IL MISTERO S’INFITTISCE - PERCHÉ IL COMUNE DI FIRENZE NON PERMETTE DI ACCEDERE AI DATI SULL’ABITAZIONE DI VIA DEGLI ALFANI, PAGATA DA CARRAI E IN USO A MATTEO RENZI?

Giacomo Amadori per "Libero quotidiano"

Passano i giorni e dall'entourage di Renzi continuano a non rispondere alle domande di Libero. Il principale consigliere del premier, Marco Carrai, sedicente intestatario del contratto di locazione dell'appartamento di via degli Alfani 8 (dove ha risieduto Renzi per 32 mesi tra il 2011 e il 2014) non ha accettato di rendere pubblico il documento e di spiegare per quanto tempo e a che prezzo abbia ospitato il Rottamatore.

Tommaso Grassi, consigliere comunale di Sel, ha cercato di avere lumi, ma per ora inutilmente. Infatti il servizio entrate del Comune ha respinto la richiesta di accesso agli atti perché troppo generica e la società esterna che riscuote la tassa dei rifiuti e che ha in archivio i nomi degli inquilini delle case fiorentine ha risposto che non consegnerà i dati per motivi di privacy. Comunque invia degli Alfani 8 nessuno si ricorda di Marchino, 39 anni proprio oggi.

Ufficialmente ha sempre risieduto nel paese dove è cresciuto, Greve in Chianti (Firenze). Il suo indirizzo è in via Salvator Allende, in una zona di moderne villette a schiera mescolate a palazzine popolari. Sul campanello ci sono i nomi del padre Giuseppe, quello della madre e quello di Marco, il cui appartamento è al piano terra. Il papà, titolare di un'azienda di materiali per l'edilizia, controlla il viavai dal terrazzo e ai cronisti risponde pacato: «Mio figlio vive tra qui e Firenze, dove abita a casa della fidanzata».

La compagna si chiama Francesca C., ha 26anni e nel capoluogo toscano ha intestati due locali commerciali e due appartamenti. Lei vive, presumibilmente con Carrai, in quello di via Spada, al primo piano. Praticamente casa e bottega, visto che con la madre Giuliana ha restituito splendore a una storica argenteria fiorentina nell'esclusiva via Tornabuoni. Il matrimonio dei due giovani è previsto per settembre.

Grazie a Facebook ricaviamo qualche informazione interessante su Carrai, l'uomo che per due anni ha affittato la casa al premier e che grazie al legame con Renzi ha ottenuto importanti incarichi politici e d'amministratore. Carrai inserisce come luogo di residenza Gerusalemme. Si tratta in realtà di una residenza virtuale per sottolineare il legame strettissimo con Israele.

Per esempio nelle società di consulenza Yourfuture e Cambridge management e nel fondo Wadi è socio dell'ebreo Jonathan Pacifici, romano trapiantato in Terra Santa. Pacifici si definisce sostenitore del partito conservatore Likud e anima un blog sulla Torah, il testo sacro dell'ebraismo. Carrai tra gli amici di Facebook, ma non solo lì, ha anche Michael Ledeen, prezioso collegamento con gli Usa, l'uomo che il tre volte premio Pulitzer Knut Royce definisce in suo libro «controverso conservatore americano ».

Grande fautore della guerra in Iraq, membro dell'American Enterprise institute insieme con l'ex direttore della Cia James Woolsey, autore del libro Fascismo universale, per Knut, «Ledeen è stato spesso accostato all'Intelligence italiana, ma lui ha sempre negato». Nei cosiddetti misteri d'Italia, dalla P2 al delitto Moro, è spesso affiorato il suo nome, senza prove.

Ma, si sa, Marco Carrai è un uomo curioso e poliedrico e questo lo ha reso indispensabile per Renzi: collega galassie diverse e raccoglie denaro attraverso le fondazioni (Big Bang prima e Open poi), ma ha anche guidato la Florece multimedia, l'agenzia di comunicazione renziana ai tempi in cui il premier era a capo della Provincia. Ora questo piccolo Istituto Luce è sotto inchiesta presso la Corte dei conti per le sue spese milionarie.

Marchino è stato pure amministratore delegato della Firenze parcheggi e oggi è presidente dell'aeroporto di Firenze (incarichi da oltre 42 mila e 80 mila euro l'anno). Posti in cui è stato fortemente voluto da Renzi. La polemica più accesa degli ultimi giorni riguarda l'appalto comunale affidato alla C&T Crossmedia controllata da Carrai per una video guida multimediale per Palazzo Vecchio.

L'Associazione Museo dei ragazzi (Mdr), incaricata dall'assessore alla cultura Giuliano daEmpoli (futuro socio della Crossmedia) per l'affidamento, il 25 ottobre 2011 (Carrai ospita Renzi da qualche mese) chiede un preventivo a tre società; l'8 novembre ad altre due, tra cui la Crossmedia. Dieci giorni dopo la sua offerta viene valutata come migliore: riduce «praticamente a zero il rischio d'impresa» scrivono i tecnici. Il tariffario per il noleggio oscilla tra 5 a 3 euro.

Ma a servizio assegnato il prezzo più basso sparirà dall'offerta. Nel contratto viene ipotizzato anche un fatturato superiore ai 300 mila euro. La scrittura privata viene siglata tra il presidente del Mdr Matteò Spanò, ex dipendente di FlorenceMultimedia, e lasocietà controllata dall'ex amministratore delegato di Florence, Carrai. Questo il suo presente. Ma molti anni fa, a 19 anni, l'allora insegnante di catechismoMarco Carrai, non sognava certo di diventare, quattro lustri dopo, il consigliere del Principe, nonostante la precoce passione politica. Nel 1994 decise di scendere in campo per sostenere Silvio Berlusconi. Il suo mentore a Greve in Chianti era il generale dell' aviazione dell'esercito, protagonista della missione italiana in Libano, Umberto Taddei.

L'alto ufficiale si candidò sindaco nella rossa Greve e Marchino lo sostenne. Ma dopo essere stato sconfitto, racimolando il 20 per cento dei voti, il generale radunò i suoi in un ristorante per annunciare il suo ritiro dalla vita politica attiva. Di fronte a pochi fedelissimi indicò Carrai come suo erede. Il giorno dopo lo incontrò in piazza e il ragazzo gli fece una sorpresa: «Mi mostrò la tessera dell'Ulivo. Era già passato con gli avversari» ricorda Taddei. «Mi infuriai e lo insultai davanti a tutti. Andò a piagnucolare da un vecchio democristiano che mi chiamò per rimproverarmi ». Iniziò così l'irresi - stibile ascesa di Marco Carrai, l'uomo che pagava l'affitto al Rottamatore.

 

marco carrai AGNESE RENZI MARCO CARRAI MATTEO RENZI A PORTA A PORTA CON VESPA MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE MATTEO RENZI

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON HA PER NULLA DIGERITO L’INTESA TRA USA E UCRAINA (MEDIATA CON TRUMP DA BIN SALMAN E STARMER) PER UN CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI: IL “MACELLAIO” DI MOSCA (CIT. BIDEN) VOLEVA I NEGOZIATI SUBITO, NON LA TREGUA, CHE INVECE RICALCA LE RICHIESTE DI ZELENSKY – “MAD VLAD” SI STA RENDENDO CONTO CHE IN GIRO C’È UNO PIÙ PAZZO DI LUI: L’INSOSTENIBILE BIPOLARISMO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO È LOGORANTE ANCHE PER MOSCA. UNO CHE DOPO AVER ANNUNCIATO DI AVER SOSPESO ARMI E CIA A KIEV, OPLÀ!, ORA HA RINCULATO. E MINACCIA “SANZIONI DEVASTANTI” SE PUTIN NON ACCETTERÀ L’ACCORDO…

wanna marchi stefania nobile davide lacerenza

CRONACHE DI CASA MARCHI – QUANDO WANNA DICEVA AL “GENERO” LACERENZA: “PORCO, TI DOVRESTI VERGOGNARE, MERITI SOLO LA MORTE” – TRA LE INTERCETTAZIONI DELL’ORDINANZA DI ARRESTO DEL TITOLARE DELLA ''GINTONERIA'' E DI STEFANIA NOBILE, SONO CUSTODITE ALCUNE FRASI STRACULT DELL’EX TELE-IMBONITRICE – LA MITICA WANNA RACCONTA UNA SERATA IN CUI DAVIDONE “TIRA FUORI LA DROGA”: “L’HA FATTA DAVANTI A ME, IO HO AVUTO UNA CRISI E MI SONO MESSA A PIANGERE” – LA DIFESA DI FILIPPO CHAMPAGNE E LA “PREVISIONE”: “IO CREDO CHE ARRIVERÀ UNA NOTIZIA UNO DI ‘STI GIORNI. ARRIVERÀ LA POLIZIA, LI ARRESTERANNO TUTTI. PERCHÈ DAVIDE ADDIRITTURA SI PORTA SEMPRE DIETRO LO SPACCIATORE..."

volodymyr zelensky bin salman putin donald trump xi jinping

DAGOREPORT – COME SI E' ARRIVATI AL CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI TRA RUSSIA E UCRAINA? DECISIVI SONO STATI IL MASSICCIO LANCIO DI DRONI DI KIEV SU MOSCA, CHE HA COSTRETTO A CHIUDERE TRE AEROPORTI CAUSANDO TRE VITTIME CIVILI, E LA MEDIAZIONE DI BIN SALMAN CON TRUMP - E' BASTATO L’IMPEGNO MILITARE DI MACRON E STARMER PER DIMOSTRARE A PUTIN CHE KIEV PUÒ ANCORA FARE MOLTO MALE ALLE FRAGILI DIFESE RUSSE - NON SOLO: CON I CACCIA MIRAGE FRANCESI L'UCRAINA PUÒ ANDARE AVANTI ALTRI SEI-OTTO MESI: UN PERIODO INACCETTABILE PER TRUMP (ALL'INSEDIAMENTO AVEVA PROMESSO DI CHIUDERE LA GUERRA “IN 24 ORE”) – ORA CHE MOSCA SI MOSTRA “SCETTICA” DAVANTI ALLA TREGUA, IL TYCOON E IL SUO SICARIO, JD VANCE, UMILIERANNO PUBBLICAMENTE ANCHE PUTIN, O CONTINUERANNO A CORTEGGIARLO? - LA CINA ASPETTA AL VARCO E GODE PER IL TRACOLLO ECONOMICO AMERICANO: TRUMP MINIMIZZA IL TONFO DI WALL STREET (PERDITE PER 1000 MILIARDI) MA I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI LO HANNO GIÀ SCARICATO…

elly schlein nicola zingaretti donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - CHE FIGURA DI MERDA PER IL PD MALGUIDATO DA ELLY SCHLEIN: A BRUXELLES, TOCCATO IL FONDO, IL PD HA COMINCIATO A SCAVARE FACENDOSI SCAVALLARE ADDIRITTURA DAL PARTITO DI GIORGIA MELONI – SE FDI NON POTEVA NON VOTARE SÌ AL PROGETTO “REARM EUROPE” DELLA VON DER LEYEN, I DEM, CHE ADERISCONO AL PARTITO SOCIALISTA, SI SONO TRASFORMATI IN EURO-TAFAZZI: 10 HANNO VOTATO A FAVORE, 11 SI SONO ASTENUTI (E SOLO GRAZIE ALLA MEDIAZIONE DEL CAPOGRUPPO ZINGARETTI I FEDELISSIMI DI ELLY, DA TARQUINIO A STRADA, NON HANNO VOTATO CONTRO URSULA) – I FRATELLINI D’ITALIA, INVECE, DOPO AVER INGOIATO IL SI', PER NON FAR INCAZZARE TRUMP, SI SONO ASTENUTI SULLA RISOLUZIONE SULL’UCRAINA. LA SCUSA UFFICIALE? "NON TIENE CONTO" DELL’ACCORDO A RIAD TRA USA E UCRAINA. INVECE GLI EURO-MELONI PRETENDEVANO UN RINGRAZIAMENTO DEL  PARLAMENTO EUROPEO A "KING DONALD" PER IL CESSATE IL FUOCO TRA MOSCA E KIEV (CHE, TRA L'ALTRO, PUTIN NON HA ANCORA ACCETTATO...)

philippe donnet andrea orcel francesco gaetano caltagirone

DAGOREPORT: GENERALI IN VIETNAM - LA BATTAGLIA DEL LEONE NON È SOLO NELLE MANI DI ORCEL (UNCREDIT HA IL 10%), IRROMPE ANCHE ASSOGESTIONI (CHE GESTISCE IL VOTO DEI PICCOLI AZIONISTI) - AL CDA DEL PROSSIMO 24 APRILE, ORCEL POTREBBE SCEGLIERE LA LISTA DI MEDIOBANCA CHE RICANDIDA DONNET (E IN FUTURO AVER VIA LIBERA SU BANCA GENERALI) – ALTRA IPOTESI: ASTENERSI (IRREALE) OPPURE POTREBBE SOSTENERE ASSOGESTIONI CHE INTENDE PRESENTARE UNA LISTA PER TOGLIERE VOTI A MEDIOBANCA, AIUTANDO COSI’ CALTA (E MILLERI) A PROVARE A VINCERE L’ASSEMBLEA - COMUNQUE VADA, SI SPACCHEREBBE IN DUE IL CDA. A QUEL PUNTO, PER DONNET E NAGEL SARÀ UN VIETNAM QUOTIDIANO FINO A QUANDO CALTA & MILLERI PORTERANNO A TERMINE L’OPA DI MPS SU MEDIOBANCA CHE HA IN PANCIA IL 13% DI GENERALI…

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...