UN NUOVO FIDEL PER LA CHIESA - ORMAI VICINO ALLA FINE, FIDEL CASTRO SI INGINOCCHIA - LA FIGLIA ALINA: “È PIÙ INTERESSATO ALLA SORTE DELLA PROPRIA ANIMA CHE AL FUTURO DI CUBA” - IL VATICANO, MENTRE ORGANIZZA IL VIAGGIO DEL PAPA A CUBA (A MARZO), FA SAPERE CHE SAREBBE DISPOSTO A PASSARE SOPRA ALLA SCOMUNICA IMPARTITA AL CASTRO DA GIOVANNI XXIII NEL ’62 - LE VIE DEL SIGNORE SONO DAVVERO INFINITE...

Marco Ansaldo per "la Repubblica"

La tentazione c'è. Nemmeno i familiari, i figli soprattutto, come Alina, la sola femmina riconosciuta, che ha scritto un libro su di lui, possono nasconderla. E neppure la Chiesa, tanto quella locale, quanto il cuore della cristianità, a Roma, riesce a celarla.

La conosce, anzi, e la custodisce come un segreto. Ma la conversione di Fidel Castro, dopo una vita da ateo militante, il suo "sì" alla fede religiosa, dopo la scomunica impartitagli da Giovanni XXIII il 3 gennaio 1962, potrebbe essere il dono più alto della prossima visita di Benedetto XVI a Cuba, alla fine di marzo.

«Negli ultimi tempi - ha detto Alina - Fidel Castro si è riavvicinato alla religione: ha riscoperto Gesù alle soglie della morte. Ciò non mi sorprende, perché papà è stato allevato dai gesuiti». Solo paura di morire? «Non so se chiamarla proprio paura. Ma sono convinta che, oggi, lui sia più interessato alla sorte della propria anima che non al futuro di Cuba».

In Vaticano, alla Segreteria di Stato, si sta lavorando al viaggio. Ieri è stato reso noto il programma della visita, dal 23 al 29 marzo, che toccherà prima il Messico e poi Cuba. Martedì 27, alle 17,30, Benedetto compirà all'Avana, al Palacio de la Revoluciòn, quella che nel protocollo è definita «una visita di cortesia» al fratello di Fidel, Raul Castro, attuale Presidente del Consiglio di Stato.

Un incontro tra Ratzinger e Fidel, come quello avvenuto nel 1998 tra Karol Wojtyla e l'allora Comandante, non è in programma. Ma la diplomazia vaticana non ne esclude la possibilità. Allora il Lìder si spogliò della celebre divisa militare, e si presentò in giacca e cravatta davanti al Pontefice, accogliendolo con tutti gli onori fin dal suo arrivo. Oggi Fidel, a 85 anni e con la morte vicina, potrebbe spingersi addirittura più in là.

Chi nella Santa Sede lavora al dossier cubano, nella più totale riservatezza, è pronto a ogni scenario. «Fidel - spiega in una stanza silenziosa un'Eccellenza di altissimo livello - è allo stremo delle forze. Ormai alla fine. Le sue stesse esortazioni sul giornale del Partito comunista, il Granma, sono sempre più diradate. Sappiamo bene che nell'ultimo periodo si è avvicinato molto alla religione e a Dio. E' vero che nel 1963 fu scomunicato dal Papa, ma allora quel provvedimento era una misura quasi automatica per chi professava il comunismo.

Un incontro tra lui e il Santo Padre non è previsto. Però, certo, nel momento in cui sarà presente la famiglia dei Castro, potrebbe esserci anche l'ex Lìder màximo ed essere introdotto a Sua Santità».

Non sarà semplice spostare il Comandante. In questi giorni, il governo sta preparando la struttura logistico-sanitaria per rendere l'incontro più agevole. Sarà forse questo il momento in cui Castro si rivolgerà al Papa, al rappresentante di Dio in terra, chiedendogli conforto e perdono? «Non sappiamo - rispondono in Vaticano - Nel momento estremo, la morte fa paura a tutti. Se Fidel vorrà dire qualcosa in proposito al Santo Padre, Sua Santità sarà pronto ad ascoltarlo. Ma queste sono cose che possono essere anche confessate a un giovane prete che va a trovarlo e gli sta accanto».

All'Avana c'è attesa per l'arrivo di Benedetto XVI. La Chiesa di Cuba è amata e rispettata. Lo è anche dal governo, per i suoi ampi interventi sociali. Anzi, c'è chi ritiene che oggi l'istituzione cattolica sia non solo un interlocutore privilegiato dal potere, e possa costituire piuttosto un elemento imprescindibile di mediazione.

Eppure il passo millenario della Chiesa sta, anche, nella sua capacità di attesa. Fidel Castro ha da poco compiuto 85 anni. Joseph Ratzinger li farà nel prossimo aprile. I profili del rivoluzionario latinoamericano e del Papa bavarese sono distanti. Ma forse proprio il loro scambio di parole e di sguardi può valere, per Cuba e per il Vaticano, tutto il viaggio. Tentazione compresa.

 

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