ERDOGAN CHE ABBAIA, MORDE LA MELA – DOPO IL TRACOLLO DELLA LIRA TURCA E L’AUMENTO DEI DAZI DA PARTE DI TRUMP, IL SULTANO ANNUNCIA: “BOICOTTEREMO L’IPHONE. BASTA APPLE. PRODURREMO DI PIÙ, ESPORTEREMO DI PIÙ. ABBIAMO IL VESTEL VENUS” (CHI?)
Susanna Iacona Salafia per “il Messaggero”
Sembra arrestata la parabola discendente della lira turca, dopo il picco del 13 agosto, ridando fiato e respiro anche alle borse europee. Da ieri il valore aumenta di ora in ora anche se sarà difficile ritornare presto al cambio col dollaro precedente la tempesta monetaria di questi giorni.
BOTTA E RISPOSTA
Dopo l' aumento dei dazi doganali di acciaio e alluminio dalla Turchia, ieri Donald Trump ha anche firmato un decreto con il quale si proroga la data di consegna dei caccia F35 acquistati dalla Turchia.
Come contromisura, Erdogan ha annunciato ieri il boicottaggio della Turchia su alcuni beni elettronici di fabbricazione Usa come il noto iPhone. «Se loro hanno l' iPhone, c' è il Samsung dall' altro lato mentre nel nostro Paese abbiamo il Vestel Venus» Il presidente, parlando ieri al congresso del suo partito, ha annunciato che la Turchia sarà presto completamente autosufficiente con la produzione anche di quei beni di importazione.
«Noi produrremo di più, esporteremo di più. Le fabbriche devono rimanere aperte».Maggiore esportazione, creando cosi nuovi posti di lavoro, sarebbe questa la ricetta annunciata ieri anche agli investitori stranieri.
Il rimbalzo della lira fa soprattutto cantare vittoria al governo turco: la presunta cospirazione di cui Ankara ha accusato gli Usa è stata «respinta con successo», ha esultato il ministro delle Finanze Berat Albayrak, nonché genero del presidente Erdogan.
Ma la questione è comunque legata a doppio filo a vicende strettamente politiche che vedono Usa e Turchia al centro di scambi e negoziazioni. L' 11 luglio scorso, secondo quanto riferisce il quotidiano The Guardian, in una riunione della Nato, la Turchia avrebbe chiesto agli Usa di intervenire su Israele per il rilascio di una giovane turca, arrestata per sospetti legami con Hamas.
La delegazione Usa dal suo canto ha ribadito la sua richiesta di liberazione del pastore anglicano della Carolina del nord, detenuto da due anni in Turchia con l' accusa di spionaggio e sostegno al terrorismo interno.
Se la giovane turca è stata rilasciata il 27 luglio, grazie all' intercessione di Trump su Nethayanu, non lo stesso è avvenuto pero per il pastore anglicano, Andrew Brunson.
NEGOZIATI
una delle foto pubblicata dalla pagina 'resisters' contro donald trump
Secondo il giornale inglese un problema di traduzione avrebbe creato un fraintendimento, da parte di Trump, che ha creduto in un accordo raggiunto per la liberazione del pastore americano, con un atto di clemenza. Brenson ha invece ottenuto solo gli arresti domiciliari ma la vicenda svolge un ruolo importante nelle relazioni Usa-Turchia.
Proprio ieri l' avvocato del religioso americano ha presentato una nuova richiesta di appello al diniego di scarcerazione e di ritiro del divieto di uscire dal Paese.
Ieri l' Ambasciatore turco in Usa, Serdar Kilic,è stato ricevuto da John Bolton, consigliere della sicurezza nazionale. Sebbene in guerra economica, Usa e Turchia continuano comunque a trattare.