peones boldrini legge elettorale

I CAPPONI NON FESTEGGIANO IL NATALE – COSI’ I PEONES (DI TUTTI I PARTITI) HANNO AFFOSSATO LA LEGGE ELETTORALE ED IL VOTO ANTICIPATO: MOLTI NON SARANNO RICANDIDATI – MEGLIO 60 MILA EURO OGGI CHE LA PROMESSA DI UN POSTO IN LISTA – LA CRONACA DELL’ERRORE DELLA BOLDRINI CHE HA SVELATO IL TRANELLO 

 

Mario Ajello per il Messaggero

 

TABELLONE CAMERATABELLONE CAMERA

Mai nella storia parlamentare s'è acceso un tabellone quando non doveva. Mai nella vicenda di Montecitorio s'è visto ciò che è accaduto ieri. Che è un piccolo grande suicidio nel generale suicidio, della lealtà e della professionalità politica e istituzionale, andato in scena ieri. Una foto svela questa sorta di Caporetto.

 

E' l'immagine, diventata subito virale sui social e rimbalzata sui media, del cartellone elettronico pieno di pallini rossi - che significano voto contrario, in questo caso all'emendamento M5S e Forza Italia su cui è saltato l'accordone sulla legge elettorale - ma quelle lucette fanno brillare un risultato che non è il risultato vero e l'esito di uno scrutinio che è uno scrutinio sbagliato.

 

peones transatlantico1peones transatlantico1

La foto della Caporetto dice che i grillini hanno votato in un modo, a favore del loro emendamento sul sistema elettorale in Trentino, e i democrat in un altro modo, come gli ha appena detto il relatore Fiano: pollice verso (e lucette rosse subito apparse sul tabellone). Ed è la foto di una divisione tra chi credeva di stare insieme e invece insieme non vuole stare. Ma poi s'innesta il giallo.

 

Quel voto doveva essere segreto ma la presidente Boldrini, apparsa più volte confusa in questa difficile conduzione d'aula, non lo dice. Proprio lei che pochi attimi prima aveva dichiarato ammissibile, su quello stesso emendamento Fraccaro-Biancofiore, lo scrutinio segreto. «Dichiaro aperta la votazione», dice la Boldrini.

 

A quel punto, sul tabellone appaiono le lucine verdi e rosse, come per le votazioni palesi, e non quelle tutte azzurre tipiche del voto segreto. E nel video si vede la scritta «la votazione non risulta a scrutinio segreto». Segue il panico della presidente nell'aula della super-gaffe. In cui i franchi tiratori, pensando che il voto sia davvero palese, avevano finto di essere lealisti schiacciando i pulsanti (rossi per il Pd, rivelatosi il partito più sbandato o più cinico in questa vicenda) e votano secondo le indicazioni di partito in cui non credono.

SCILIPOTI FA VOLANTINO TRA I PEONES SCILIPOTI FA VOLANTINO TRA I PEONES

 

La Boldrini di fronte al tabellone che palesemente si accende grida: «No, è a voto segreto! È a voto segreto! È a voto segreto!». Tre volte. Perché capisce che la credibilità del Parlamento, già a dura prova, sta avendo a causa di questo disguido (o c'è dolo? o la manina del funzionario che ha scritto «votazione palese» è stata mossa dal desiderio di aggiungere sfascio a sfascio?) un altro piccolo grande colpo.

 

La «fisionomia» (così si chiama la scritta video sul tabellone) corregge subito se stessa: «La votazione risulta a scrutinio segreto», si legge adesso. E la Boldrini, imbarazzata: «Cè stato un problema tecnico, avevo già detto che era a voto segreto... allora, va bene, allora colleghi, c'è stato un disguido, il voto è segreto». Viene rifatta la votazione, e la bocciatura dell'emendamento appena sancita dalla foto simbolo si trasforma, nel segreto dell'urna, nell'approvazione dell'emendamento. Come mai?

 

franchi tiratorifranchi tiratori

I franchi tiratori che avrebbero voluto votare sì la prima volta ma per non essere scoperti votano no quando vedono le luci rosse e verdi, al secondo giro in cui possono nascondersi nell'indistinto delle lucette blu del voto segreto si sbizzarriscono. E tra i 59 onorevoli-lupara, i più sono del Pd: chi ce l'ha con Renzi, chi tifa Orlando nel congresso infinito del Pd, chi non vuole andare a votare perché sa che non sarà ricandidato (vera paura trasversale da destra a sinistra: su 630 deputati almeno 500 saranno cambiati non per maturata anzianità ma soprattutto per infedeltà politica).

 

Le anime morte di Montecitorio, ma dotate di ottima mira, su 100 voti segreti previsti avrebbero colpito a ripetizione - ieri sono stati quasi 60 i cecchini - ma su emendamenti più importanti, come preferenze e voto disgiunto voluto dai 5stelle, sarebbero potuti moltiplicarsi in un vero e proprio Vietnam.

 

GRILLO SALVINI RENZI BERLUSCONIGRILLO SALVINI RENZI BERLUSCONI

E così l'affossamento della legge elettorale significa la prosecuzione di una legislatura ormai data per finita e sei mesi di mandato in più (visto che la Caporetto porta una semi-certezza: che settembre non si vota) il che equivale a 60 mila euro netti nella tasca di ogni onorevole, sia di quelli lupara sia di quelli (tantissimi) che tifano per loro pur di conservare il posto infischiandosene del patto e del Tedeschellum.

 

E non è che il peone grillino, che ha fatto di tutto per rovinare il gioco Renzi-Grillo-Berlusconi, sia diverso dai suoi simili di altri partiti. Hic manebimus optime è lo slogan trasversale degli anti-pattisti. Per ora hanno vinto loro. E questa è la vera fotografia.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA