massimo dalema d alema pane e vino

IL COSTO DI D’ALEMA – TRA VINO, LIBRI E CONTRIBUTI IN DENARO LA CPL CONCORDIA HA INVESTITO 87MILA EURO SULL’EX PREMIER. A CHE SCOPO? – I VERTICI DELLA COOPERATIVA ROSSA SAPEVANO DI ESSERE INTERCETTATI E PENSARONO DI RIVOLGERSI A UN GENERALE PER LA BONIFICA

Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera

 

dalema con il suo vinodalema con il suo vino

Erano forniture annuali quelle che la «Cpl Concordia» ordinò all’azienda «La Madeleine» di Massimo D’Alema. Spumante e vino rosso per 22.500 euro. Complessivamente i versamenti ammontano dunque a 87mila euro in tre anni. Soldi che i vertici della cooperativa sostenevano di aver elargito «perché è molto più utile investire negli “Italianieuropei”».

 

E di questo si parlerà domani nel corso degli interrogatori di garanzia di Francesco Simone, che curava le pubbliche relazioni dell’azienda, e del presidente Roberto Casari, entrambi arrestati per dall’associazione per delinquere, corruzione, turbata libertà degli incanti, riciclaggio, emissione di fatture per operazioni inesistenti. 
E chiarimenti sulla natura di questi rapporti potrebbero essere chiesti allo stesso D’Alema: i magistrati stanno valutando la sua convocazione dopo aver ascoltato la versione degli indagati. Non sarà l’unico. 

sergio mattarella e massimo dalemasergio mattarella e massimo dalema


«Apri un offshore in Tunisia»
L’inchiesta che ha portato in carcere il sindaco di Ischia Giuseppe Ferrandino per le tangenti che avrebbe preso per affidare la metanizzazione dell’isola alla «Cpl» si allargano ai rapporti della cooperativa con le altre Fondazioni create dai politici.

 

E inseguono i soldi all’estero: a San Marino, dove Simone dice di poter muovere fondi, ma soprattutto in Tunisia. È lo stesso manager, in passato fedelissimo di Bettino Craxi, a vantarsi con il presidente del consiglio di amministrazione Maurizio Rinaldi, della propria capacità di muoversi nel Paese africano: «Se tu vuoi vieni una volta con me in Tunisia che è una cosa più sicura, ti apri il tuo conto oppure fai un’altra società che costa duecento euro... Tunisia, offshore, dove tu sei socio unico e garante, nella mia stessa banca, così è più veloce l’operazione». Lui faceva la spola continuamente e quando si trattava di nascondere i soldi da far rientrare in Italia li nascondeva nei posti più strani, compreso il passeggino del figlio. 

dalema contestato a baridalema contestato a bari


Le 2.000 bottiglie di spumante e rosso
Nelle conversazioni intercettate nel marzo del 2014 Simone parla con una dipendente di «Italianieuropei» per l’acquisto di 500 libri di D’Alema da presentare a Ischia. Specifica di essere «disposto a pagare cifra piena se i soldi vanno alla Fondazione», altrimenti chiede uno sconto del 10 per cento. La donna lo rassicura che il pagamento sarà diretto e così si accordano per la fornitura dei volumi «ma anche del vino, uniamo l’utile al dilettevole». 


In realtà quelle bottiglie non sono le uniche acquistate. Secondo una nota dei carabinieri del Noe, delegati alle indagini, «nel 2013 sono state comprate 1.000 bottiglie di spumante per 14.600 euro e nel 2014 altre 1.000 bottiglie di vino rosso per 7.900 euro». Uniti a tre bonifici da 20.000 euro l’uno elargiti alla Fondazione e alle centinaia volume «Non solo euro» fanno 87.300 euro. 

WOODCOCKWOODCOCK


I soldi alle Fondazioni
Quando decidono quali Fondazioni devono finanziare i vertici di «Cpl» sono molto espliciti, come spiega il responsabile commerciale in un colloquio del maggio scorso. 
Verrini : «Il mio problema però è questo, queste persone poi quando è ora, le mani nella merda ce le mettono o no?». 
Simone : «...dobbiamo pagarlo perché ci porta questo e chiudiamo questo, no venti ma anche duecento...». 


Non si sa a chi si riferiscano, gli atti sono coperti da omissis «per ragioni investigative». Certo è che un filone dell’indagine, come scrive il giudice, si concentra sui versamenti «al mondo politico-istituzionale, ovvero a quelle fondazioni o associazioni che in qualche modo sono espressione di tale mondo».

 

E infatti sottolinea come «il tenore e il contenuto della conversazione appaiono fondamentali anche per la valutazione delle esigenze cautelari, e in particolare della pericolosità sociale dei protagonisti della vicenda, rappresentando lo “specchio” della strategia aziendale di tale cooperativa, con particolare riferimento ai rapporti e alle relazioni “patologiche” esistenti tra gli uomini espressione di tale cooperativa da una parte ed esponenti politici (e più in generale della pubblica amministrazione) dall’altra, rapporti sovente “schermati” attraverso triangolazioni con fondazioni varie e di varia natura». 

Michele AdinolfiMichele Adinolfi


Accertamenti che riguardano anche i rapporti diretti con chi si sarebbe mostrato disponibile ad agevolarli, come il sottosegretario Simona Vicari, vera promotrice dello sblocco di 140 milioni di euro nella legge di stabilità come loro avevano sollecitato e sul conto della quale sono tuttora in corso nuove verifiche. 


Le «cimici» e il generale 
Dalle intercettazioni raccolte dagli investigatori si capisce che alla Cpl c’era la consapevolezza di essere al centro di una indagine. «Siamo ascoltati», dice Simone a Verrini. In un’altra conversazione Simone fa riferimento al generale della Guardia di Finanza Michele Adinolfi (già coinvolto in altre inchieste) e parla della necessità di ricercare microspie negli uffici della cooperativa: «Ho parlato con un assistente di Adinolfi... Serve fare una bonifica, Nicò! Quando mi autorizzi chiamo il generale, ce la facciamo fare, però ovviamente ci farà un prezzo di riguardo. Però facciamola». 
 

 

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