andrea orlando matteo renzi michele emiliano

DIPARTITO DEMOCRATICO - RENZI E’ IN NETTO VANTAGGIO DOPO IL VOTO DEI CIRCOLI - EMILIANO E’ ANCORA IN BILICO: NON E’ DETTO RIESCA A RAGGIUNGERE IL 5% PER PARTECIPARE ALLE PRIMARIE DEL 30 APRILE - IL COMITATO DI ORLANDO PUNTA IL DITO CONTRO MOLTI CONGRESSI E ANNUNCIA RICORSI: SOLO NEL NAPOLETANO SAREBBERO ALMENO 5 MILA LE TESSERE IN DISCUSSIONE

renzi orlando emilianorenzi orlando emiliano

Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”

 

Mancano poche ore alla fine del voto nei circoli e un dato è certo: Matteo Renzi è largamente in testa, con una percentuale superiore alle previsioni. Un primo passo tutto da confermare, visto che il segretario del Pd sarà eletto con le primarie aperte ai cittadini il 30 aprile. Ma se Renzi e Andrea Orlando si sfideranno sicuramente quel giorno, è ancora in bilico Michele Emiliano, che deve raggiungere il 5% per partecipare alla sfida. Le stime del suo comitato e di quello di Orlando, ieri sera, lo davano ben oltre questa cifra, ma, secondo i dati di Renzi, il governatore pugliese restava ancora inchiodato al 4,6%.

RENZI E ORLANDORENZI E ORLANDO

 

CAPPOTTO A ROMA

Gli uomini di Renzi e di Maurizio Martina, già da ora, cantano vittoria. E accreditano la tesi per cui, se l' apparato del partito sta con Orlando, gli elettori premiano ancora l' ex premier. È il caso di Roma, dove Luciano Nobili, rappresentante della mozione Renzi, segnala il voto alla Garbatella: «Nonostante tutti e 5 i segretari di circolo sostenessero Orlando, ha vinto Renzi».

 

MICHELE EMILIANO E MATTEO RENZIMICHELE EMILIANO E MATTEO RENZI

L' ex premier, segnalano i responsabili del suo comitato, ha vinto in quasi tutta la Capitale: «Ci sono risultati clamorosi - dice Nobili - soprattutto nelle periferie. Al IV (Tor Sapienza e San Basilio) siamo al 65%, a Tor Bella Monaca all' 87%, a Torre Maura oltre il 90». Vittoria anche a Taranto, nella delicata sezione dell' Ilva. E nel circolo di Ravenna di Vasco Errani, bersaniano che ha lasciato il Pd per Mdp: l' ex premier ha ottenuto 151 voti, quasi il triplo di Orlando (58), mentre Emiliano ha racimolato solo due voti. Colpisce anche il raffronto con il 2013, quando a vincere quel congresso fu lo sfidante di Renzi, Gianni Cuperlo.

 

MICHELE EMILIANO E MATTEO RENZIMICHELE EMILIANO E MATTEO RENZI

LA SOGLIA DI EMILIANO

L' incognita più grande di questo turno riguarda la sorte di Emiliano. Youtrend , sito che raccoglie i dati dai tre comitati, in una proiezione lo accredita addirittura al 10%. Dal comitato del governatore pugliese sono più cauti ma ugualmente ottimisti. Francesco Boccia spiega: «In 2.500 circoli, su circa 6 mila, siamo al 7%. Un dato clamoroso, visto che siamo solo dodici parlamentari, dodici apostoli, che lavorano a mani nude. Tenete presente che Emiliano si è candidato il giorno in cui si è chiuso il tesseramento, mentre Renzi e Orlando avevano già le loro truppe. Alle primarie sarà tutta un' altra storia».

 

Boccia riferisce un' anomalia pugliese: «A Barletta hanno respinto 500 tessere fatte on line, metà di renziani, metà di Emiliano. Ma la cosa più sorprendente è che tra queste c' è quella del responsabile del tesseramento pugliese, il renziano Ruggiero Mennea».

Francesco Boccia e D AlemaFrancesco Boccia e D Alema

Non è l' unica anomalia contestata.

 

Il comitato di Orlando punta il dito contro molti congressi e annuncia ricorsi: solo nel Napoletano sarebbero almeno 5 mila le tessere in discussione. Il Comitato del Guardasigilli, a sera, diffonde alcuni dati: in 2.143 congressi (su 6.448), l' affluenza è del 56,4%, i votanti 66 mila. Renzi avrebbe il 63,9%, Orlando il 30,1 e Emiliano, il 6. Per il Comitato Renzi, i dati sono assai differenti: su 91.084 votanti, Renzi avrebbe il 69.2%, Orlando il 26,2 e Emiliano il 4,6.

 

Il giallo dei numeri Secondo dati - ufficiosi ma riferibili al Partito democratico - nel 2013 gli iscritti al partito erano 539 mila, ora siamo a 415 mila, presunti, con una perdita di almeno 120 mila tesserati.

 

Francesco Boccia Francesco Boccia

Non solo: il Pd perde iscritti soprattutto nelle sue aree forti, come in Emilia, dove si contano 34 mila iscritti in meno, mentre avanza in Puglia, Lazio e in Calabria. Commenta Andrea Martella, sostenitore di Orlando: «Renzi, che doveva cambiare il partito con il lanciafiamme e andare avanti a colpi di rottamazione, vince soprattutto nelle aree del Sud e in zone dove risultano incrementi anomali di tessere». Il concetto di anomalia, per Martella, si sposa con quello di mancanza di chiarezza: «Non esiste una certificazione dei dati e questo è inconcepibile per un partito come il Pd».

 

Anche Emiliano attacca, dalla Sicilia: «La nostra mozione è l' unica che prende atto della volontà del popolo siciliano di riappropriarsi di onestà e trasparenza e cerca di realizzare questi obiettivi dentro il Pd». Con un riferimento alle Amministrative: «Se l' immagine del Pd siciliano anziché essere quella di Renzi fosse la mia, la utilizzerebbero per vincere le elezioni».

Ultimi Dagoreport

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?