ursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 3

DRAGHI E’ IN DIFFICOLTÀ CON UNA MAGGIORANZA CAPRICCIOSA? ARRIVA L’EUROPA A RIMETTERE TUTTI IN RIGA - LA COMMISSIONE UE DA’ UN CEFFONE ALL’ITALIA RICHIAMANDO AL RISPETTO DEGLI IMPEGNI PATTUITI NEL RECOVERY PLAN - SOTTO OSSERVAZIONE I CONTI PUBBLICI, LE RIFORME DA COMPLETARE SU CATASTO E CONCORRENZA MA ANCHE LA CRESCITA TROPPO BASSA - SE LA PROCEDURA D'INFRAZIONE È PER ORA SCONGIURATA, IN CASO DI MANCATA ATTUAZIONE DELLE RIFORME, IL RISCHIO È QUELLO DI NON INCASSARE I PROSSIMI PAGAMENTI SEMESTRALI DEL RECOVERY…

Francesco Malfetano Gabriele Rosana per “il Messaggero”

 

Arrivano le pagelle della Commissione europea e in Italia la maggioranza che sostiene il governo torna a dividersi sull'agenda delle riforme, con il leader della Lega Matteo Salvini che dice no «ai richiamini burocratici» di Bruxelles, perchè «decidiamo da soli».

 

paolo gentiloni valdis dombrovskis

Questa mattina il vicepresidente dell'esecutivo Ue Valdis Dombrovskis e il commissario all'Economia Paolo Gentiloni scenderanno nella sala stampa di palazzo Berlaymont per illustrare il pacchetto di primavera del semestre europeo, lo strumento per il coordinamento delle politiche economiche dei Ventisette. Proprio Gentiloni ieri s' era rivolto ai partiti e aveva messo in guardia dal rischio recessione per l'Italia se non attua gli impegni pattuiti nel Recovery Plan, soprattutto in un contesto in cui il sostegno pubblico generalizzato all'economia non potrà più replicare le misure eccezionali viste durante la pandemia.

 

IL PERCORSO Bruxelles dà atto al governo Draghi dei progressi compiuti nell'ultimo anno, ma condivide le sue preoccupazioni in particolare sulle vulnerabilità dovute alla crescita a rilento e all'esplosione del debito pubblico, da tenere sotto controllo con una limitazione della spesa corrente. Insieme a dettagliate promozioni e bocciature per gli Stati membri su debito e deficit e sull'itinerario delle riforme e degli investimenti concordati nei Piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr) - dal fisco al catasto -, da Bruxelles arriverà pure l'ufficialità dello stop al Patto di stabilità anche per tutto il 2023.

 

URSULA VON DER LEYEN OLAF SCHOLZ MARIO DRAGHI

L'anno in cui, cioè, la disciplina Ue sui conti pubblici sarebbe dovuta tornare a regime dopo la pandemia, magari riformata in senso meno rigorista. Il nuovo congelamento delle regole, che fissano il rapporto deficit/Pil al 3% e debito/Pil al 60%, è stato deciso dalla Commissione nonostante le cautele di vari Paesi tra cui la Germania, e sarà presentato oggi stesso ai ministri delle Finanze dell'Eurozona riuniti nell'Eurogruppo. È la seconda proroga consecutiva dell'operatività della clausola di salvaguardia, dopo quella dell'anno scorso.

 

E in un certo senso allevia, in prospettiva, il peso delle raccomandazioni della Commissione rivolte al nostro Paese, che per il momento - con le regole del gioco sospese - non andrà incontro né ora né per i prossimi dodici mesi una procedura di infrazione per disavanzo eccessivo.

 

mario draghi ursula von der leyen

A pesare e determinare il nuovo rinvio del Patto sono le incertezze dovute alla guerra in Ucraina, che insieme all'inflazione record trainata dai costi dell'energia e alle strozzature nelle catene degli approvvigionamenti hanno affossato le prospettive di ripresa del blocco, come certificato appena una settimana fa dalle previsioni economiche di primavera dell'esecutivo Ue, tagliando le stime di crescita dell'Ue e dell'Eurozona nel 2022 dal 4% al 2,7% (per l'Italia un tonfo dal 4,1% al 2,4%).

 

mario draghi ursula von der leyen

Come già l'anno scorso, il pacchetto di primavera del semestre europeo punterà poi i riflettori sui progetti del Pnrr concordati tra governo e Ue, interventi necessari «per apportare cambiamenti strutturali duraturi»: nel lotto delle raccomandazioni dell'Ue rientrano anche dossier su cui è scontro aperto i partiti al governo, dalla riforma fiscale per alleviare la pressione sul lavoro all'aggiornamento dei valori catastali, che Bruxelles vuole vedere allineati a quelli di mercato. Se la procedura d'infrazione è per ora scongiurata, però, il rischio concreto, in caso di mancata attuazione delle riforme, è quello di non avere le carte in regola per incassare i prossimi pagamenti semestrali del Recovery. Uno scenario che, visto dalla Commissione, metterebbe inevitabilmente a rischio le prospettive di crescita del Paese.

mario draghi ursula von der leyen

 

LE POLEMICHE

Esattamente lo scenario in cui si annidano le polemiche scatenate ieri dal leader leghista. «Non abbiamo bisogno della consulenza altrui» ha detto facendo riferimento ai fondi del Pnrr. Pronta la risposta degli altri partiti di maggioranza. In primis i dem, con il responsabile Economia del Pd Antonio Misiani: «La capacità di autogoverno di un Paese si misura dalla sua capacità di raggiungere gli obiettivi che si è dato». Una differenza di vedute che, in pieno spirito governista, Pier Ferdinando Casini, senatore del gruppo delle Autonomie, prova a normalizzare: «Draghi è intelligente, sa che deve armarsi di pazienza, ogni tanto spingere sull'acceleratore e ogni tanto sul freno».

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…