draghi descalzi biden

DRAGHI A TUTTO GAS – MARIOPIO A WASHINGTON CHIEDERÀ A BIDEN UNA MORAL SUASION SULLE AZIENDE AMERICANE CHE PRODUCONO GAS LIQUIDO. L'ITALIA NE HA UN BISOGNO QUASI DISPERATO PER ACCELERARE SUL PROGRAMMA DI DIVERSIFICAZIONE DELLE FONTI DI ENERGIA CHE PUNTA A RENDERCI INDIPENDENTI DA MOSCA - LA PRESENZA A WASHINGTON DI CLAUDIO DESCALZI, AMMINISTRATORE DELEGATO DELL'ENI, NELLE STESSE ORE IN CUI DRAGHI VARCHERÀ LA SOGLIA DELLA CASA BIANCA, NON È SOLO UNA COINCIDENZA…

MARCO GALLUZZO per il Corriere della Sera

 

draghi

Mario Draghi chiederà a Joe Biden una moral suasion sulle aziende americane che producono gas liquido, l'Italia ne ha un bisogno quasi disperato, molto di più di quello finora promesso attraverso un dirottamento verso le nostre coste delle forniture a stelle e strisce a Corea del Sud e Giappone.

 

Non ci basta, almeno per accelerare sul programma di diversificazione delle fonti di energia che punta a renderci indipendenti da Mosca. La presenza a Washington di Claudio Descalzi, amministratore delegato dell'Eni, nelle stesse ore in cui il nostro capo del governo varcherà la soglia della Casa Bianca, martedì mattina, non è solo una coincidenza.

 

Biden invece chiederà a Draghi uno scatto ulteriore, come farà oggi nel corso della riunione in videoconferenza dei leader del G7, nelle forniture di aiuti, anche militari, al governo di Kiev e alla resistenza ucraina. Gli Stati Uniti hanno finora investito 43 miliardi di dollari nell'invio di aiuti, umanitari solo per 13 miliardi. Il nostro premier si presenterà nello Studio ovale rivendicando di aver alzato a 800 milioni di euro il nostro contributo come Paese donatore di aiuti all'Ucraina. Ad ognuno le sue possibilità.

 

joe biden 1.

A due giorni dal primo incontro alla Casa Bianca fra i due leader l'agenda è ancora in via di definizione. Ma alcuni punti fermi, almeno fra quelli più sensibili, sono legati alle ulteriori sanzioni contro la Russia, agli aiuti militari alla resistenza (nel governo americano, che pubblica tutto, si stupiscono che in Italia la lista delle armi girate a Kiev sia secretata), al dossier che riguarda le fonti di energia e lo sganciamento progressivo dell'Ue dalla dipendenza da Mosca.

 

DRAGHI

Oggi il G7 si riunirà nella data storica della fine della Seconda guerra mondiale, un giorno prima della possibile parata militare che Putin vuole ostentare a Mosca: si cercherà un'ulteriore coesione dei Paesi che partecipano al formato internazionale, compresa l'Italia, che oggi si muove su due fronti, paralleli. In prima linea nello sforzo di rafforzamento dell'Europa e della solidità del legame transatlantico, ma allo stesso tempo consapevole che va fatto di tutto per continuare ad esplorare una soluzione negoziale del conflitto. Draghi più volte ha dichiarato che la posizione italiana sulla politica estera e la guerra in Ucraina, così come per la lealtà agli alleati, non è in discussione.

 

claudio descalzi con il presidente di sonatrach, toufik hakkar 2

Nel suo intervento di insediamento, il 17 febbraio dello scorso anno, disse in modo quasi premonitore: «Questo governo nasce nel solco dell'appartenenza del nostro Paese come socio fondatore all'Ue e come protagonista dell'Alleanza atlantica, a difesa dei loro irrinunciabili principi e valori.

 

L'Italia agisce in difesa di questi valori». Ma allo stesso tempo, dopo aver dato una sterzata alla nostra politica estera, continua a rimarcare che «l'Italia, come Paese che crede profondamente nella pace, è pronta a impegnarsi in prima linea per raggiungere una soluzione diplomatica». Per questo a Washington ribadirà che bisogna stare attenti a non provocare un'escalation del conflitto, ma pienamente convinto che si può ottenere una pace «solo se l'Ucraina può difendersi».

mario draghi claudio descalzi

 

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