LE TRE IDEE ''FACILI'' (DICE LUI) PER ABBATTERE IL DEBITO - CACCIARI: UNA PATRIMONIALE (ESCLUDENDO PRIME CASE E PATRIMONI PICCOLI), UNA SANATORIA SUI 1000 MILIARDI DI CARTELLE NON PAGATE, UN FONDO CHE NON RICONOSCE INTERESSI MA UN PREMIO “MORALE” IN SEDE DI DICHIARAZIONE DEI REDDITI, ATTRAVERSO UNA PICCOLA DETRAZIONE. I CONTI CORRENTI HANNO OGGI UN RENDIMENTO SOTTO ZERO, QUINDI…
Massimo Cacciari per “la Stampa”
È ormai chiaro che si potrà avviare la "ricostruzione" soltanto a campagna di vaccinazione in corso e "immunità di gregge "più o meno garantita. Questo non dovrebbe tuttavia escludere che a questa "ricostruzione" si pensasse fin d' ora, e non semplicemente a slogan tipo "economia verde", "informatizzazione", o, peggio, ripetendo mantra con cui ogni governo da decenni, destro o sinistro che sia, infarcisce i suoi programmi: "riforma dell' amministrazione", "semplificazione", "lotta all' evasione". Dietro la cortina fumogena dei quotidiani decreti tutti alla fine riducibili all' aurea raccomandazione "state a casa", gli interventi a sostegno di imprese e lavoratori per quanto cospicui nella loro massa continuano a giungere in ritardo e sono tali da creare spesso ulteriori diseguaglianze tra le categorie più colpite.
Chiedere informazioni ai commercialisti. Ma soprattutto il nostro governo-senza-alternative continua a promuovere nell' opinione pubblica l' irresponsabile impressione che i soldi per aiuti, assistenza, ecc., si troveranno di certo e che ci penserà l' Europa. Insomma, l' impressione che il nostro debito possa tranquillamente oltrepassare ogni limite, perché siamo l' Italia, l' Europa ha fiducia in noi "a prescindere" e per ottenere i quattrini del Recovery Fund basterà la promessa di un nostro nuovo Rinascimento.
Cari amici, non è affatto così, anzi è vero l' opposto. Il Recovery Fund non può servire se non per una quota parte a tamponare le ferite più evidenti prodotte dalla crisi. E non sarà erogato se non a fronte di un piano, e cioè di un insieme di progetti di investimento che manifesti una sua coerenza e praticabilità, piano attualmente in mente Dei, o forse in mente dei consiglieri-consulenti del presidente del Consiglio.
Non solo; è stato dichiarato da tutte le autorità europee che ogni Paese dovrà dimostrare di voler svolgere la propria parte, di impegnarsi in base alle sue reali forze per sostenere il piano di ricostruzione. Ciò significa in parole povere che far fronte all' aumento del debito pubblico per il costo dell' assistenza a imprese e lavoratori è compito e dovere di ciascun membro dell' Unione. Non esiste solidarietà europea senza responsabilità nazionale.
Ora è certo che il nostro debito, a essere ottimisti, non potrà aumentare meno di 200 miliardi, superando probabilmente il 160% del Pil.
Anche immaginando gli effetti più positivi degli investimenti prodotti dal Recovery Fund, rimarrà sempre un gap tra essi e la rapidità della crescita del nostro indebitamento. Dunque è assolutamente probabile che esso e il suo costo relativo, se non vi sono interventi radicali per tenerli sotto controllo, aumentino ulteriormente tra il '21 e il '22. Ha il governo un piano a proposito? È questo il problema più urgente. Dobbiamo essere nelle condizioni di investire in progetti strategici i fondi europei per la ricostruzione con le spalle del debito coperte. Come? Ripeto le cose possibili - e che in Europa tutti sanno benissimo essere possibili e si aspettano da noi.
GIUSEPPE CONTE PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI
In Italia il patrimonio privato ammonta a 10.000 miliardi. Il 70% è in mano al 20% dei suoi detentori. Togliamo prime case e patrimoni finanziari sotto una certa cifra. Un intervento sui 4-5000 euro appare più che praticabile e potrebbe fruttare non meno di 30 miliardi( l' equivalente di una bella manovra in tempi normali). Abbiamo poi 1000 miliardi di crediti erariali già sottoposti a azioni cautelari o esecutive.
Non si tratta di condoni, ma di evitare che i contenziosi vadano, come sempre o quasi, alle calende greche, e liberare personale e mezzi per lottare davvero contro l' evasione, facendo finalmente emergere chi si è abilmente nascosto ai radar dell' erario, grazie anche all' illeggibilità delle nostre leggi. Se si pensasse a una sanatoria nell' ordine del 30%, almeno 100 miliardi si potrebbero ottenere.
E poi perché non pensare, in nome della solidarietà nazionale, a istituire un Fondo senza interesse, con un premio "morale", che potrebbe comunque essere riconosciuto in sede di dichiarazione dei redditi, e così segnalato agli uffici competenti, attraverso una piccola detrazione in rapporto all' ammontare della cifra sottoscritta? I conti correnti hanno oggi un rendimento sotto zero; perché, allora, se sostenuto dalle autorità morali e culturali che in questo Paese pure ancora dimorano, un tale Fondo non dovrebbe avere successo?
E tante altre idee si potrebbero avere(riguardanti ad esempio l' azione di Casse previdenziali e Fondi pensione). Non vanno bene? Benissimo - che il governo ne esprima altre e le metta in cantiere. Ma cessi di ripetere che ci penserà l' Europa. Interventi del tipo che ho indicato non sono necessari soltanto sotto il profilo finanziario, ma anche, direi, sotto quello etico. La crisi sta aggravando drammaticamente una tendenza da decenni in atto, almeno nelle economie occidentali.
I dati dello stesso Fondo Monetario ci dicono che i ricchi durante la pandemia diventano sempre più ricchi relativamente alla caduta di reddito di molti settori del lavoro dipendente. Ci mostrano che esiste un' inflazione reale, che i dati ufficiali non rilevano, che grava sui ceti meno abbienti. Lo stesso aumento della disoccupazione si concentra sui lavori meno retribuiti, mentre quelli connessi a informatica, nuove tecnologie, comunicazione ed e-commerce si salvano o migliorano addirittura il proprio status.
Le differenze di trattamento tra pubblico impiego e settori privati si stanno facendo intollerabili. Il ceto medio crolla, i collanti sociali, le forme di mediazione vengono meno. La società si spezza in tante parti senza identità e senza forme proprie di organizzazione. Si tratta di un inesorabile destino? Ebbene, allora si sappia, davvero more geometrico, che la democrazia è destinata a rovina, in qualsiasi forma la si immagini.
In questo scenario il governo è chiamato ad affrontare la montagna del debito e a non permettere che si scarichi sugli incolpevoli eredi. Alla luce di tali considerazioni dovrà approntare il suo piano di ricostruzione. Se non sarà in grado di farlo, non ci vengano a raccontare, per pietà, che cade per colpa di Renzi. Sarebbe come quando Berlusconi se la prendeva coi comunisti.