elly schlein giuseppe conte

ELLY A PEZZI: LA SINISTRA NON L’HA VISTA ARRIVARE, MA GIUSEPPE CONTE ORA POTREBBE VEDERLA FARE I BAGAGLI - PEPPINIELLO APPULO, CON LA SUA "SCEMEGGIATA" IN AULA SUL SALARIO MINIMO SI E’ PRESO IL CENTRO DEL RING NELL’OPPOSIZIONE ALLA MELONI. A SCHLEIN NON RESTA CHE RILANCIARE CON MASSIMO GIANNINI CHE VORREBBE CANDIDARE ALLE EUROPEE E BINDI FEDERATRICE DELL'ALLEANZA PD-M5S (NON LO DITE A DE LUCA, PERO') – A SGANASCIARSI DALLE RISATE È ANCHE CONTE. HA TURLUPINATO SCHLEIN IN SARDEGNA, STA REPLICANDO IN BASILICATA E SI PREPARA A FARLO A FIRENZE CITTÀ, ALLE COMUNALI...

Carmelo Caruso per il Foglio - Estratti

 

 

GIUSEPPE CONTE ELLY SCHLEIN - MEME BY USBERGO

La sinistra non “l’ha vista arrivare”, ma Giuseppe Conte potrebbe vederla fare i bagagli. Solo Elly Schlein non si accorge che l’ex premier l’ha già sorpassata con la sua comunicazione spider e che anche Meloni adesso lo teme. Chiedere all’ex direttore della Stampa, Massimo Giannini, di candidarsi alle Europee, come la segretaria del Pd intende fare, è da voto otto e mezzo, ma Giannini non è Lilli Gruber.

 

 

In due giorni, Conte si è preso la prima pagina del Corriere, della Stampa, e il Tg5 delle 20. La sceneggiata sul salario minimo, lo strappo in Aula del testo di legge, era stata organizzata con cura. Lo stregone di Conte, Rocco Casalino, aveva studiato l’effetto. Il giorno prima, come fosse un questionario, Casalino chiede a comunicatori, influencer, cosa ne pensano dell’eventuale gesto. Fa in pratica dei carotaggi, dissoda il podere. Il resto umilia quel grande partito che è il Pd. Martedì, a Montecitorio, su un divano, e lo vedono tutti, si riuniscono i responsabili della comunicazione di Pd, M5s e Sinistra italiana.

ELLY SCHLEIN GIUSEPPE CONTE

 

Si decide che il giorno seguente, durante la votazione sul salario minimo, i parlamentari d’opposizione alzeranno insieme dei cartelloni. Il giorno successivo il M5s brucia sul tempo i deputati del Pd e occupa i banchi del governo. Il Pd se n’è lamentato e ha recitato la parte del partito fesso. Il M5s ha risposto: “Che colpa abbiamo noi se i deputati 5s sono più veloci di quelli del Pd?”. Quanto si racconta è la prima vera Caporetto di Schlein, ma è anche la prima volta che l’opposizione buca lo schermo. A bucarlo è però Conte. Il voto sul salario minimo è a suo modo un passaggio di testimone a sinistra. Il Pd avrebbe potuto mettere in gioco tutta la sua sapienza parlamentare.

 

(...)

conte landini schlein

Molti del M5s dopo la sceneggiata si sono dileguati. Se invece, e davvero, si sarebbe voluto fare opposizione a Meloni, sarebbe bastato a un buon capogruppo guardare l’emiciclo e rendersi conto che servivano solo 160 voti, voti alla portata, per mandare sotto il governo. Non se ne accorge chi dovrebbe, anche perché la segreteria di Schlein, un bus hippie della Volkswagen, è troppo presa dalla ricerca di un federatore. Da giorni è scattata la gara a chi dovrebbe unire il centrosinistra e l’unico che si sganascia dalle risate è Conte. Ha turlupinato Schlein in Sardegna, sta replicando in Basilicata e si prepara a farlo a Firenze città, alle comunali. Si è fatto dare un’isola e le ha firmato un assegno scoperto. Quando Schlein è andata a trattare la candidatura unitaria in Sardegna ha lasciato che Conte facesse il nome di Alessandra Todde.

 

giuseppe conte elly schlein 3

Ha provocato una frattura dolorosa nel Pd sardo, e con Renato Soru, ma non si è fatta offrire neppure un baccalà alla Luciana, l’assicurazione di una candidatura targata Pd per la Basilicata. E’ la regione dell’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, leader di Articolo 1, ed è un altro che ha giocato al piccolo chimico come Schlein. E’ stato Speranza a indicare come candidato il civico Angelo Chiorazzo e ha garantito a Schlein che su Chiorazzo ci sarebbe stata l’adesione di Conte. Quando Conte è andato in Basilicata, pochi giorni fa, insieme a Speranza, per vagliare la candidatura civica, si è accorto che il M5s locale non l’avrebbe seguito e l’ha fatta saltare. Ma Conte è un uomo di maniere. Suggerisce ora a Speranza: “Perché non ti candidi al suo posto?”. Speranza che in Basilicata teme di perdere, e che infatti è stato eletto nel collegio Campania 1, con i voti di Vincenzo De Luca, non vuole correre. E anche questa è un’altra straordinaria vittoria di Conte. Ha stroncato sul nascere un candidato indicato dal Pd ma lo ha fatto offrendo la candidatura a uno che dovrebbe aiutare il Pd a prendere i voti che intercetta lui. I deputati del Pd hanno spiegato a Schlein che in Basilicata una soluzione potrebbe essere l’ex ministra Luciana Lamorgese, ma la segretaria non l’ha chiamata.

massimo giannini a otto e mezzo

 

(...)

Per trovare questo federatore, Schlein sta facendo il giro delle sette chiese. La la frase non è letterale.

Si è buttata sul cattolicesimo.

Avrebbe chiesto al fondatore di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, uno che dalla sinistra riceve mediamente più inviti di quanti ne riceve Tylor Swift a uscire la sera, se abbia voglia di provarci.

L’altro nome, quello vero, che avrebbe individuato, è Rosy Bindi, il nome migliore per provocare una nuova crisi dei missili, come quella di Cuba, tra il Pd hippie e Vincenzo De Luca. Il primo di questi, Gentiloni, sempre sulla Stampa, l’ha già bocciata dicendole che sul mercato tutelato ha detto una sciocchezza. Prodi ha già le muffole come Sanders. Riccardi con Conte ci dialogava quando Schlein occupava le sezioni del Pd di Bologna. In dieci mesi da segretaria del Pd, la più giovane di sempre, è in pratica riuscita a riportare il Pd alla sua terza età, quota 100, a risollevare un leader. Lei pensa a chi federa, lui invece si sfodera. E’ Conte che ringiovanisce mentre Schlein incanutisce.

rosy bindi e romano prodi ai funerali della moglie flavia franzoninicola fratoianni giuseppe conte roberto gravina elly schlein.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...