1. GRAZIE A UN MISCHIONE INDIGESTO FORMATO DA LEPENIANA PENTITA, UNA LETTONE PRO-RUSSIA, UN CECO ULTRALIBERISTA, DUE SVEDESI DI ESTREMA DESTRA E DUE RADICALCONSERVATORI LITUANI, NIGEL FARAGE E BEPPE GRILLO SONO RIUSCITI NELL’IMPRESA IMPOSSIBILE DI METTERE INSIEME IL LORO GRUPPO PER L’EUROPARLAMENTO 2. UN’INTESA IMPORTANTE QUANTO FRAGILE. IL MISCHIONE È UNA RIBOLLITA DI IDEOLOGIE. COSA C’ENTRA LA DISSIDENTE FN JOËLLE BERGERON, COI DEMOCRATICI SVEDESI ULTRACONSERVATORI. SENZA CONTARE CHE FARAGE È NUCLEARISTA E VUOLE UCCIDERE L’UE, MENTRE I GRILLINI SONO PER LE RINNOVABILI E PER RIBILANCIARE L’EURO 3. L’EQUILIBRIO INSTABILE È MEGLIO CHE NIENTE, TANTO PIÙ CHE NEL PENTOLONE ANTIEUROPEO DI STRASBURGO NUOTA ANCORA CON DIFFICOLTÀ MARINE LE PEN, CHE UNA SQUADRA NON RIESCE A METTERLA IN CAMPO (OCCORRONO BEN SETTE NAZIONALITÀ)

Marco Zatterin per ‘La Stampa’

 

Grazie a una lepeniana pentita, una lettone pro-Russia, un ceco ultraliberista, due svedesi di estrema destra e due radicalconservatori lituani, Nigel Farage ha chiuso con successo il suo gioco e quello di Beppe Grillo. Il leader eurofobo inglese che con l’Ukip ha fatto il pieno alle elezioni di maggio è riuscito a mettere insieme il suo gruppo per l’Europarlamento, con un’intesa importante quanto fragile.

 

GRILLO CORONA DI SPINE GRILLO CORONA DI SPINE

Tre deputati solitari attirati in casa consentono di raggiungere la soglia delle sette nazionalità richieste dal regolamento, ma costituiscono anche un indice di instabilità, perché basta un dissenso per provocare una fuoriuscita che faccia saltare tutto. Il barbuto leader movimentista commenta «This is great!». L’equilibrio instabile è meglio che niente, tanto più che nel pentolone antieuropeo di Strasburgo nuota ancora con difficoltà Marine Le Pen, che una squadra non riesce a metterla in campo.

 

Le mancano una o due nazionalità, a seconda dei conti, e ha una decina di giorni per trovarle. Facile che la faccia, in queste ore i corridoi del parlamento assomigliano a un mercato di vitelli. Stare senza gruppo è «un suicidio politico», avvertivano gli stessi grillini. Si perdono cariche, soldi e tempo di parola.
 

Il parlamento si riunisce il primo luglio nella sede alsaziana in un clima politico ancora confuso, complicato dalla partita per le nomine delle istituzioni Ue soprattutto da quella per la Commissione. Il partito Popolare ha scelto il capo del gruppo (Weber, Csu) e attende con serenità la spartizione dell’assemblea. I socialisti hanno votato Martin Schulz loro «nuovo» leader. Li guiderà nella contesa delle poltrone, circostanza anche imbarazzante, visto che il tedesco parteciperà allo scontro su una nomina a cui lui stesso ambiva, sostenuto dai suoi che ora fanno rotta su Juncker.
 

BEPPE GRILLO E BANDIERA EUROPA BEPPE GRILLO E BANDIERA EUROPA

Schulz ha lasciato la presidenza del Parlamento che passa a Pittella, primo vicepresidente che sarà reggente sino a fine mese, un piccolo grande onore per un deputato che a Strasburgo è considerato un’istituzione. L’esponente democratico è candidato alla successione dell’inarrestabile Martin al gruppo, che lascerà una volta chiusa la disfida delle nomine. Se la deve vedere con Roberto Gualtieri, già negoziatore dell’Europarlamento per il Fiscal compact. La decisione verrà presa il 24 giugno. Nell’attesa, ricordiamo che l’Italia non ha mai avuto un presidente all’Europarlamento da che si vota a suffragio universale (1979).
 

farage nega ogni accusafarage nega ogni accusa

«Dobbiamo trovare una poltrona a Schulz», confessa una fonte europea. Si sente ripetere che il socialdemocratico renano penserebbe a una riconferma sul seggio più alto di Strasburgo e Bruxelles, mettendo a segno una doppietta che rappresenterebbe una prima assoluta. Non girano nomi alternativi. Il deputato meno amato da Berlusconi ha congelato ogni movimento col suo salto mortale, abile e rischioso. Niente conferenza stampa dopo la nomina, solo qualche dichiarazione. Compreso un appello alla flessibilità nella gestione delle regole di bilancio che piacerà più a Roma che a Berlino. Anche questa è strategia.
 

A vedere come si muove l’ingranaggio, si conferma per tenuta del patto fra le forze politiche «tradizionali», popolari e socialisti. L’ondata euroscettica che doveva spazzar via l’Europa come la conosciamo è in difficoltà, ha raccolto quasi il 20% dei voti, però è variegata e divisa. Farage è arrivato al traguardo prima della Le Pen. «Sono molto orgoglioso di aver formato questo gruppo e ci impegniamo a essere la voce dei popoli», ha scritto il britannico sul blog di Grillo. Il quale, a stretto giro, ha celebrato «la vittoria per la democrazia diretta» e punta ad avere un vicepresidente dell’assemblea, cosa possibile.
Le cose sono meno semplici per i grillini, «crickets» per gli inglesi.

 

farage ieri a newarkfarage ieri a newark

La compagine Efd è una ribollita di ideologie, una «associazione aperta» in cui tutti sono indipendenti. Ci si può chiedere cosa c’entri la dissidente Fn Joëlle Bergeron, che il partito voleva far dimettere, coi democratici svedesi ultraconservatori. Senza contare che Farage è nuclearista e vuole uccidere l’Ue, mentre i grillini sono per le rinnovabili e per ribilanciare l’euro, senza il quale non si avrebbero gli eurobond.

 

Che dire della lettone Grigule che si batte per difendere l’egemonia russa nel suo paese? Tutto va bene per guadagnare potere e i 30 milioni per gestire la squadra? Forse no. L’euroregolamento richiede «affinità politica» nei gruppi. Se qualcuno dovesse constare che in questo caso non c’è, sarebbero in pochi ad essere sorpresi. Un’inchiesta è più che probabile. 

strasburgo-europarlamentostrasburgo-europarlamentomartin Schulz martin Schulz Roberto Gualtieri Roberto Gualtieri MARINE LE PEN MARINE LE PEN

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?