nostro Renzie da esportazione. Il premier italiano avrebbe veramente "sfidato" l'Europa se avesse avuto il coraggio di dire pubblicamente che confermiamo la disciplina di bilancio, ma che il nostro debito pubblico è ampiamente sostenibile. Non lo ha fatto perché qualcuno, nel 2012, ha consegnato l'Italia alla ghigliottina del "fiscal compact", impegnandosi a far scendere il debito pubblico sul pil del 5% all'anno per vent'anni.

2 - PICCOLI BERLUSCONI CRESCONO
E ora, al di là delle quattro battute a uso di giornali e tiggì della sera, ecco come andato veramente l'esordio in Europa League di Matteuccio. Come segno di simpatia, prendiamo il racconto dalla Ren-zine di Largo Fochetti:

"Ecco all'uscio si presenta Angela Merkel. Il premier italiano si alza e le schiocca due baci sulle guance. Poi, in una pausa, la butta sul calcio con una battuta su Mario Gomez, il centravanti tedesco della Fiorentina (...) I due giovani leader, l'inquilino di Downing Street David Cameron ha 47 anni, si siedono al tavolo delle riunioni, Renzi racconta rapidamente la situazione politica italiana e le prospettive del suo governo. Poi qualche scherzo e l'esortazione a lavorare insieme: ‘Siamo entrambi giovani, entrambi vogliamo un'Europa meno burocratica, abbiamo idee simili'. (...) Con Rajoy il premier scherza sul match tra Spagna e Italia dell'altro ieri: ‘La prossima volta vinciamo noi!'" (pp. 2-3).

Diamogli tempo e a uno dei prossimi vertici europei anche Renzie si dimostrerà all'altezza della grande scommessa che è stata giocata su di lui. Facendo le corna al momento delle foto ufficiali.

Del resto, anche le dichiarazioni rilasciate alla Stampa non lasciano dubbi su chi sia il suo (gran) maestro: "Critiche ridicole anche da chi mi sosteneva. Ma la gente sta con me. Non ho chiesto io ai maestri di farmi cantare quelle strofe. E' una polemica idiota e ridicola" (p. 3).

3 - NON SONO STATO, IO
Un occhiello in prima sul Corriere ci regala la perla della settimana: "Saccomanni: mandati via perché arrivavano i risultati". Sì, arrivavano ma erano tutti sbagliati. Dentro, Sergio Rizzo offre il microfono a Er Gelatina che ribadisce: "Mai raccontato storie sui conti pubblici. L'Europa dovrebbe sapere che il Pil è sceso non a causa di chissà quali politiche folli ma soltanto per colpa della crisi" (p. 11). Il famoso "cetriolo globale" di Guzzanti-Tremonti.

Repubblica descrive così la situazione al ministero di via XX Settembre: "Bufera negli uffici del Tesoro tra gli schiaffi della Ue e i tweet dell'ex ministro". Meraviglioso questo sommarietto: "La due diligence della Corte dei conti sembrerebbe dare ragione a Bruxelles, ma ci sono forti attenuanti" (p. 4). Inverno più piovoso del previsto? Il Giornale ha un retroscena curioso: "Padoan sabota il premier sul tetto del 3%. Renzi debutta a Bruxelles e il titolare dell'Economia gli rovina la festa: ‘Il limite imposto dall'Ue al deficit non si sfora" (p. 3).

Il Messaggero anticipa un po' di interventi: "Pronto il piano per i debiti della Pa, sblocco di 13 miliardi via Cdp. Il testo mercoledì in consiglio dei ministri. Copertura anche per i nuovi arretrati 2013. Fondi aggiuntivi ai 47 miliardi già stanziati. Le nuove fatture saranno pagate in 30 giorni" (p. 3). Ma questo è un vero e improvviso Bengodi!

4 - PARITA DE-GENERE
Grande e animato dibattito sulla parità per legge tra uomini e donne nelle liste elettorali. Noi ovviamente siamo favorevolissimi per regioni estetiche, perché le donne sono mediamente molto più oneste e meno mafiose dei maschi e perché un paio di tristi disavventure ministeriali assai recenti sono da considerare un'eccezione.

La discussione tuttavia stenta a emozionare, o anche solo a sembrar seria. La colpa come al solito è del Sultanino di Hardcore e della sua corte. Corriere: "Donne in lista, pressioni sul Cavaliere. Ma le azzurre non sono compatte. Prestigiacomo e Carfagna in prima linea. Santanchè si chiama fuori" (p. 8).

E ci vuole davvero tanta buona volontà per registrare senza commenti questa dichiarazione di Stefania Prestigiacomo, ripetiamo, Stefania Prestigiacomo: "Difendono le loro poltrone, ma noi non arretreremo e questo Berlusconi lo sa bene" (Repubblica, p. 13). Possibile un accordo su una quota di minorenni.

5 - AGENZIA MASTIKAZZI
"Niente Europarlamento per D'Alema. I dem preparano le liste per Strasburgo, ma l'ex leader punta alla commissione Ue" (Repubblica, p. 17). Pare che voglia l'Agricoltura, ma non tutta, solo la delega agli ulivi. Dice che con l'euro adesso costano troppo.

6 - TOGHE BISOGNOSE
Sempre nuovi particolari sul figlio magistrato del giudice di Cassazione che osò condannare il Cavaliere. "Un altro teste accusa il pm Esposito. ‘Mi deve 10 mila euro'. E spunta un foglio firmato dal magistrato. Un commercialista sul figlio del giudice di Cassazione: ‘Mi disse che gli servivano per una cucina e per le multe" (Corriere, p. 22).

7 - LIGRESTOS IN VIAGGIO VERSO MILANO
Come anticipato da questo disgraziato sito ai primi di gennaio, la competenza di Torino sulle inchieste Fonsai è assai traballante. E ora gli avvocati dei Ligrestos hanno trovato la carta che la Finanza del capoluogo piemontese non era stata in grado di recuperare. Lo racconta il Corriere: "Ligresti, processo a Torino in bilico. Una mail rimette in gioco Milano. La difesa scova una carta che per 189 secondi sposta la competenza. Il gip decide il 12 marzo. L'inchiesta sul presunto falso in bilancio nei conti 2010 della compagnia FonSai". Tutto il processo, se restasse a Torino, sarebbe a serio rischio annullamento in Cassazione (p.46)

8 - BERGOGLIO ATTACK!
Panico in Vaticano, specie tra i protetti di Bertone: "Francesco richiama a Roma Viganò, il vescovo che dette il via libera a Vatileaks. Era l'avversario di Bertone, potrebbe tornare alla guida del governatorato. Per lui sarebbe pronto il posto di presidente: un rientro clamoroso dopo un anno di esilio come nunzio a Washington" (Repubblica, p. 19).

9 - MONETA VIRTUALE, MORTE REALE
Sempre più istruttiva la storia della moneta virtuale che tanto piaceva a Federico Rampini, testa vaporosa e pensante di Repubblica. Oggi il suo giornale racconta: "La prima vittima del crac Bitcoin, trovata morta la banchiera ‘virtuale'. Svelato l'identikit dell'ideatore: Satoshi Nakamoto, un fisico americano, discendente di un samurai" che avrebbe lavorato a lungo con il Pentano sulle tecnologie militari (p. 18). Questa storia non è da film. E' già un film.

10 - INTESA, CHE PASSIONE
"Mancano ormai tre settimane alla presentazione, il 28 marzo, del piano industriale di Intesa Sanpaolo che porterà la firma dell'ad Carlo Messina". Wow! Peccato solo per il titolo: "Intesa Sanpaolo taglierà un manager su cinque" (Stampa, p. 23). Colpa di Francesco Micheli che ha annunciato ai sindacati il taglio di 200 dirigenti. Ma glielo aveva detto a Messina che avrebbe fatto un annuncio del genere? O è come quella volta che disdisse unilateralmente il contratto collettivo per conto dell'Abi?

 

 

 

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