BENZINA SUL FUOCO! - LE TASSE NON FINISCONO MAI: GLI AUMENTI AI CARBURANTI DECISI DA MONTIMER PER PAGARE LA RICOSTRUZIONE IN EMILIA E ABRUZZO SARANNO PERPETUI! - ALTRO CHE SCADENZA A FINE ANNO, VANNO A SOMMARSI ALLE ACCISE PER LA GUERRA DI ABISSINIA DEL 1935, LA CRISI DI SUEZ DEL 1956, IL DISASTRO DEL VAJONT DEL 1963, L’ALLUVIONE DI FIRENZE DEL 1966…
Valentina Conte per "La Repubblica"
Accise, per sempre. Come nella migliore tradizione italica, anche questa volta il ddl stabilità , la ex legge finanziaria, congela gli ultimi aumenti dell'odiosa imposta sui carburanti, quelli del 2012. E per fare cassa, trasforma la loro scadenza di fine dicembre in un sine die. Cosi, il contributo per il terremoto in Emilia e per ridurre le imposte all'Abruzzo, oltre che il bonus per i gestori, diventano permanenti. Risultato: quasi un miliardo di gettito l'anno prossimo e sopra gli 800 milioni di euro a regime. Non proprio bruscolini. Il bancomat delle emergenze allunga cosi la sua triste lista del "lutto consolidato".
Alla pompa tutti gli italiani pagheranno per la guerra di Abissinia del lontanissimo 1935, la crisi di Suez del 1956, il disastro del Vajont del 1963, l'alluvione di Firenze del 1966. Ma anche per i terremoti Di Belice (1968), Friuli (1976), Irpinia (1980), la missione in Libano (1983) e in Bosnia (1996). Nonché per il rinnovo dei contratti degli autoferrotranvieri del 2004. E per l'emergenza immigrati dalla Libia, assieme alle alluvioni di Liguria e Toscana, entrambi dell'anno scorso. Non potevano mancare, dunque, le ultime calamità .
Che ogni volta si sommano e mai si sottraggono. Neanche quando il disastro è alle spalle. La norma è chiara. All'articolo 12, comma 13 del ddl stabilità si dice che i due aumenti del 2012 (Emilia e Abruzzo) «restano confermati» dal primo gennaio prossimo. «Resi stabili», chiarisce la Relazione tecnica della Ragioneria. Che poi quantifica questa "stabilizzazione" in entrate aggiuntive per 947 milioni nel 2013, 840 nel 2014 e 863 dal 2015, Perla precisione, si tratta di 2 centesimi e 37 in più su ogni litro di benzina o gasolio: 2 centesimi per l'Emilia e 37 per Abruzzo e gestori, destinati a sparire il 31 dicembre.
Un salasso che si mescola al ben triste record italiano di tasse sui carburanti: il 57% del costo finale. Com'è evidente, terremoti e alluvioni, guerre e immigrati, c'entrano ben poco. Gli introiti, passato l'uragano e le scosse, finiscono dritti dritti nel calderone della "fiscalità generale". Un modo per fare cassa, insomma. Discutibile, però.
Perché piomba in piena recessione. E perché il governo non è riuscito a impedire l'aumento dell'Iva dal primo luglio 2013, sebbene limitato a un punto anziché due. L'Unione petrolifera stima che il passaggio dal 21 al 22% di Iva comporterà 600 milioni di spesa aggiuntiva, all'anno. Ovvero un centesimo e mezzo extra al litro. Con la benzina già alle soglie dei 2 euro, ci mancavano pure le accise forever.



