1. GERMANIA-ITALIA: COMPRARE BENE, COMPRARE A PREZZI DI SALDO UN PAESE IN DEFAULT 2. MENO MALE CHE DAI MONDIALI DEL BRASILE SIAMO USCITI. MENO MALE CHE STASERA NON C’È ITALIA-GERMANIA MA FRANCIA-GERMANIA, PERCHÉ ALTRIMENTI POTRESTE IMMAGINARE I GIORNALONI E I COMMENTI STUPIDI SUL “DERBY DEL RIGORE”, SULLA “PARTITA DEI DEBITI”, SUL “TACKLE DELLA BUNDESBANK”, SU “RIGORE È QUANDO MERKEL FISCHIA” E VIA PALLONEGGIANDO FINCHÈ METAFORA NON CI SEPARI. DALLA REALTÀ 3. LA REALTÀ, OLTRE IL PRESIDENTE DELLA BUNDESBANK CHE SI PERMETTE DI ATTACCARE UN GOVERNO SOVRANO (E IL NOSTRO GOVERNATORE IGNAZIO VISCO ADESSO CHE FARÀ? CRITICHERÀ IL BILANCIO DELL’IRLANDA O LE BANCHE DELLA SASSONIA?), È CHE PRIMA O POI CHI DISPREZZA COMPRA. MA NON È CHE ANCHE AI TEDESCHI – E LA BUNDESBANK LO SA CERTAMENTE – INTERESSA QUALCHE BANCA ITALIANA?

A cura di Minimo Riserbo (Special Guest: Pippo il Patriota)

 

renzi con merkel cameron van rompuy harperrenzi con merkel cameron van rompuy harper

1. GERMANIA-ITALIA: COMPRARE BENE, COMPRARE A PREZZI DI SALDO

Meno male che dai Mondiali del Brasile siamo usciti. Meno male che stasera non c’è Italia-Germania ma Francia-Germania, perché altrimenti potreste immaginare i giornali e i commenti stupidi sul “derby del rigore”, sulla “partita dei debiti”, sul “tackle della Bundesbank”, su “Rigore è quando Merkel fischia” e via palloneggiando finchè metafora non ci separi. Dalla realtà.

 

La realtà, oltre il presidente della Bundesbank che si permette di attaccare un governo sovrano (e il nostro Ignazio Visco adesso che farà? Criticherà il bilancio dell’Irlanda o le banche della Sassonia?), è che prima o poi chi disprezza compra.

Jens WeidmannJens Weidmann

 

C’è un pezzo tecnico sul Corriere di oggi, messo prudentemente a corredo di tutt’altra notizia che riguarda la Bce di Draghi, nel quale si spiega che dopo gli esami europei sulla tenuta dei bilanci “sarà più facile calcolare i concambi delle integrazioni” (“Pronto a ripartire il risiko tra gli istituti. I compratori aspettano gli stress test”, p. 9).

 

deutsche bundesbankdeutsche bundesbank

Ma non è che anche ai tedeschi – e la Bundesbank lo sa certamente – interessa qualche banca italiana? Nel dubbio, si capisce bene perché ieri è intervenuto addirittura Re Giorgio, capo di uno Stato che non vuole essere svalutato a buon mercato da gente interessato ai saldi.

 

Intanto sarà utile notare, per chi ritiene che all’Italia urga una manovra correttiva, che le famose privatizzazioni sono al palo. “Poste, Enav, Demanio, privatizzazioni a rilento. Padoan ora punta sul 5% di Eni ed Enel. A rischio i 10 miliardi di incassi previsti per quest’anno. Solo con nuove cessioni si può combattere il debito” (Repubblica, p. 15). Solo con nuove cessioni? Ma questo chi l’ha detto? La Bundesbank?

 

2. L’EUROPA E’ DEI BANCHIERI, ARRENDETEVI!

mario draghi mario draghi

Utile la sintesi in prima pagina del Sole 24 Ore: “Rigore, Bundesbank attacca Renzi. Weidmann: fare debiti non porta crescita. Palazzo Chigi: non ci fa paura. Napolitano: crescita obiettivo imperioso, non temiamo critiche”.

 

L’uscita del potente banchiere caro alla Merkel mette a rischio la presidenza dell’altro cocchino Juncker, come riporta il Corriere: “E si incrina la maggioranza di Juncker. Sull’austerity le critiche dei socialisti e i dubbi tra i popolari del Sud. I rischi per il voto segreto del 15. La pd Bonafè: terremo le orecchie dritte, dobbiamo capire” (p. 3). E la renziana doc, con il Messaggero, si fa minacciosa: “I Popolari adesso devono aprire o rischia l’intesa sui posti chiave” (p. 8)

 

La Stampa riporta le veline di Palazzo Chigi: “Queste reazioni dimostrano che stiamo facendo sul serio’. Il premier non si scompone e ribadisce ai suoi: dobbiamo andare avanti con le riforme. ‘Noi non incolpiamo Berlino o Bruxelles, semmai il contrario. Le critiche sono la prova che ora in Europa c’è una reale possibilità di dibattito” (p. 3).

PIER CARLO PADOANPIER CARLO PADOAN

 

Sacrosanto pezzo del Giornale di Berlusconi che un po’ gode: “Quelli che tifavano per i maestrini anti-Italia. Per vent’anni hanno condiviso critiche e attacchi. La sinistra esultava per le bacchettate dell’Europa. Ora elogia la sfida di Renzi ai “falchi del rigore” (p. 5).

 

3. MA NEL PATTO DEL NAZARENO, UNO SOLO PORTA LA CROCE

Povero Silvio, imbrigliato e ammaliato da Mister 40%. “Al vertice con Renzi anche Verdini e Gianni Letta. Accordo su tempi brevi, Ncd e M5S spiazzati” (Corriere, p. 5). Repubblica sguazza nei mal di pancia azzurri: “Verdini sotto accusa e lui sbotta: ‘Siamo un partito senza carisma’. Lite tra Brunetta e Romani. ‘Il premier ha insabbiato tutto’. ‘Ma che dici, approveremo la legge prima della fine dell’estate’” (pp. 2-3).

 

JUNCKERJUNCKER

Il retroscena della Stampa, che parla di “psicodramma” in casa forzista, dice che ci sono “quattro punti chiave per un patto di sistema: Senato, Italicum, giustizia e una rassicurazione su Mediaset”. Quale? Quella sul recepimento di direttive europee sul tetto della pubblicità televisiva (p. 4). Il Messaggero vira sugli esclusi: “Caffè e gag, così Matteo e Silvio blindano l’intesa anti-partitini” (p. 7). Il Giornale ammette a denti stretti che c’è “tensione” in Forza Italia (p. 2).

 

4. CINQUE STELLE SENZA STRISCE

Il grande escluso delle riforme si chiama Grillo, che la Stampa definisce “rabbioso”, anche se “poi apre”: “Italicum fatto da gente losca, ma spero che il nuovo incontro con Renzi vada bene” (p. 7). Il nodo sono sempre le preferenze nella legge elettorale.

verdini berlusconi larussa jpegverdini berlusconi larussa jpeg

 

E un pezzullo del Corriere a stelle e strisce sul ricevimento di ieri a Villa Taverna racconta che in meno di un anno è sceso il grande gelo tra gli Sati Uniti e il comico genovese (p. 6). Repubblica ci mette il carico da 12 e sforna una paginata compiaciutissima: “Grillo-Usa, il feeling è tramontato. Il leader cerca sponde, ma ieri alla festa per l’Indipendenza l’ambasciatore Phillips lo ha accolto freddamente. Non c’è più traccia della cordialità degli incontri con Spogli e Thorne, che lo definivano ‘interlocutore credibile’” (p. 8).

Un’altra vittoria per Renzie, grazie al suo amico ambasciatore con casa nel Chianti.

 

5. MA FACCE RIDE!

“Floris, addio alla Rai. 4 milioni in tre anni per dire sì a La 7. ‘Mi rimetto in gioco’” (Repubblica, p. 10). Si rimette in gioco, ma per il doppio dei soldi. Il Messaggero ripercorre gli scontri con Renzie: “A maggio lo scontro di Floris con il premier sui tagli” (p. 11).

 

6. AFRICA NERA NERA

Intervento di Gianni Letta Intervento di Gianni Letta

“Supermazzetta nigeriana”, urla a tutta prima il Fatto Quotidiano. “Eni indagata per corruzione. Il colosso sotto inchiesta per l’acquisto da un miliardo di dollari della concessione del più grande giacimento del paese africano. Il pm milanese De Pasquale chiama in causa l’uomo d’affari Di Nardo che avrebbe agito da intermediario. Nel mirino il ruolo dell’allora presidente Scaroni e del faccendiere Bisignani” (pp. 1-3).

 

7. TOGHE PASTICCIONE

Si ride, per non piangere, con questa storia: “Magistrati, concorso con giallo. ‘Tracce diffuse in anticipo’. Ora si temono ricorsi per invalidare una prova attesa da due anni. Il presidente: solo denunce anonime e già smentite. Una candidata sarebbe stata al corrente da subito del tema di diritto amministrativo” (Corriere, p. 17). Aspiranti magistrati che cominciano a inquisirsi fin dall’esame? Non è meraviglioso?

 

GRILLO CORONA DI SPINE GRILLO CORONA DI SPINE

8. COSE CHE CAPITANO

Il Corriere dà ampio spazio all’assoluzione di quattro poliziotti: “Crisi cardiaca dopo l’arresto. Assolti i quattro poliziotti. La sentenza sulla morte di Michele Ferrulli: non ci fu pestaggio. Le lacrime della figlia in aula: ‘Ha perso l’Italia’” (p. 16). La ragazza, 29 anni, viene intervistata da Repubblica e dice: “E’ stata una sentenza inaspettata come una manganellata. Dopo tre anni di processi e perizie favorevoli, con le versioni degli imputati continuamente cambiate, i video che mostrano papà picchiato, che supplica aiuto. Era molto eloquente” (p. 23)

Ma noi siamo garantisti sempre, e allora ce la caviamo con una canzone degli Stato Sociale: “Da noi la polizia non ammazza, ma porta una sfiga epocale”.

 

9. FREE MARCHETT (A COSA SERVONO I GIORNALI)

Il Corriere delle banche imbazolite trova 8 righe per informarci di un premio: “Il banchiere italiano più reputato quanto a trasparenza nella comunicazioni finanziaria? E’ Victor Massiah, il ceo di Ubi Banca, stando alla classifica redatta da Extel che ha interpellato 16 mila operatori in tutto il mondo” (p. 39). Bene, bravo, bis! Ma Ubi Banca è la stessa banca finita sotto inchiesta della procura di Bergamo perché non si capisce chi comanda? L’inchiesta in cui è indagato anche Abramo Bazoli? Così, tanto per essere tutti più trasparenti.

 

John R Phillips ambasciatore USA in Italia John R Phillips ambasciatore USA in Italia

10. TELECOM-MEDIA SENZA FINE

Il Sole 24 Ore torna a occuparsi di quel che resta di Telecom Italia: “Telecom Argentina, vendita in bilico. Il perfezionamento del contratto, condizionato solo al disco verde dell’Authority locale delle tlc, scadrà il 12 agosto. L’ad di Telecom Italia Marco Patuano incontrerà Martinez (fondo Usa Fintech) la settimana prossima, ma ha già chiarito che il prezzo salirà se i tempi si dilatano”. Intanto “Telco si divide e si fa in quattro, avviato l’iter di scissione” (p.1 dorso finanziario). Le banche non vedono l’ora di vendere il vendibile e scappare.

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11. TELENOVELA (ESSE)LUNGA

Altra puntata nella dinasty del carrello lombardo: “I figli contro Caprotti, la faida per Esselunga ora interessa anche il Fisco. Ricorso di Giuseppe e Violetta dopo aver perso la titolarità delle azioni. Ma la vittoria potrebbe costare al fondatore 300 milioni di tasse arretrate” (Repubblica, p. 31). Che alla fine, nella disputa familiare, godesse l’Agenzia delle entrate, sarebbe il massimo.

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