trump wall street

DONALD, PIU’ FATTI E MENO TWEET - I BROKER DI WALL STREET SONO AFFASCINATI DA TRUMP E L'INDICE DOW JONES VOLA OLTRE QUOTA 20 MILA MA LA SVOLTA PROTEZIONISTA PESA COME UN MACIGNO - E POI IL RALLY IN BORSA È BASATO SULLA PROMESSA DI TAGLIARE LE TASSE, ALLENTARE LE REGOLE E INVESTIRE NELLE INFRASTRUTTURE MA I DETTAGLI DI QUESTO PROGRAMMA NON SONO ANCORA CHIARI

P.Mas. per “la Stampa”

 

trump wall streettrump wall street

La Casa Bianca perde pezzi, ma Wall Street festeggia. O anche no. Perché è vero che il «Trump rally» ha spinto la Borsa verso record storici, però l'incertezza sui dettagli della politica economica, e l'instabilità creata dall'amministrazione disfunzionale, tengono gli operatori sulle spine. I tagli alle tasse arriveranno? E gli investimenti sulle infrastrutture?

E se lo scandalo Russia comincerà a puntare verso il presidente?

 

La giornata a Wall Street è dedicata a Wbi, con la bandiera bianca e verde di questa compagnia di investimenti del New Jersey appesa sulla facciata neoclassica. Fino allo scorso novembre Don Schreiber, il ceo di Wbi, pensava che la corsa del toro in Borsa fosse arrivata al capolinea, per una serie di ragioni: «Ricavai bassi, profitti in declino, margini ridotti, investitori che vendevano, e tassi rialzo».

trump wall streettrump wall street

 

Poi Trump ha vinto le elezioni, e il toro ha accelerato la corsa, portando il Dow Jones oltre quota ventimila e spingendo anche gli altri indici a livelli record. Il motivo di questo entusiasmo sta nella promessa del nuovo capo della Casa Bianca di creare un clima favorevole alle imprese, tagliare le tasse, ridurre le regole che frenano il business, e investire un trilione di dollari pubblici e privati nella ricostruzione delle infrastrutture.

 

Donato Iacovone, Ad in Italia e Mediterranean Managing Partner di EY, intervenendo al sesto convegno «Italy Meets the Usa» organizzato da Fernando Napolitano interpreta così la situazione: «Non sono un politico e quindi non esprimo giudizi di questa natura, però è chiaro che l'ambiente è favorevole alle imprese. In Europa forse non si percepisce, ma negli Usa è evidente».

TRUMP A WALL STREET TRUMP A WALL STREET

 

Per quanto riguarda l'Italia, ora si tratta di vedere come sapremo sfruttare questa situazione, visto che nel 2015 gli investimenti delle nostre aziende negli Stati Uniti hanno superato per la prima volta quelli americani nel nostro Paese, 28,5 miliardi contro 22,5.

Sul floor di Wall Street, durante un attimo di pausa nella frenesia delle contrattazioni, il broker Jarret Johnson di Virtue Capital Management resta prudente: «Il rally di Trump è legittimo. Esiste, ed è il prodotto delle sue promesse politiche. Oggi però, per fare un esempio, l'umore è più sobrio».

 

TRUMP A WALL STREETTRUMP A WALL STREET

Il perché è legato alla cronaca: «I mercati non amano l'instabilità, e quando salta il consigliere per la Sicurezza nazionale ne risentono. Questo è un dubbio che riguarda in generale gli equilibri dell' amministrazione».

 

Il problema si riflette sull'umore degli operatori per una ragione pratica: «Il rally è basato sulla promessa di tagliare le tasse, allentare le regole e investire nelle infrastrutture. I dettagli di questo programma però non sono ancora chiari, e se il governo è instabile diventa più difficile realizzarli. Di conseguenza gli investitori frenano per vedere cosa succede. Infatti negli ultimi giorni il mercato è salito, ma i volumi sono scesi, che non è un buon segno. Significa che la gente non vende, magari perché pensa che i titoli continueranno a salire, però dimostra anche l'incertezza».

 

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Thomas Lee di Quattro Securities sorride pensando a quello che ha visto sul floor nelle ultime settimane: «Qui dentro c' è un enorme sostegno per Trump. Erano anni che non vedevo tanto entusiasmo. Sul fatto che sia giustificato, però, non sono così sicuro». Proprio ieri il presidente ha firmato un nuovo ordine esecutivo, per ridurre le regole imposte alle aziende petrolifere e minerarie, obbligate in passato a rivelare i pagamenti scambiati con entità straniere.

 

Secondo Lee, però, questi primi provvedimenti non bastano: «La vera sostanza degli stimoli per la crescita sta nel taglio delle tasse e negli investimenti per le infrastrutture, ma finora il presidente si è concentrato su iniziative inutili o dannose come il bando degli immigrati islamici.

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Poi c' è il rischio di politiche protezionistiche, tanto verso la Cina, quanto verso l' Europa, mentre costruire il muro lungo il confine col Messico costerà un sacco di soldi e ostacolerà i commerci. Infine c'è la Fed che vuole alzare i tassi, e anche questo non aiuta». Lee ha una raccomandazione diretta per Trump: «Signor presidente, ogni volta che lei fa un tweet su una compagnia, le azioni vanno sulle montagne russe. Noi così diventiamo matti. La prego, se vuole che il rally prosegua, smetta di fare queste cose e realizzi invece le sue promesse».

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