ANCHE CLINI INTOSSICATO DI ILVA - GIALLO SULL’INTERCETTAZIONE “CLINI E’ UOMO NOSTRO” SPUNTATA NELL’INCHIESTA TARANTINA - IL MINISTRO DEL’AMBIENTE SI INCAZZA CON LA PROCURA CHE SMENTISCE, MA FIOCCANO I VIRGOLETTATI DELL’EX CAPO DELLE RELAZIONI ISTITUZIONALI ARCHINA’: SULLA AUTORIZZAZIONE AMBIENTALE DA CONCEDERE ALL’ILVA “DOBBIAMO PARLARNE CON CORRADO…” - CETRIOLI AMARI IN VISTA PER POLITICI, SINDACALISTI, MONSIGNORI E GIORNALISTI…

Lello Parise per La Repubblica

Il ministro dell'Ambiente che rischia di essere schiacciato nel tritacarne delle indiscrezioni, un dirigente Ilva licenziato in tronco dal nuovo presidente dello stabilimento di Taranto, una seconda inchiesta per corruzione in atti giudiziari a proposito del siderurgico più grande d'Europa che vedrebbe coinvolti uomini politici, sindacalisti, alti prelati, giornalisti.

Nella città dei due mari la tensione continua a salire, aspettando le decisioni dei giudici del riesame che entro giovedì 9, ma probabilmente già mercoledì, faranno sapere se il patron della fabbrica, Emilio Riva, insieme con altri sette dirigenti, tutti ai domiciliari con l'accusa di disastro ambientale, potranno essere liberati. E, soprattutto, se saranno tolti i sigilli all'area "a caldo", il cui blocco imposto dal gip Todisco segnerebbe la chiusura dell'acciaieria, dove lavorano 12mila operai.

Ma ieri il fantasma del «disastro economico e sociale» lascia spazio a voci che circolano a ruota libera: c'è il brogliaccio di una telefonata che risale al 2010, in cui l'ormai ex capo delle relazioni istituzionali di Ilva Girolamo Archinà lascia intendere di avere un rapporto confidenziale con un tale «Corrado». In ballo c'è l'autorizzazione integrata ambientale (Aia) da concedere a Ilva. E Archinà taglia corto: «Dobbiamo parlarne con Corrado».

Nell'informativa i finanzieri annotano, tra parentesi, il cognome dell'amico influente: «Clini», all'epoca dg dell'Ambiente. La Gazzetta del Mezzogiorno attribuisce a Archinà anche la frase «Clini è uomo nostro». Il diretto interessato va su tutte le furie. Attacca duramente la procura per «una grave violazione della deontologia processuale», dice di avere «segnalato la situazione al presidente della Repubblica e al ministro della Giustizia», precisa di «non avere mai avuto rapporti con il gruppo dirigente dell'Ilva, né mai mi sono occupato dell'Aia » da assegnare all'impianto pugliese.

Dal capoluogo ionico, il procuratore della Repubblica Franco Sebastio è netto: «In nessuna delle intercettazioni depositate nel corso dell'udienza davanti al tribunale del riesame, risulta il nome di Clini». E l'ex prefetto di Milano Bruno Ferrante, al comando della "corazzata" tarantina, mette alla porta «immediatamente» Archinà. Lo stesso che ancora nel 2010 se la prendeva con «gli "scienziati di Milano"» ingaggiati per gestire la comunicazione della multinazionale: «Purtroppo, avevo ragione. Io ho sempre sostenuto che bisogna pagare la stampa per tagliarle la lingua. Cioè pagare la stampa per non parlare».

E' (o era) l'arroganza dei "made in Ilva". Tra le carte dell'operazione "Ambiente svenduto", come la ribattezzano le Fiamme gialle, spunta anche l'avvocato milanese dei Riva, Francesco Perli, che a Fabio Riva spiega: «La commissione Ipcc (per l'Aia,ndr) va un po' pilotata». Ferrante, paziente, getta acqua sul fuoco: «Ora dobbiamo abbassare i toni».

 

IL MINISTRO CORRADO CLINI TARANTO CORTEO DEGLI OPERAI DELLILVA E CONTESTAZIONE jpegEMILIO RIVA jpegTARANTO CORTEO DEGLI OPERAI DELLILVA E CONTESTAZIONE jpegGRAFFITO CONTRO L'ILVATARANTO CORTEO DEGLI OPERAI DELLILVA E CONTESTAZIONE jpeg

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