DRAGHI METTE IL DITO NELLA PIAGA: “EURO A RISCHIO SENZA RIFORME STRUTTURALI” . E DA LA COLPA ALLA RIGIDITA’ POLITICA DEI PAESI DELL’EUROZONA – MA IL DIFETTO E’ NEL MANICO: NON SI FA UNA MONETA UNICA SENZA UN GOVERNO UNICO (VEDE GLI STATI UNITI)
draghi tsipras putin varoufakis
Danilo Taino per Corriere.it
Mario Draghi continuerà a invitare i governi a realizzare riforme strutturali nell’eurozona. Ieri ha spiegato il perché nella maniera più netta. «In un’unione monetaria - ha sostenuto - non puoi permetterti di avere grandi e crescenti divergenze strutturali. Tendono a diventare problemi esplosivi e minacciano l’esistenza della moneta unica. E la Banca centrale europea è il guardiano della valuta».
Questa è la ragione di fondo per la quale ha deciso di dedicare alla necessità delle riforme gran parte dei suoi interventi al Forum della Bce di Sintra (Portogallo) che aveva per tema quest’anno «Inflazione e Disoccupazione». Ma non è l’unica.
Le economie
Rispondendo ad alcune critiche secondo le quali la Banca centrale europea non avrebbe la legittimità democratica per avventurarsi su terreni riservati ai governi, ha anche detto che «una banca centrale dovrebbe essere chiara su questioni che le rendono difficile o impossibile raggiungere il suo mandato» (cioè la stabilità dei prezzi).
draghi contestato con i coriandoli 4
Alcune economie del Vecchio Continente sono rigide e il presidente della Bce sostiene che ciò è un ostacolo alla realizzazione della politica monetaria. Ha ricordato che nei decenni scorsi i banchieri centrali intervennero più volte su questioni non di loro stretta competenza - negli Anni Settanta sui salari indicizzati all’inflazione, nei due decenni successivi sugli eccessi di spesa - e che avrebbero fatto bene a intervenire anche all’inizio degli Anni Duemila addove non c’era stabilità finanziaria nei mercati.
Legittimo, dunque, intervenire anche oggi. Di fronte a problemi che possono dipendere sia da cattive politiche di bilancio sia da mancanza di riforme - ha detto - chi fa la politica monetaria deve potere esprimere un’opinione. Concetto che - ha aggiunto - richiede qualche specificazione. Se si parla di politiche di bilancio, non si può non notare che molti Paesi europei negli anni scorsi hanno «alzato le tasse, aumentato la spesa pubblica, tagliato gli investimenti: esattamente quello che non deve essere fatto».
lancio di coriandoli e confetti controo draghi
Se si parla di riforme, invece, la Bce si limita a effettuare «un invito politico a intervenire», non entra nello specifico delle misure da prendere: ma ci sono infiniti studi che stabiliscono quali sono le più efficaci e come realizzarle
Favorire la crescita e la diminuzione dell’occupazione
La banca centrale, insomma, non ha l’obiettivo di spingere per la riduzione delle protezioni sociali o di ridimensionare il ruolo dei sindacati: chiede anzi di essere messa nelle condizioni di condurre al meglio una politica monetaria che alla fine favorisca la crescita e la riduzione della disoccupazione, «che è la prima ragione della disuguaglianza» sociale.
draghi attacco con i coriandoli dalla manifestante blockupy 2
Su questo «diritto di parola», Draghi ha trovato l’appoggio pieno dell’ex segretario al Tesoro americano Larry Summers. Negli Stati Uniti, dove l’economia è più flessibile, dinamica e innovativa, l’esigenza di cambiare alla radice i mercati inefficienti è meno pressante. Ma quando, come nell’eurozona, le rigidità arrivano a impedire un funzionamento corretto della politica monetaria, la banca centrale si deve occupare della questione, ha sostenuto Summers.
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Nell’area euro, inoltre, la crisi degli anni scorsi ha reso evidenti le differenze strutturali tra Paesi: ciò espone la moneta unica a rischi seri. Per questo, Draghi punta a una governance comune dell’eurozona anche per quel che riguarda la politica delle riforme, dalla loro ideazione alla realizzazione.
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A proposito di banca centrale che si interessa di cose non strettamente monetarie, ieri Draghi ha anche mandato un messaggio a un convegno sui Trattati di Roma organizzato dalla rivista «Il diritto dell’Unione europea». Vi ha ricordato che lui e altri tre presidenti (della Ue Jean-Claude Juncker, del Consiglio europeo Donald Tusk e dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem) hanno predisposto un documento (che verrà presentato a giugno ai capi di governo) che identifica i passi futuri necessari per arrivare «a un’autentica Unione economica e monetaria».
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Anche nel messaggio ribadisce che «occorre consolidare la governance comune delle riforme strutturali». In due direzioni. «Da un lato va esteso ove possibile il ricorso a standard condivisi basati sulle migliori prassi, dall’altro va rafforzato l’approccio nazionale nelle altre aree di intervento».