MA BEPPE GRILLO HA PUBBLICATO L'ELOGIO DELLA POVERTÀ PERCHÉ QUEST'ANNO NON C'ERA POSTO NEL RESORT DI BRIATORE A MALINDI? - GIUSEPPE DE RITA: ''GIUSTO I RICCHI POSSONO PREDICARE LA POVERTÀ'' (PER GLI ALTRI) - NEL BRANO DI PARISE PUBBLICATO DA GRILLO SI PARLA DI QUANTO SIANO SUPERFLUI I 'CRETINISSIMI' YACHT. COME QUELLO DOVE BEPPONE HA PASSATO IL FERRAGOSTO 2016, DEL MILIONARIO ENRICO DE MARCO?
1.IL POST DI BEPPE GRILLO SUL SUO BLOG: ''IL RIMEDIO È LA POVERTÀ'', DI GOFFREDO PARISE
http://www.beppegrillo.it/2016/12/buon_natale_da_beppe_grillo.html
2.GRILLO A FERRAGOSTO SULLO YACHT DI ENRICO DE MARCO, RE DELLA SIMILPELLE, CON GIORGIO GORI E L'AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA MONDADORI. NON ERA IL 1985, MA QUATTRO MESI FA (UNO SCOOP DI DAGOSPIA)
3.BEPPE GRILLO CI SPIEGA IL VALORE DELLA POVERTÀ AFFITTANDO CASA A 14MILA EURO A SETTIMANA
Giovanni Drogo per www.nextquotidiano.it
Nemmeno a Natale Beppe Grillo perde l’occasione per ricordarci quali siano i veri Valori della vita. Quest’anno lo fa con un brano di Goffredo Parise sulla povertà. Non quella di spirito naturalmente, ma quella materiale. Con il suo messaggio di Natale Grillo vuole essere un po’ profeta della decrescita felice (fuori tempo massimo) contro il consumismo sfrenato di questi giorni e un po’ Pepe Mujica.
Lo fa prendendo a prestito le parole di Parise per dire che “povertà è godere di beni minimi e necessari, quali il cibo necessario e non superfluo, il vestiario necessario, la casa necessaria e non superflua“. Il che è davvero interessante visto che è noto che Grillo possiede una seconda casa non necessaria, la villa a Marina di Bibbona dove ogni tanto ha organizzato le riunioni di fedelissimi e Direttòri vari.
Proprio di questa villa sulla riviera degli Etruschi l’Huffington Post e La Stampa ci facevano sapere qualche tempo fa che può essere affittata alla modica cifra compresa tra i 13 ed i 14 mila euro a settimana. Sarà una casa necessaria? Ne dubitiamo, ma questa non è certo l’unica occasione in cui Grillo fa sfoggio di ciò che ha e che ha – sia ben chiaro – perché ha lavorato e non perché ha rubato (come i politici!1). Ciò non toglie che gli appelli al pauperismo morale lanciati sull’house organ del partito stridano con lo stile di vita di Grillo (e di molti dei suoi parlamentari “griffati”). Continua Parise dal blog di Grillo:
Povertà e necessità nazionale sono i mezzi pubblici di locomozione, necessaria è la salute delle proprie gambe per andare a piedi, superflua è l’automobile, le motociclette, le famose e cretinissime “barche”
Ed è proprio per questo che il comico genovese e capo politico del MoVimento 5 Stelle quest’estate ha scelto di trascorrere il Ferragosto a bordo dell’Aldebaran, lo yacht da 42 metri dell’imprenditore Enrico De Marco, re della simil-pelle. Il tutto in una delle location meta per antonomasia del vippume e dei ricchi italici: Porto Cervo. Eppure nel 2010 il blog di Beppe ospitava questo intervento contro le imbarcazioni di lusso dei paperoni italiani e i “furbetti dello yacht”:
Basta creare una società di noleggio, va bene anche in Italia, ma è molto meglio nei paradisi fiscali così la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate impazziscono. Ma se vai a vedere, pochi, pochissimi noleggiano le barche. Gli altri fanno contratti fittizi con fratelli e cugini. Risultato: così non si paga l’Iva sull’acquisto, sul combustibile, sulle riparazioni, sul posto barca.
Curiosamente nel 2007 proprio l’Aldebaran era stato protagonista di una vicenda simile scoperta dalla Guardia di Finanza. Qualche tempo prima, nel Capodanno del 2015, Grillo invece se la spassava in Kenya a Malindi nel resort di proprietà di Flavio Briatore. Nel 2013 infine, quando il Paese appena uscito dalle elezioni politiche non era ancora in grado di formare un Governo Grillo rinviò l’incontro al Quirinale perché impegnato a fare vacanza in Costa Smeralda. Un impegno senza dubbio “necessario” e non derogabile, per il bene del Paese. Continua Parise:
Il denaro non è più uno strumento economico, necessario a comprare o a vendere cose utili alla vita, uno strumento da usare con parsimonia e avarizia. No, è qualcosa di astratto e di religioso al tempo stesso, un fine, una investitura, come dire: ho denaro, per comprare roba, come sono bravo, come è riuscita la mia vita
VILLA DI BEPPE GRILLO SANT ILARIO
E improvvisamente scopriamo che forse Grillo non ha letto poi così bene quello che ha scritto Parise nel 1974, perché a ben guardare se c’è uno che non sa cosa sia la povertà e che si comporta proprio nel modo stigmatizzato da Parise è proprio il capo del M5S.
I ragazzi non conoscono più niente, non conoscono la qualità delle cose necessarie alla vita perché i loro padri l’hanno voluta disprezzare nell’euforia del benessere. I ragazzi sanno che a una certa età (la loro) esistono obblighi sociali e ideologici a cui, naturalmente, è obbligo obbedire, non importa quale sia la loro “qualità”, la loro necessità reale, importa la loro diffusione.
Quando Parise scriveva queste parole Grillo aveva 26 anni, era lui uno dei ragazzi ai quali lo scrittore si rivolgeva. Oggi, a 68 anni suonati Grillo è uno di quei padri che disprezzano le cose necessarie della vita nell’euforia del benessere. E come tutti i padri Grillo ha l’ambizione di fare la predica “ai suoi ragazzi”.
BEPPE GRILLO IN SPIAGGIA A MARINA DI BIBBONA
4.GIUSEPPE DE RITA: "GRILLO? LODA I POVERI CHI POVERO NON È. LA NOSTRA IDENTITÀ SI FONDA SULLA CRESCITA"
Alessandra Longo per ''La Repubblica''
La povertà come ideologia nazionale, la povertà come filosofia politica ed economica . Il Grillo natalizio si lancia in un elogio del minimo e necessario , attingendo ad un Goffredo Parise del 1974, anno di preausterity berlingueriana. È il mito Cinque Stelle della decrescita felice che riaffiora nel "manifesto" di fine anno, accanto alla linea cupa e muscolare sull' immigrazione.
BEPPE GRILLO A MARINA DI BIBBONA FOTO DA OGGI
Ma povero è davvero bello? Lo chiediamo a Giuseppe De Rita, fondatore del Censis, che risponde con l' esperienza del sociologo e la saggezza dei suoi 84 anni: I cantori dei poveri non sono mai i poveri. I poveri non cantano.... Serge Latouche, padre della decrescita felice, non è nelle corde del professore: No, non credo alla decrescita felice.
Questo Paese ha formato la sua identità sulla crescita, la decrescita significherebbe perdita di identità. Sono francamente sorpreso dall' uscita di Grillo.
grillo al mare a marina di bibbona foto de il tirreno
Professore, di questi tempi è raro che la politica parli di povertà, non le pare?
Indubbiamente non capita spesso ma devo specificare che povertà non è la parola giusta per descrivere la società italiana di oggi.
Qual è la parola giusta?
Sono due, non una: sobrietà e arbitraggio. La sobrietà nasce dalla stanchezza per l' edonismo consumista, dalla casa piena di cose, dalla crisi iniziata nel 2007. Noi del Censis l' abbiamo definita, due o tre anni fa, la riscoperta dello scheletro contadino dell' Italia, una spina dorsale forte, piedi per terra e cervello fino. Né povertà né consumismo illusorio.
E l' arbitraggio?
Gli italiani adesso arbitrano su tutto, fanno la spesa pensando a che cosa serve e a che cosa non serve, meglio le scarpe dei vestiti, di cui abbiamo pieni gli armadi, meglio i voli low cost , i bed and breakfast, meglio fare la spesa per la famiglia al discount... .
Ma non sono poveri.
No. Il ciclo dei grandi investimenti, degli operai che diventavano piccoli imprenditori, l' affermazione del ceto medio, gli acquisti della prima e della seconda casa, i 40 anni fiammeggianti della crescita, tutto questo è finito. Oggi il grande risparmio, che pure c' è, viene usato per creare altro risparmio, il patrimonio, che pure c' è, viene messo a reddito. Non c' è un modello nuovo, c' è un momento di sospensione in continuità culturale con quello precedente.
Gli italiani sobri, come li definisce il Censis, non sembrano contenti, anzi.
In effetti è così: sobri, arbitri attenti dei propri consumi, ma non propriamente allegri.
Grillo li vorrebbe più poveri e felici.
La sua sortita mi sorprende. Uno come lui, con il fiuto dell' attore comico, ha sempre saputo interpretare bene le emozioni, anche quelle identitarie, prova ne è il Vaffa. Stupisce che Grillo dica agli italiani: "Siate miserrimi!". Poi magari mi sbaglio, visto che lui raddoppia i voti. Magari intercetta pulsioni alla povertà che io non vedo.
Meno consumi, meno tutto: l' apologia dell' essenziale.
Ah sì certo. La sconfitta elettorale può essere "meravigliosa", la povertà bella... È come se in un angolo del grillino medio ci fosse sempre una "base liquida", un' attitudine a rendere le cose commoventi e in quanto commoventi belle.
Lei, invece, non si commuove pensando alla decrescita felice.
Non ci ho mai creduto. Abbiamo un' identità di Paese costruita sulla crescita. Persino i cinesi, quando sono sbarcati a Prato, hanno fiutato la nostra identità. Abbiamo avviato ora una fase diversa, di sobrietà e arbitraggio, ma siamo in linea con il modello identitario .
Roma ha già voltato pagina: Natale all' osso, artisti di strada non pagati, poche luci, pochi mezzi di trasporto. Modello pauperista.
Non parlo di Roma, ho 84 anni, rischio di sentirmi male, mi viene uno stranguglione....
meana13 goffredo parise marina
Non sarà che certe riflessioni sulla povertà sono snob?
Infatti, predicare la povertà è molto consumista.
In che senso?
Per esempio noi, partendo da Grillo, stiamo usando la parola povertà e abbiamo consumato una pagina di giornale....
Marina Ripa di Meana Goffredo Parise