'E FIGLIE SO' FIGLIE E SO' TUTT'EGUALE! - ANCHE I FIGLI NATURALI, COMPRESI QUELLI FRUTTO DI VIOLENZA O INCESTO, SARANNO CONSIDERATI LEGITTIMI - TUTTI I FIGLI AVRANNO LO STESSO STATUS GIURIDICO, E ANCHE IN CASO DI RICONOSCIMENTO IN RITARDO DA PARTE DEL PADRE, MANTERRANNO IL COGNOME MATERNO - ORA ARRIVA IL BELLUM: COME CI SI REGOLERÀ PER L’EREDITÀ…

M. Antonietta Calabrò per il "Corriere della Sera"

Riforma epocale, con forte polemica. I figli sono tutti uguali, anche quando sono frutto di violenza o di incesto. L'Aula della Camera ha approvato in via definitiva una riforma del diritto di famiglia che equipara i figli naturali a quelli legittimi (i primi sono stati 134 mila nel nostro Paese nel 2011, il 24,5 per cento di tutti i bambini). Nonostante sia un fenomeno di cui si parla sui media quasi esclusivamente quando si tratta di personaggi da copertina, come è accaduto, per citare un caso su tutti, anni fa con il figlio naturale di Diego Armando Maradona.

Le norme approvate ieri però si estendono anche ai figli nati da violenza o incesto, una possibilità che ha visto un duro scontro a Montecitorio. Un fronte parlamentare guidato dall'Udc (Paola Binetti, ma anche Alfredo Mantovano del Pdl) ha infatti cercato di bloccare questa possibilità rivendicata dal centrosinistra e in particolare dai deputati del Pd (Donatella Ferranti, Maurizio Turco) e di Fli (Giulia Bongiorno, Benedetto Della Vedova) ma alla fine è prevalsa la linea già passata a Palazzo Madama, dove non erano mancate violente polemiche.

L'attuale testo dell'articolo 251 del codice civile vieta infatti che possano essere riconosciuti i figli nati da persone unite da vincolo di parentela in linea retta all'infinito (padre-figlia ecc...), in linea collaterale nel secondo grado (fratello-sorella), e tra affini in linea retta (suocero-nuora).

L'eccezione a questa regola è che entrambi i genitori, o almeno uno di essi, all'epoca del concepimento, avessero ignorato il vincolo. La nuova disposizione prevede invece che il figlio nato anche in questi casi può essere riconosciuto sia pure previa autorizzazione del giudice avuto riguardo all'interesse del figlio e alla necessità di evitargli qualsiasi pregiudizio. Stessi diritti, insomma, senza distinzioni: sono figli e basta.

Con le nuove norme viene riconosciuto quindi a tutti i figli, anche quelli naturali, un unico status giuridico e i bambini nati fuori dal matrimonio potranno avere nonni, zii, fratelli, e più in generale vincoli parentali che prima erano loro negati in assenza di legittimazione. Assicurato per tutti i figli, dunque, il vincolo di parentela, come stabilito dall'articolo 1 della legge, nel quale si stabilisce che «la parentela è il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione è avvenuta all'interno del matrimonio, sia nel caso in cui è avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui il figlio è adottivo».

Il figlio nato fuori del matrimonio può essere adesso riconosciuto dalla madre e dal padre «anche se già uniti in matrimonio con altra persona all'epoca del concepimento» e il riconoscimento «può avvenire tanto congiuntamente quanto separatamente».

Inoltre, con l'uniformazione del vincolo di parentela, si stabilisce che tutti i figli «hanno lo stesso stato giuridico» e che, in caso di riconoscimento in un secondo momento, da parte del padre, il cognome della madre non sarà mai cancellato, ma il figlio potrà affiancargli quello paterno. L'articolo 1 introduce infine i «diritti e i doveri del figlio».
Uno dei decreti attuativi che dovranno essere emanati dal governo riguarderà la disciplina delle successioni e delle donazioni, ai fini dell'eredità.

 

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