A CHI LA COLPA? A LORO! – GIORGIA MELONI SCARICA SU CONTE E DRAGHI LA RESPONSABILITÀ DEGLI OSTACOLI INCONTRATI FINORA NELL’ATTUAZIONE DEL PNRR – IL COMMISSARIO EUROPEO GENTILONI LA FULMINA: “DRAGHI È STATO PUNTUALE E HA RISPETTATO I TEMPI. SEMMAI È L'ATTUALE GOVERNO CHE DEVE FARE LA SUA PROPOSTA DI REVISIONE DEL PIANO AL PIÙ PRESTO. NON BISOGNA ASPETTARE LA FINE DI AGOSTO” – SULLA MANCATA RATIFICA DEL MES, CHE MELONI VUOLE ANCORARE A UNA REVISIONE MORBIDA DEL PATTO DI STABILITA’, GIORGETTI DOVRA’ INVENTARE QUALCHE SCUSA LA PROSSIMA SETTIMANA ALL'EUROGRUPPO…
Estratto dell’articolo di Federico Capurso Ilario Lombardo per “la Stampa”
[…] è il Pnrr il tema su cui tornano tutti, curiosi e preoccupati. La premier non si sottrae. Prima scarica sui suoi predecessori, Mario Draghi e Giuseppe Conte, la responsabilità degli ostacoli incontrati finora, poi cerca la complicità di chi la ascolta, criticando l'atteggiamento della Commissione europea che, da quando lei è al governo, improvvisamente, si è fatto puntiglioso. È una narrazione che Meloni non vuole abbandonare, quella dell'Europa insidiosa, una vecchia nemica.
Il giorno seguente, intervistata da Vespa, Meloni non abbandona l'immaginario di una Bruxelles così distante dagli interessi italiani. Come quando preme su palazzo Chigi per ottenere la ratifica delle modifiche al trattato del Mes. «Ma sul Mes non ho cambiato idea», dice la premier. «È uno stigma che blocca risorse, perché nessuno l'utilizzerebbe in questo momento. Sarebbe meglio modificarlo e renderlo utilizzabile, visto che parliamo sempre di trovare nuove risorse». […] l'Italia è rimasta l'unico paese a non aver approvato il Mes.
[…] «Il Mes - dice - è parte di un insieme di strumenti che vanno discussi nel loro complesso. Non ha molto senso ratificare la riforma del Mes senza sapere cosa contengono le nuove norme sul Patto di stabilità». Ratificarlo senza un dibattito su questi temi, aggiunge quindi Meloni, «è una scelta stupida». La premier vuole prima trattare le nuove regole di bilancio e per il momento, dice, «non sono convinta sulla proposta della Commissione europea». Meloni continua a chiedere di scorporare dal calcolo del debito dei paesi membri gli investimenti sulla transizione ecologica e digitale:. A risponderle, a distanza, è il commissario europeo Paolo Gentiloni.
Prima sul Pnrr, facendole notare che «Draghi è stato puntuale e ha rispettato i tempi». Semmai è l'attuale governo che «deve fare la sua proposta di revisione del piano al più presto. Non bisogna aspettare la fine di agosto». E poi, a proposito del Mes, «la Commissione rispetterà qualsiasi decisione del governo, ma se devo ragionare in termini di utilità non sono sicuro che una mancata ratifica renda l'Italia un Paese più forte, anzi forse è vero il contrario». Gentiloni, […] ricorda […] come il Mes che uscirà da queste modifiche del trattato sarà profondamente diverso dal Mes di un tempo, avversato da tutti i partiti populisti e sovranisti: «Oggi serve per mettere un cuscinetto di 68 miliardi per aiutare i correntisti in caso di crisi, anche di singole banche».
Questo […] Giorgetti lo sa bene, ma la linea resta quella espressa da Meloni. Ed è ciò che dirà la prossima settimana all'Eurogruppo, quando si discuterà di Mes: l'Italia vuole aspettare. Con termini meno tranchant, più diplomatici, rappresentando le difficoltà che si incontrano sul tema in Parlamento, e non da questa legislatura, perché anche con Conte e Draghi si è proceduto a singhiozzo. […]