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ECCO I RISULTATI CHE OTTIENE GIORGIA MELONI IN EUROPA – LA SEDE DELL’AUTORITÀ ANTI-RICICLAGGIO NON SARÀ ROMA: LA PARTITA È PRATICAMENTE CHIUSA PER FRANCOFORTE – DOPO LA SCONFITTA SU EXPO, È L’ENNESIMA DIMOSTRAZIONE DI QUANTO CONTI L’ITALIA NEI TAVOLI INTERNAZIONALI – LA TRATTATIVA È STATA CONDOTTA A DICEMBRE, NELL’AMBITO DI UNO SCAMBIO DI FAVORI TRA SPAGNA E GERMANIA, MENTRE LA SORA GIORGIA BACCAGLIAVA SUL MES E INDISPETTIVA L’UE SUI BALNEARI. LA CAPITALE PERDE UN POTENZIALE INDOTTO DI CIRCA 300 MILIONI EURO ALL’ANNO…

Estratto dell’articolo di Francesco Malfetano per “il Messaggero”

 

GIORGIA MELONI

L'Autorità europea anti-riciclaggio e contro il finanziamento al terrorismo non si accaserà a Roma. Nonostante la Capitale sia a lungo stata considerata favorita tra le nove pretendenti in corsa in virtù del criterio dell'«equilibrio geografico», non ospitando alcuna agenzia o istituzione comunitaria sul proprio territorio, il governo italiano considera ormai questa una partita persa.

 

«Non è più considerata una possibilità» spiega infatti al Messaggero una fonte vicinissima alla premier Giorgia Meloni, senza nascondere l'impatto che la mancata ratifica del Mes ha avuto sulla partita. Al punto che se il Mef ha già preventivato di tenere un basso profilo tagliando tutte le spese pubblicitarie per evitare sprechi, la Farnesina e la rappresentanza italiana a Bruxelles hanno rinunciato al ricevimento di sponsorizzazione immaginato fino a poche settimane fa.

 

giorgia meloni ursula von der leyen a lampedusa 3

Dopo la cocente sconfitta su Expo quindi, Roma incassa una nuova delusione. Il motivo stavolta è da ricercarsi nella girandola di intese economiche e politiche che hanno interessato i Paesi europei alla fine dello scorso anno mentre l'Italia provava ad usare come grimaldello il Mes.

 

Secondo chi ha seguito da vicino la trattativa, quella della sede Amla è una querelle che starebbe risolvendosi nell'ambito delle trattative su un altro pacchetto di nomine sull'asse Berlino-Madrid. Se la Spagna negli ultimi 6 mesi ha ottenuto che José Manuel Campa guidasse l'Eba (Autorità bancaria europea), e la Germania ha invece piazzato Claudia Buch a capo del consiglio di sorveglianza della Bce; è storia più recente come, grazie proprio al decisivo sostegno tedesco, l'ex vicepremier e ministro dell'Economia spagnola Nadia Calviño sia finita alla presidenza della Banca europea degli investimenti.

 

OLAF SCHOLZ PEDRO SANCHEZ

Uno scambio di "favori" tutto in salsa socialista - Olaf Scholz e Pedro Sanchez fanno entrambi parte del PSE - ulteriormente ricambiato ora da Madrid. Non solo annullando le sue stesse possibilità di competere come sede dell'Authority (insieme a Riga era l'unica capitale europea in corsa senza altre agenzie di questo tipo) ma soprattutto sostenendo attivamente la candidatura di Francoforte.

 

In questo modo […] le possibilità che la sede prescelta sia quella tedesca sono «due su tre». A sperare, in virtù di accordi molto simili a quello franco-spagnolo ma sull'asse dei liberali, è invece Parigi. Ma anche per Emmanuel Macron le possibilità sembrano ridotte al lumicino. Tuttavia è bene precisare che, formalmente, la partita non è ancora chiusa.

 

 

IL PACCO DI STABILITA - MEME SU GIORGIA MELONI BY DAGOSPIA

Dopo aver ricevuto e valutato tutte le candidature (oltre a Roma, Madrid, Francoforte, Parigi e Riga figurano in lizza anche Dublino, Vilnius, Bruxelles e Vienna) con dei pareri pubblicati pochi giorni fa dalla Commissione europea, la palla passa ora all'Europarlamento e al Consiglio con delle audizioni dei pretendenti previste per il 30 gennaio.

 

Poi […] si passerà al voto che l'Italia considera dall'esito scontato. Una sconfitta le cui motivazioni non vanno però ricercate solamente negli accordi tra Sanchez e Scholz, ma anche in una «perdita di potere contrattuale» patita da palazzo Chigi a Bruxelles a causa della mancata ratifica del Fondo Salva stati (il Mes) e dal braccio di ferro innescato sull'adozione delle norme sulla Concorrenza per balneari e ambulanti.

 

GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN MATTEO PIANTEDOSI A LAMPEDUSA

Un fuoco incrociato che se alla lunga «ci farà subire tante piccole sconfitte di questo tipo» - e i timori del governo sono centrati sulla nomina dei prossimi commissari europei - oggi ha come risultato non solo la perdita di un indotto economico significativo per la Capitale (stime approssimative parlano di circa 300 milioni di euro all'anno, grazie ai quasi 450 dipendenti coinvolti) ma anche la mancata riqualificazione delle Torri dell'Eur. I due edifici, ora di proprietà di una controllata di Cdp, da oltre un decennio versano in una condizione di degrado e, per il momento, sembrano destinati a restarci.ù

GIORGIA MELONI - VIGNETTA DI MANNELLI PER IL FATTO QUOTIDIANOGIORGIA MELONI - VIGNETTA DI ALTAN

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