E’ SOLO BUSINESS, TOVARISCH - VIAGGIO DI CAMERON A MOSCA A CACCIA DI AFFARI (DOPO ANNI DI GELO PER IL CASO LITVINENKO) – SPINTONATO DALL’OPINIONE PUBBLICA, DAVID SI ATTEGGIA A SAPUTELLO E METTE IL DITO SUI DIRITTI UMANI LATITANTI IN RUSSIA – S’INCAZZANO PUTIN E MEDVEDEV: “LO SANNO TUTTI CHE C’È CORRUZIONE NEL REGNO UNITO” - LA SPY-CHICCA: NEL 1985 IL KGB VOLEVA ARRUOLARE CAMERON…
Fabio Cavalera per il "Corriere della Sera"
Spie, gas, petrolio, accordi di cooperazione industriale: fra Russia e Regno Unito vi è tanta carne al fuoco, ma le loro relazioni sono al minimo storico. Al punto che si è rispolverato il vecchio termine di «guerra fredda» per sintetizzare lo stato dei lavori in corso. In termini politici la distanza fra Downing Street e il Cremlino è siderale, sono divisi su tutto: dai diritti umani alle sanzioni da adottare contro il regime siriano responsabile delle brutale repressione dell'opposizione in piazza; Londra e Mosca pur essendo entrambi membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non hanno una linea di dialogo.
Invece, in termini di business e di interscambio commerciale i due governi, fra piccoli e grandi incidenti di percorso (la recente irruzione delle forze speciali russe negli uffici moscoviti della Bp), hanno mantenuto alto il flusso dell'import-export: il Regno Unito è il sesto partner commerciale della Russia e nel 2011 il miglioramento è stato del 50 per cento. Una guerra fredda a metà , ma non per questo meno destabilizzante per il quadro internazionale.
La visita lampo di David Cameron a Mosca, ieri, e i suoi incontri prima con il presidente Dmitrij Medvedev poi con il premier Putin non ha avuto il sapore di un meeting storico: le divergenze sui temi politici sono restate tali, con reciproche punzecchiature. Cameron ha richiamato i russi al rispetto dei diritti umani e ha bocciato la loro richiesta di ristabilire contatti fra le agenzie dello spionaggio.
Ha pure ironizzato su quando, nel 1985, fece vacanza nel Mar Nero dove «due signori, in perfetto inglese, mi offrirono pranzo e cena, mi chiesero tante cose e che cosa pensassi della politica». Una sorta di «intervista» per il reclutamento da parte del Kgb? «Sono sicuro che David poteva diventare un buon agente del Kgb ma in tal caso non sarebbe mai diventato premier britannico» è stato il commento scherzoso del presidente russo.
Battute a parte, l'insistenza di Londra sulla corruzione e sul trattamento riservato ai dissidenti non è piaciuta al Cremlino. «Lei deve imparare a rispettare il nostro sistema legale» ha replicato Medvedev a Cameron, aggiungendo in tono quasi di sfida: «à il segreto di Pulcinella, un open secret, che la corruzione esiste nel Regno Unito». Un pingpong di dispetti verbali che nulla toglie al significato del summit. Era da 5 anni che un premier britannico non metteva piede a Mosca: che i leader abbiano deciso di incontrarsi apre la strada al disgelo politico (non scontato) e mantiene forte il legame economico.
L'ultimo inquilino di Downing Street a sbarcare in Russia fu Tony Blair al G8 di San Pietroburgo nel 2006. L'avvelenamento in un hotel londinese di Alexander Litvinenko, ex agente del Kgb divenuto cittadino britannico, pochi mesi dopo fece precipitare le relazioni bilaterali. Dell'omicidio fu accusato uno 007 russo ora parlamentare, Andrei Lugovoy, di cui Londra chiese inutilmente l'estradizione. Da quel momento fu di nuovo il silenzio fra Downing Street e Cremlino.
Incontro, dunque, di un certo rischio e significato che non riporta il sereno ma che serve a tenere distinti e a non incrociare pericolosamente i due piani: quello delle relazioni politiche, fredde, con quello delle relazioni economiche, più che positive. David Cameron si è presentato con una delegazione di 24 uomini d'affari, a cominciare dai numeri uno di Bp, Rolls Royce e British Airways, le blue chip dell'industria nel Regno Unito. Ed è tornato a casa con nuovi contratti per 215 milioni di sterline. Se le spie dividono, gli affari riportano un po' di sereno.




