renzi pignatone woodcock

E’ CAMBIATA L’ARIA SUL DUCETTO, E I PM DI ROMA SI METTONO A VENTO: WOODCOCK E LA SUA COMPAGNA FEDERICA SCIARELLI VERSO L’ARCHIVIAZIONE. NON SONO STATI LORO A PASSARE LE CARTE AI GIORNALI – SCARICABARILE TRA MAGISTRATI SU CHI AUTORIZZO’ LE INTERCETTAZIONI DI BABBO TIZIANO – IL PM ANGLO-NAPOLETANO PROSCIOLTO DAL CSM PURE SULLE TELEFONATE RENZI-ADINOLFI

 

Dario Del Porto e Conchita Sannino per la Repubblica

 

WOODCOCKWOODCOCK

È pronta la richiesta di archiviazione della Procura di Roma per il pm di Napoli Henry John Woodcock. Un capitolo si chiude, l' inchiesta penale, ma restano tutte le altre spine del caso Consip. Mentre emergono, dagli atti delle audizioni al Csm, divergenze sempre più nette tra i sostituti di Napoli e di piazzale Clodio sulla necessità di intercettare Tiziano Renzi, padre dell' ex premier. Nuove rivelzioni anche sul braccio di ferro, consumatosi quasi due anni fa, tra le diverse sezioni del palazzo partenopeo per l' assegnazione dell' inchiesta- madre Romeo.

 

VERSO L' ARCHIVIAZIONE

Henry John Woodcock e Federica SciarelliHenry John Woodcock e Federica Sciarelli

I magistrati guidati dal procuratore Giuseppe Pignatone hanno preparato la richiesta di archiviazione per il pm napoletano indagato di falso e rivelazione di segreto. I magistrati di Roma hanno quindi valutato che il collega non ha commesso i reati: né ha trasmesso notizie al Fatto, attraverso la giornalista Federica Sciarelli (a sua volta indagata e prossima all' archiviazione); né ha avallato la tesi di una falsa pista dei Servizi, nell' informativa redatta dal maggiore del Noe, Giampaolo Scafarto. Si chiude così una vicenda che tiene il magistrato partenopeo sulla graticola dal 27 giugno. Dinanzi al procuratore di Roma, Pignatone, e assistitito dall' avvocato Bruno Larosa, Woodcock aveva respinto ogni accusa. A quanto pare, gli hanno creduto.

giuseppe pignatone (2)giuseppe pignatone (2)

 

DIVISI SU RENZI SENIOR

È Nunzio Fragliasso, procuratore aggiunto a Napoli e reggente fino ad agosto, a ricostruire, dinanzi alla prima commissione del Csm, le divergenze tra i suoi colleghi napoletani e quelli romani sulla necessità di "ascoltare" Renzi sr, tuttora sotto inchiesta a Roma per traffico di influenze.

 

Il padre dell' ex premier viene intercettato due volte da Napoli pur senza essere indagato. La prima volta, il 5 dicembre (giorno dopo la caduta del governo). A febbraio scorso, i carabinieri del Noe insistevano per tornare a intercettare Renzi senior. La Procura di Roma frenava: il reato ipotizzato a carico di Renzi padre non lo consentiva. Ma i due pm napoletani decisero diversamente.

 

tiziano renzi luca lottitiziano renzi luca lotti

«Mi dicono i colleghi - ricorda Fragliasso - che l' intercettazione a Renzi sr è stata concordata, addirittura disposta da loro ma di intesa con la Procura di Roma». I pm capitolini raccontano invece una versione diversa.

 

PALAZZI: PRENDEMMO SOLO ATTO

Fragliasso dice di aver chiesto chiarimenti al procuratore Pignatone che risponde con due note (dell' aggiunto Ielo, e del pm Palazzi) in cui i due magistrati «riferiscono di essere stati informati preventivamente da Woodcock, ma di essersi limitati a prendere atto». Nella sua nota, «Palazzi è articolato». E ricorda che più volte i carabinieri del Noe «dapprima informalmente, poi anche per iscritto» - racconta Fragliasso - avevano «rappresentato l' opportunità di intercettare Renzi sr ed egli aveva sempre risposto negativamente tra l' altro sostenendo, è la risposta scritta, che il titolo di reato non lo consensisse. Dopodiché dice Palazzi: "Vengo informato delle iniziative dei colleghi napoletani, mi limito a prenderne atto"».

 

MATTEO E TIZIANO RENZIMATTEO E TIZIANO RENZI

D' AVINO: IO INDOTTO IN ERRORE

Si consuma tra dicembre 2015 e luglio 2016 lo strappo fra il procuratore aggiunto Alfonso D' Avino (Pubblica amministrazione) e Woodcock (Dda). L' aggiunto rivendicava che l' inchiesta- madre Consip fosse assegnata alla sua sezione, Woodcock chiedeva la co-delega alla pm Celeste Carrano. Fragliasso ricostruisce: «In una riunione con il procuratore Colangelo, si decise di procedere allo stralcio». Aveva vinto la linea D' Avino. Eppure, lo stralcio non ci fu. Il perché, a questo punto, dovrà spiegarlo al Csm l' ex procuratore Colangelo.

luca palamaraluca palamara

 

Continua Fragliasso: «Sei mesi dopo, viene avanzata una nuova richiesta» per fare entrare la Carrano. La domanda è formulata diversamente: servono rinforzi, ci sono tre nuovi pentiti. A quel punto D' Avino dice sì a Woodcock, ma al Pg Luigi Riello riferirà «di essere stato indotto in errore».

 

SCONTRO TRA CONSIGLIERI

Su Woodocock è scontro anche tra consiglieri al Csm. «Abbiamo sentito dai lavori della Prima commissione che è radicalmente da escludere l' ipotesi che il pm Woodcock sia responsabile della fuga di notizie sulla telefonata Renzi-Adinolfi», annuncia il consigliere Piergiorgio Morosini, al plenum del Csm di ieri. Replica Luca Palamara, relatore (con Morgigni) su Consip in Prima commissione: «Non è rispettoso del lavoro della Prima commissione annunciare l' esito dei lavori».

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…