1. DOPO LA “RUOTA DELLA FORTUNA” DI MIKE BONGIORNO IL CANDIDATO MATTEUCCIO RENZI SFIDA LA “RUOTA DELLA TORTURA”, ALIAS LE PRIMARIE-PACCO DEL PD DI D’ALEMA & C. 2. MA QUANTI ANDRANNO A VOTARE NELLA SFIDA A TRE PER LA SEGRETERIA DEL PARTITO? 3. NELLE PASSATE CONSULTAZIONI “ALL’AMERICANA” E’ STATA SEMPRE SUPERATA LA SOGLIA DEI 3 MILIONI DI PARTECIPANTI. DOMENICA C’E’ IL RISCHIO CHE L’AFFLUENZA SI DIMEZZI E PER IL FUTURO LEADER DEMOCRAT SI PROSPETTA UNA VITA DA GENERALE A ROMA CON ALLE SPALLE UNA ARMATA ROSSA IN ROTTA. ANCHE PERCHÉ OSSERVAVA MACHIAVELLI OGNI “INNOVATORE HA I PROPRI NEMICI FRA I CONSERVATORI E HA SOLO TIEPIDI DIFENSORI TRA COLORO CHE SPERANO DI TRARRE VANTAGGIO DALLE NUOVE LEGGI”

DAGOANALISI

Primarie o fiera delle vanità?
A poche ore dalla consultazione nel Partito democratico per scegliere il nuovo segretario, l'interrogativo sembra tornato d'attualità. Di sicuro la "cavalcata ambiziosa" (Giuliano Ferrara su "il Foglio") di Matteo Renzi così estraneo all'apparato del partito (fino al punto di essere detestato) ma grande favorito nella corsa alla leadership dei post demo-sinistri sembra far pendere il giudizio (in sospeso) sul piatto della bilancia della vanità.

Di là dai meriti (o demeriti) del candidato-favorito, è stato il sindaco di Firenze e il suo giornale di riferimento, "la Repubblica" di Ezio Mauro e Carlo De Benedetti, a trasformare la sua scesa in campo in un défilé mediatico dove la sua faccia da bamboccione faceva premio sulla sostanza delle idee (che pure ci sono e ci saranno).

"Nell'iconografia del giovane leader, la copertina di Vanity Fair rischia di rimanere come pietra miliare e punto di non ritorno nell'estetizzazione del potere", ha osservato puntuale Filippo Ceccarelli nella sua rubrica sul "Venerdì".

Nel magazine de "la Repubblica" ha trovato spazio anche una delle rare voci uscite fuori dal coro delle laudi renziane. "Mancano pochissimi giorni alle primarie per eleggere il segretario del Pd. Una carica che non esiste. Il quasi sicuro vincitore, Matteo Renzi, infatti, non ha alcuna intenzione di ricoprirla. Ha deciso di continuare a fare il sindaco di Firenze", ha scritto pungente Curzio Maltese.
Capovolgendo il ragionamento di Maltese, il vero rischio che corre il Pd dalle tante anime inquiete è quello di ritrovarsi un giovane generale avendo alle spalle un'armata rossa in rotta.

E chissà, allora, se oggi il politologo Arturo Parisi tornerebbe a fare l'elogio delle primarie quando nell'autunno del 2007 i militanti furono consultati per eleggere il segretario (Veltroni con il 75,82%) e i membri della costituente del nuovo partito.

In quell'occasione il numero dei partecipanti fu di 3 milioni e mezzo. Che, due anni dopo (2009), scese di poco, oltre 3 milioni, nella scelta del segretario Pierluigi Bersani (1.623.239 preferenze). E la soglia dei tre milioni è stata toccata pure nel novembre dello scorso anno per indicare il leader della colazione per palazzo Chigi.

Già, la prima volta di Renzi che al secondo turno fu battuto da Bersani (60,9%) contro il 39% del sindaco di Firenze.

Ora sarebbe facile ironizzare sul destino avaro cui sono andati incontro nel giro di qualche anno i vincitori delle primarie in casa del Pd. Prima Walter Veltroni poi Culatello Bersani, indicati dalla base, sono stati "liquidati" in fretta con le solite pratiche interne al partito.

Adesso tocca al "rottamatore" Renzi ribaltare questa feroce tendenza auto-distruggitrice nella sinistra. E domenica sera quando si spegneranno le luci sulla passerella delle primarie, sarà l'affluenza alle urne dei militanti e dei sostenitori della causa (bassa, nella media o alta) Pd a indicare quanto brillerà in futuro e di che luce la nuova stella Renzi.

Anche perché osservava Machiavelli ogni "innovatore ha i propri nemici fra i conservatori e ha solo tiepidi difensori tra coloro che sperano di trarre vantaggio dalle nuove leggi".

 

 

 

DALEMA E RENZI Ezio Mauro CARLO DE BENEDETTI DA FABIO FAZIOCurzio Maltese Pierluigi Bersani Machiavelli af

Ultimi Dagoreport

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...