giorgia meloni economia mercati crollo ue borsa mes

GIORGIA, LA SENTI LA VOCE DEI MERCATI? – C'È POCO DA FESTEGGIARE PER LO SCAMPATO DECLASSAMENTO DELLE AGENZIE DI RATING S&P, DBRS E FITCH. L’ITALIA RESTA SOTTO IL FARO DEI MERCATI A CAUSA DEL DEBITO STRATOSFERICO, CHE LASCIA POCHISSIMO SPAZIO DI MANOVRA AL GOVERNO – VENERDÌ SARÀ IL TURNO DI MOODY'S, LO SCOGLIO PIÙ DURO, MA NON DOVREBBERO ESSERCI SORPRESE – BASTA POCO PER FAR DERAGLIARE IL TRENO DEI NOSTRI TITOLI DI STATO E FAR SCHIZZARE IN ALTO LO SPREAD. LO SCENARIO CATASTROFICO DI BARCLAYS...

Estratto dell’articolo di Morya Longo per “Il Sole 24 Ore”

 

Venerdì 20 ottobre: S&P Global Ratings conferma all’Italia il giudizio “BBB” con prospettive stabili. Venerdì 27 ottobre: Dbrs lascia invariato il voto “BBB high” con trend stabile. Venerdì 10 novembre: l’agenzia Fitch mantiene il rating “BBB” con outlook stabile. Manca solo l’ultimo scoglio, venerdì prossimo con Moody’s, e poi per l’Italia sarà passata la stagione delle pagelle.

 

E sebbene proprio il prossimo appuntamento sia quello più delicato, perché Moody’s valuta il nostro Paese nell’ultimo gradino dei rating d’investimento con prospettive negative, sul mercato c’è una certa tranquillità: praticamente nessuno si aspetta un declassamento. Perché le condizioni che l’agenzia aveva posto per l’eventuale declassamento, quando aveva portato a «negative» le prospettive sul rating, non si sono ad ora verificate.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

[…]  Ma questo non significa che sia tutto tranquillo: se per caso Moody’s dovesse invece decidere di tagliare il giudizio sull’Italia, mandandolo in territorio «spazzatura» (tecnicamente «speculativo»), Barclays prevede che lo spread BTp-Bund possa salire a 250 punti base. E poi, se anche questo non accadesse, comunque gli “esami” per l’Italia non finirebbero certo venerdì prossimo: i conti pubblici, e soprattutto il deficit e la traiettoria del debito, resteranno sorvegliati speciali sui mercati. Basterà poco, vista la delicatezza del tema, per far deragliare il treno dei nostri titoli di Stato. Insomma: superare lo scoglio delle agenzie di rating è una buona cosa, ma la guerra ancora non è vinta.

 

La voce delle agenzie

fitch

Chi mettendo l’accento su una tematica e chi su un’altra, tutte le agenzie di rating che si sono pronunciate fino ad ora hanno più o meno giustificato la stabilità del giudizio sull’Italia con parole simili. Tutti sanno che la crescita economica rallenta, anche se nessuna agenzia prevede una recessione in Italia.

 

Tutti sanno che il deficit e il debito, in un contesto di bassa crescita e tassi elevati, peggiorano rispetto alle previsioni di non molti mesi fa. Ma tutti sottolineano che i punti di forza dell’economia italiana e il sostegno che arriva dal Recovery Fund europeo saranno in grado di mantenere sostenibile il debito.

 

«Le prospettive stabili al rating derivano da due piatti della bilancia - scrive per esempio S&P -: da un lato il consolidamento di bilancio più lento del previsto, dall’altro il sostegno che arriva dai fondi europei». Parole simili per Dbrs: «La stabilità del rating deriva dal fatto che il sostegno in arrivo dall’implementazione del Pnrr nei prossimi anni andrà a mitigare la frenata economica dovuta ai tassi più elevati». È questo che tiene l’Italia con un rating “BBB”, sebbene il debito al 140% del Pil sia - ricorda Fitch - ben più alto del 54,9% medio dei Paesi con analoga valutazione.

 

Condizioni per il declassamento

moodys

Come detto, gli esami non sono finiti. Tutte le agenzie mettono nero su bianco gli eventi che le spingerebbero a tagliare il giudizio sull’Italia. Una minore fiducia sulla capacità dell’Italia di implementare gli aggiustamenti sul bilancio primario necessari per contenere i rischi finanziari, in un contesto di elevato debito, sarebbe per Fitch un motivo per tagliare il rating.

 

[…] Stesse considerazioni per S&P, che sottolinea anche un ulteriore rischio per il rating: il caso in cui le riforme strutturali, soprattutto quelle legate all’ottenimento dei fondi europei, venissero implementate «solo parzialmente».

 

L’imperativo: crescere

giorgia meloni giancarlo giorgetti 1

Il tema chiave per tutte le agenzie, e non solo, è uno: la crescita economica. Solo la crescita può davvero tenere deficit e debito nella giusta traiettoria. Barclays si è messa a stimare tutte le possibili combinazioni tra Pil e deficit, per capire fino a quando il debito italiano sarà sostenibile. Ebbene: con un surplus primario (cioè al netto della spesa per interessi) pari all’1% del Pil e una crescita nominale del Pil (cioè sommata all’effetto inflazione) di circa il 3%, il rapporto tra debito e Pil resterebbe stabile.

 

«Ma questo scenario - scrivono gli analisti di Barclays - «richiederebbe un certo consolidamento fiscale rispetto allo status quo». Dunque, non sarebbe garantito ugualmente. Certo, se la crescita fosse maggiore, la situazione migliorerebbe. Ma qui si torna al punto dolente, sottolineato anche da alcune agenzie di rating: un debito pubblico così elevato lega le mani al Governo, che ha poco spazio di manovra per fare politiche espansive. La strada, insomma, è stretta. L’Italia, attualmente, ha un alleato prezioso (ma anche volubile): la fiducia del mercato.

giorgia meloni giancarlo giorgetti meloni giorgetti

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…